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LA RICERCA DELLA VERA FEDE - THE SEARCH OF TRUE FAITH

LA PERDITA DI OGNI AFFIDABILITA’ DELLA PAROLA DI DIO E LA QUESTIONE GAY (*)

Radio Domina Nostra: Autore don Alessandro Minutella (postato da Max Tex)

Da quando, a partire dal falso Conclave del 2013, con l’elezione invalida (e pertanto nulla) del cardinale Bergoglio, è nato il “monstrum” della falsa chiesa, “corpo mistico dell’anticristo” (mons. Scheen), le questioni morali inalienabili che caratterizzano l’identità cattolica sono state sottoposte a un lento processo di disgregazione. Tra queste, una delle più delicate e decisive, è la questione gay, cioè l’approccio dogmatico e pastorale nei confronti del mondo omosessuale. Ed era ovvio che una delle prime questioni, se non addirittura la vera questione, fosse quella proprio del nuovo corso cattolico di fronte al mondo gay.
Resterà storica la frase di Bergoglio nel 2014: “chi sono io per giudicare un gay?“.Bergoglio – che non esiste come papa Francesco, perché eletto con l’imbroglio –, capo di una congregazione mondiale che finge di chiamarsi ancora Chiesa cattolica e che invece è una multinazionale della menzogna, che guida (dietro l’occulta regia dei poteri forti) il definitivo cambiamento del cattolicesimo romano, sta attuando l’agenda dell’apparente restyling della Chiesa, spalleggiato da figure di presuli e teologi o di preti noti in tv, che intervengono, ora qui ora là, per accreditare la nuova visione della Chiesa circa le unioni gay.
Dal celebre quanto bizzarro gesuita James Martin al cardinale americano Joseph William Tobin, per giungere al noto volto televisivo di don Mauro Leonardi, che vanta l’appartenenza nientemeno che all’Opus Dei, per finire con il ridicolo vescovo Galantino, è un coro unanime che decanta – non si sa bene finora con quale dichiarazione normativa – che l’unione gay non è più un peccato, anzi!
C’è persino un’intera Conferenza di vescovi, quella tedesca, capeggiata dal cardinale Marx, che – con qualche eccezione – pressa Roma per rivendicare il primato storico della benedizione delle unioni gay. “Roma delenda est”, sembra esser stato detto al cardinale argentino, quando ha avuto l’audacia di sedersi da usurpatore sul trono di Pietro, “Roma va distrutta”. La distruzione – questo è il progetto – dovrà avvenire in modo camuffato. Senza spargimento di sangue, senza azioni violente, senza persecuzione aperta, soprattutto senza far capire alle masse che è in atto la più aggressiva campagna di distruzione di Roma e della sua identità.Ora, mentre occorre ribadire che la Chiesa – almeno sul piano ufficiale – non ha fin qui ancora cambiato la propria posizione sulla questione, che chiede rispetto e amore per i gay, ma nello stesso tempo conferma che la loro unione è grave peccato agli occhi di Dio, occorre domandarsi come sia possibile che la falsa chiesa bergogliana, quando legittima le unioni gay, riesca a far filtrare un pensiero che non solo è in contrasto aperto con la tradizione bimillenaria della Chiesa (si leggano i numeri 2357-2359 del CCC), ma persino con la stessa parola di Dio che – come insegna un adagio storico – è “norma normans non normata” (cioè “legge che detta legge e che non può essere cambiata”). Come è possibile che si parli ora di legittimazione dell’unione gay – attenzione ancora dell’unione gay non dell’orientamento (che è un’altra questione) – quando la Scrittura, in diversi testi sia dell’Antico che del Nuovo Testamento, afferma l’inconciliabilità con la volontà di Dio?
Bergoglio e la falsa chiesa devono per forza accettare che la loro apertura sia in contrasto con la parola di Dio, ma riescono abilmente a risolvere la faccenda, riconducendola agli esiti tragici del metodo storico-critico e dell’approccio scientifico della teologia liberale al testo sacro.
Il modernismo e il neomodernismo hanno trovato un ottimo alleato, proprio nel metodo storico-critico, per spegnere ogni soffio soprannaturale e dogmatico al testo sacro. La Bibbia ha finito col diventare un testo non più sacro e normativo, ma di rilievo, alla maniera del Corano o dei testi induisti. Certo, come ha dimostrato nel frattempo Benedetto XVI, non tutto è da rigettare dell’approccio scientifico, anzi! E tuttavia la propaganda progressista più radicale l’ha assunto per introdurre il più pernicioso relativismo dogmatico.
La Bibbia dice diverse cose, ma vanno ora esaminate nel loro contesto storico e culturale, e così, mentre Dio che ha parlato (perché così insegna persino il Vaticano II) perde ogni rilevanza normativa, Bergoglio e i suoi ne prendono tranquillamente il posto. Essi possono ora indisturbati avanzare nel proporre una nuova visione, e pazienza se è in contrasto con la Bibbia, del resto non c’erano registratori a quei tempi e poi gli autori erano figli del loro tempo! prenderemo dalla Bibbia solo ciò che risponde al nostro progetto, il resto passerà come inconciliabile con la sensibilità di oggi, anche ciò che ha detto Gesù.
La falsa chiesa è intervenuta in questi terribili sette anni sui contenuti fin qui inalienabili perché normati dalla parola di Dio, dall’etica coniugale alla questione gay. E ciò ha potuto farlo perché la Scrittura ha perduto, nel frattempo, ogni rilevanza, tanto che gli stessi circoli progressisti, soprattutto quelli più radicali, accusano di fondamentalismo quanti, nella Chiesa, si appellano ancora alla Bibbia per normare le questioni etiche in auge. Senza accorgersi, peraltro, che i veri fanatici fondamentalisti sono proprio questi membri della sinagoga di satana, che sovvertono la parola di Dio, col pretesto che è un testo antico e perciò irrilevante per l’oggi che si attua. Peggio del diavolo che, a loro confronto, appare ormai un bacchettone, se è vero che nel brano delle tentazioni, cita la Scrittura senza farsi venire l’idea di smentirla.
I suoi partigiani, invece, sono andati oltre, finendo con il sostituire il dato scritturistico normante con il proprio pensiero.
Ieri si è celebrato il cinquantesimo anniversario della morte di don Dolindo Ruotolo (19 novembre 1970), il cui merito – come ho avuto modo di dire – è stato quello di proporre, in aperta antitesi al metodo storico-critico, un approccio che ho definito neo-patristico.
Credo che sia importante considerare questo merito del prete santo di Napoli. Che in realtà, in questo approccio alla Bibbia, è in compagnia, almeno in Italia, di don Divo Barsotti. A livello mondiale, resta la voce profetica e solitaria di von Balthasar, da sempre e da subito, in aperta polemica sia con l’antidogmatismo di Rahner che con il metodo storico-critico e l’approccio modernista al testo sacro. Von Balthasar metteva in guardia dagli esiti cui avrebbe condotto la propaganda liberale e progressista sul testo biblico, intravedendo una neo-chiesa dove si sarebbe alla fine imposto il pensiero del mondo.
Don Dolindo sosteneva ore di preghiera e ancora orante cominciava l’analisi del testo sacro, con un approccio gustoso, sapienziale, spirituale. È questo esattamente il problema, ci tocca salvaguardare, passando ovviamente per fanatici, la normatività intangibile della Bibbia, non certo sugli aspetti geografici, culturali, politici, ma su quelli morali. Come ebbe a dire Galileo, icona dei più radicali progressisti anticattolici, la Bibbia ci insegna “come si vadia al cielo, e non come vadia il cielo”. Credo che prossimamente ci sarà una battaglia decisiva su questo punto.
Non rinunceremo mai alla normatività morale del testo sacro che, a riguardo della questione gay, nonostante il pifferaio Bergoglio, è ineccepibile.
Non si vuole pensare allo scontro, ci mancherebbe, ma neppure alla capitolazione che troppe realtà cattoliche stanno attuando.
D’altra parte ciò in cui ci impegneremo sarà nel dire al mondo gay che, quando alcuni di noi non rinunceremo al testo sacro che condanna il peccato, non per questo saremo fondamentalisti retrogradi che odiano gli omosessuali. Io non permetterò questo, fronteggerò padre Martin con un gay-friendly sanamente biblico e poi vorrò vedere chi sarà in grado di condannarmi se da prete non rinuncio alla Bibbia.
Ciò, ovviamente, va detto, sempre nel pieno rispetto e nell’amore sincero verso ogni persona gay.
Nei miei anni di ministero pastorale, a contatto con la gente, ho potuto conoscere e stimare non pochi gay, di cui ho apprezzato la sensibilità, la delicatezza, tipica del mondo femminile e che, in un gay, si abbina anche alla capacità di gestione delle cose, ad un’innata brillantezza negli affari. Meritano ogni rispetto, tranne quando – forse non proprio questi ultimi – sfilano nel gay pride che, a dire il vero, è più un herotic pride (infatti i gay seri se ne rimangono a casa).Il contatto con la gente è decisivo. Lo ha mostrato di recente persino Trump che è sceso in piazza tra le folle di Washington. Per questo, concludendo, mi domando preoccupato come monsignor Viganò possa pensare di procedere in qualche cosa rimanendosene distante abissalmente dalla gente, da noi, dal popolo, e continuando invece a parlare dentro la scatola di vetro, felicemente protetto in qualche angolo del mondo. Non è esattamente questo che configura il “grande prelato”. Egli sarà un conforto e una consolazione per i fedeli, che lo vedranno, lo toccheranno, lo sentiranno vicino a loro, egli scenderà in campo senza nascondersi.
Don Minutella

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APPELLO DI FRA ALEXIS BUGNOLO CONTRO LA CENSURA DEI SOCIAL MEDIA-GLOBALISTI

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LIVING REVIEW – L’ESTREMA (E INUTILE) DIFESA DEI PRO-BERGOGLIANI SUL PRINCIPIO DECADENZA AUTOMATICA DI UN PAPA ERETICO – SECONDA PARTE

di Max Tex (31 maggio 2020, update 1 luglio 2020)

Dopo la precedente riflessione sull’argomento (ved. Prima Parte) ritengo sia utile tornare sull’argomento. Vi sono motivi sia razionali che di fede per farlo (quest’ultimo lo menzionero’ nella conclusione).Il motivo contingente e’ infatti l’esistenza di ulteriori importanti elementi che ulteriormente suffragano la tesi gia’ esposta, basata peraltro su deduzioni razionali. Ovvero che vi siano due casi di decadenza automatica del romano pontefice. Entrambi si verificano nel caso di eresia, precisamente:

1) PRIMO CASO: Elezione di falso papa, in violazione delle norme canoniche previste, e quindi di per se’ eretico. In tal caso, in quanto eretico, non sarebbe papa

2) SECONDO CASO: Un papa che sia di fatto nascostamente eretico gia’ prima della sua elezione e lo diventasse pubblicamente dopo la sua elezione, e che come tale non sarebbe papa e pertanto cesserebbe immediatamente dalle sue funzioni di papa e vescovo di Roma.I documenti e testimonianze emergono dal libro di Paul L. Kramer “To deceive the elect” (2).

Vediamo di citarne le piu’ significative analiticamente.

In riferimento al PRIMO CASO Paul Kramer cita l’intervista di Aldo Maria Valli (AMV) a Mons. Nicola Bux (MNB). Ecco il dialogo:AMV: “scusi don Nicola, sta dicendo che in caso di eresia, proprio come un cristiano eretico cessa di essere membro della Chiesa, anche il papa cessa di essere papa e capo del corpo ecclesiale, e perde ogni giurisdizione?”MNB: “Sì, l’eresia intacca la fede e la condizione di membro della Chiesa, che sono la radice e il fondamento della giurisdizione. Questo è il pensiero dei padri della Chiesa, in specie di Cipriano, che ebbe a che fare con Novaziano, antipapa durante il pontificato di papa Cornelio (cfr Lib. 4, ep. 2). Ogni fedele, compreso il papa, con l’eresia si separa dall’unità della Chiesa. È noto che il papa è nello stesso tempo membro e parte della Chiesa, perché la gerarchia è all’interno e non sopra la Chiesa, come affermato in Lumen gentium ( n. 18). Di fronte a questa eventualità, così grave per la fede, alcuni cardinali, o anche il clero romano o il sinodo romano, potrebbero ammonire il papa con la correzione fraterna, potrebbero “resistergli in faccia” come fece Paolo con Pietro ad Antiochia; potrebbero confutarlo e, se necessario, interpellarlo al fine di spingerlo a ravvedersi. In caso di pertinacia del papa nell’errore, bisogna prendere le distanze da lui, in conformità con ciò che dice l’Apostolo (cfr. Tito 3,10-11). Inoltre la sua eresia e la sua contumacia andrebbero dichiarate pubblicamente, perché egli non provochi danno agli altri e tutti possano premunirsi. Nel momento in cui l’eresia fosse notoria e resa pubblica, il papa perderebbe ipso facto il pontificato”.Altro elemento riguarda la dichiarazione autorevole dello stesso Paul Kramer che afferma nel suo libro di aver dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che “Benedict XVI is still the only legitimate claimant to the papal throne at this time”. Afferma infatti che “This is very easy to prove, and the arguments are so cut and dry that they are easily grasped and readily seen to be conclusive, correct and irrefutable”.Riguardo ai due casi, Paul Kramer cita cinque possibili alternative “in linea di principio” considerate dai canonisti autorevoli Wentz e Vidal (3).Alternativa #1: La prima esclude la possibilita di eresia dopo l’elezione a Romano Pontefice. Questa possibilita’ consistente con la promessa di Cristo (ved.(1)) va considerata.(SECONDO CASO).Alternativa #2: La seconda e’ il caso di eresia occulta. E’ basata sull’ipotesi che in tal caso l’elezione a Romano Pontefice sia invalida. Questa e’ l’opinione del card. Roberto Bellarmino (1542-1621basata sulla ipotesi che gli eretici occulti siano completamente separati dal corpo della Chiesa. Questa possibilita’ va considerata (PRIMO CASO).Alternativa #3: La terza eventualita’ e’ che il Romano Pontefice non decada automaticamente dalla sua carica ne’ possa essere privato del suo potere anche in caso di manifesta eresia. Questa possibilita’ sempre secondo il card. Bellarmino e’ ritenuta “estremamente improbabile” (PRIMO e SECONDO CASO).Alternativa #4: La quarta, secondo Suarez, Cajetan e altri, e’ che il Romano Pontefice non sia automaticamente deposto anche in caso di eresia, ma debba essere deposto mediante sentenza declaratoria del crimine di eresia. Questa possibilita’ e’ esclusa recisamente da Bellarmino (SECONDO CASO).Alternativa #5: Infine c’e’ una quinta possibilita, favorita da Bellarmino e difesa fortemente da Tanner e altri, che la ritengono anche razionalmente dimostrabile. E’ il caso di pubblica eresia da parte del Romano Pontefice, che come tale cesserebbe di essere membro della Chiesa e pertanto decadrebbe immediatamente dalla sua carica e dalle sue funzioni di capo della Chiesa (SECONDO CASO).

LA PROFEZIA DI SAN FRANCESCO

Paul Kramer cita una profezia di San Francesco, molto ben circonstanziata sulla questione della legittimita dell’elezione papale e la cristi della Chiesa. Afferma infatti (4):“Il tempo si sta rapidamente avvicinando in cui abbonderanno (per i cristiani) grandi prove e sofferenza, dubbi e dissenso, sia spirituali che temporali…”“Al tempo di questa tribolazione un uomo non canonicamente eletto sara’ elevato al pontificato, che, con (ogni) astuzia tentera’ di portare molti all’errore e dannazione. [….] Se quei giorni non fossero abbreviati, secondo la parole del Vangelo, anche gli eletti sarebbero indotti in errore”.Secondo questa profezia si tratta dunque del realizzarsi di entrambi i casi, ovvero:

1) PRIMO CASO: Elezione di falso papa, in violazione delle norme canoniche previste, e quindi di per se’ eretico. In tal caso, in quanto eretico, non sarebbe papa.

2) SECONDO CASO: Un falso papa che sia di fatto eretico occulto gia’ prima della sua elezione e diventasse anche pubblicamente eretico dopo la sua elezione, e che come tale cesserebbe quindi immediatamente dalle sue cariche.Vedasi al riguardo la bolla papale del pontefice Paolo IV _________________________________________

(1) L’ESTREMA (E INUTILE) DIFESA DEI PRO-BERGOGLIANI SUL PRINCIPIO DECADENZA AUTOMATICA DI UN PAPA ERETICO

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(2) Kramer, Paul. To deceive the elect: The catholic doctrine on the question of a heretical Pope, Edizione Kindle (Gondolin press, USA, 2019).

(3) Jus Canonicum by Franz Xavier Wernz S.J. and Pedro Vidal S.J. (1938) Chapter VII; and, Jus Canonicum, Roma, Gregoriana, 1943, vol. II, p. 517.(4) Works of the Seraphic Father St. Francis of Assisi; R. Washbourne, 18 Patterson Row, London, 1882.

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LIVING REVIEW – L’ESTREMA (E INUTILE) DIFESA DEI PRO-BERGOGLIANI SUL PRINCIPIO DECADENZA AUTOMATICA DI UN PAPA ERETICO – PRIMA PARTE

di Max Tex (16 aprile 2020, update 30 giugno 2020)

C’e’ la convinzione da parte di molti sacerdoti, specialmente da parte dei pro-bergogliani, che l’evento di un papa eretico non potrebbe mai verificarsi nella Chiesa. Quale ne sarebbe dunque la base razionale?L’argomento e’ cosiddetta “Promessa di Gesu Cristo a Pietro”Si basa sulle notissime parole di Gesu’ Cristo il quale, predicendo a Pietro il suo tradimento, lo informa che ha pregato per la sua salvezza in modo che possa raccogliere attorno a se’ e guidare con certezza gli altri Apostoli. Quindi Pietro e’ per questo Vicario di Cristo e come tale, grazie all’aiuto divino, potra’ seguire con certezza la via tracciata da Cristo stesso, restando esclusa quindi la possibilta’ da parte sua di un suo possibile errore dogmatico, ovvero il compimento da parte sua di un’eresia. Per estensione, cio’ implica che lo stesso criterio debba applicarsi a tutti successori di Pietro.E’ la cosiddetta “infallibilita” papale.Tuttavia questo non esclude la possibilita’ di un papa eretico. Se possibile, la presente situazione di due papi simultaneamente presenti, di cui uno “emerito”, aggrava ancor piu’ la questione. Chi dei due papi sarebbe infallibile? E sotto quali condizioni? E quando, eventualmente, uno dei due o entrambi simultaneamente, potrebbero cessare di esserlo?

CASI DI NULLITA’ E DECADENZA

La possibilita’ che un pontefice possa decadere per eresia, e quindi per scomunica “latae sententiae”, non puo’ essere omessa. Da notare che l’eresia puo’ essere sia pubblica, cioe’ espressa pubblicamente in atti o dichiarazioni pubbliche, che privata (o nascosta), ovvero tenuta nascosta ad altre persone.Cos’e’ l’eresia?E’ una qualunque violazione del “Depositum fidei”, ovvero il patrimonio di tutte le verità, sia in ordine alla conoscenza (fede) che al comportamento (morale), insegnate da Gesù agli Apostoli e da questi trasmesse al collegio dei Vescovi quali loro successori. La pensano cosi teologi e famosi dottori della Chiesa. Infatti, pur accettando l’interpretazione estensiva della frase di Gesu’ Cristo a tutti successori di Pietro, sorgono le seguenti, teoriche ma effettive possibilita’:1) Elezione di un falso papa: ovvero in violazione delle norme canoniche previste, e quindi di per se’ eretico. In tal caso, in quanto eretico, non sarebbe papa. 2) Un papa che sia di fatto eretico privatamente prima di essere eletto, (per esempio, essendo massone o modernista, ovvero violasse comunque per le sue intime convinzioni il “Depositum fidei”), e diventasse pubblicamente eretico dopo la sua elezione. Anche in tal caso la sua elezione sarebbe invalida. Peraltro decadrebbe immediatamente anche pubblicamente non appena la sua eresia diventasse appunto pubblica.In entrambi i casi resterebbe vera la regola che tutti i Vicari di Cristo non possano essere eretici.E’ chiaro, vista la loro importanza cruciale, che e’ necessario verificare scrupolosamente il possibile verificarsi di entrambe o una soltanto delle suddette circostanze. Nessuna delle due può essere scartata a priori né minimizzata. In ogni caso il verificarsi di almeno una di esse e’ ovviamente sufficiente a dichiarerà eretico, e quindi decaduto, il papa.

LE FONTI

Questa tesi e’ confermata da Sant’Antonino che al riguardo si e’ pronunciato molto chiaramente. Ved. Somma teologica, Citato in Atti di Vaticano I [Actes de Vatican I], Pubblicazioni Frond [Frond publications], 1459: “Nel caso in cui il Papa divenisse un eretico egli si ritroverebbe, per quel fatto stesso e senza altra sentenza, separato dalla Chiesa. Una testa separata dal corpo, sintantoché essa rimanga separata, non può e non potrebbe essere la testa dello stesso corpo dal quale essa è e sarebbe stata tagliata. Un Papa separato dalla Chiesa mediante l’eresia, dunque, per quel fatto stesso, cesserebbe di essere la testa della Chiesa. Egli non potrebbe essere un eretico e rimanere Papa, giacché egli sarebbe al di fuori della Chiesa.”

RITI E SACRAMENTI IMPARTITI DAGLI ERETICI

E’ chiaro peraltro che coloro che seguissero un papa o un sacerdote eretico, sia religiosi che fedeli laici, cadrebbero inevitabilmente in peccato mortale. In particolare se fossero consapevoli che il sacerdote che conduce i riti e impartisce i sacramenti e’ eretico potrebbero essere essi stessi considerati eretici.Al riguardo fa fede quanto afferma San Tommaso D’aquino. Nella sua trattazione sulla messa e sull’eucarestia, San Tommaso D’aquino assume una posizione precisa riguardo agli eretici, incluso evidentemente il caso di un papa eretico. Infatti riguardo alla messa e all’eucarestia celebrata in unione con gli eretici il Doctor Angelicus scrive: “ideo peccat quicumque eorum missam audit vel ab eis accipit sacramenta” (S.Th., III, q.82, a.9:), ovvero “quindi pecca chiunque ascolti la loro messa o riceva da essi i sacramenti”

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L’ESTREMA (E INUTILE) DIFESA DEI PRO-BERGOGLIANI SUL PRINCIPIO DECADENZA AUTOMATICA DI UN PAPA ERETICO – SECONDA PARTE

di Max Tex (31 maggio 2020)

Dopo la precedente riflessione sull’argomento (ved. (1), 16 aprile 2020) ritengo sia utile tornare sull’argomento. Vi sono motivi sia razionali che di fede per farlo (quest’ultimo lo menzionero’ nella conclusione).Siamo nel pieno della crisi apostatica ed eretica della Chiesa e sui difensori della fede, il Piccolo Resto e Don Alessandro Minutella in particolare, si e’ scatenato il fango della calunnia e dell’oltraggio verbale. Dobbiamo quindi schierarci ma per questo e’ indispensabile analizzare con attenzione i fatti.Il motivo contingente e’ infatti che mi sono reso conto dell’esistenza di nuovi importanti elementi che ulteriormente suffragano la tesi gia’ esposta, basata peraltro su deduzioni razionali. Ovvero che vi siano due casi di decadenza automatica del romano pontefice. Entrambi si verificano nel caso di eresia, precisamente:

1) PRIMO CASO: Elezione di falso papa, in violazione delle norme canoniche previste, e quindi di per se’ eretico. In tal caso, in quanto eretico, non sarebbe papa.

2) SECONDO CASO: Un papa che sia di fatto eretico gia’ prima della sua elezione o lo diventasse tale dopo la sua elezione, e che come tale cesserebbe quindi immediatamente di esserlo.

I documenti e testimonianze emergono dal libro di Paul L. Kramer “To deceive the elect” (2).

Vediamo di citarne le piu’ significative analiticamente. In riferimento al PRIMO CASO Paul Kramer cita l’intervista di Aldo Maria Valli (AMV) a Mons. Nicola Bux (MNB). Ecco il dialogo:AMV: “scusi don Nicola, sta dicendo che in caso di eresia, proprio come un cristiano eretico cessa di essere membro della Chiesa, anche il papa cessa di essere papa e capo del corpo ecclesiale, e perde ogni giurisdizione?” MNB: “Sì, l’eresia intacca la fede e la condizione di membro della Chiesa, che sono la radice e il fondamento della giurisdizione. Questo è il pensiero dei padri della Chiesa, in specie di Cipriano, che ebbe a che fare con Novaziano, antipapa durante il pontificato di papa Cornelio (cfr Lib. 4, ep. 2). Ogni fedele, compreso il papa, con l’eresia si separa dall’unità della Chiesa. È noto che il papa è nello stesso tempo membro e parte della Chiesa, perché la gerarchia è all’interno e non sopra la Chiesa, come affermato in Lumen gentium ( n. 18). Di fronte a questa eventualità, così grave per la fede, alcuni cardinali, o anche il clero romano o il sinodo romano, potrebbero ammonire il papa con la correzione fraterna, potrebbero “resistergli in faccia” come fece Paolo con Pietro ad Antiochia; potrebbero confutarlo e, se necessario, interpellarlo al fine di spingerlo a ravvedersi. In caso di pertinacia del papa nell’errore, bisogna prendere le distanze da lui, in conformità con ciò che dice l’Apostolo (cfr. Tito 3,10-11). Inoltre la sua eresia e la sua contumacia andrebbero dichiarate pubblicamente, perché egli non provochi danno agli altri e tutti possano premunirsi. Nel momento in cui l’eresia fosse notoria e resa pubblica, il papa perderebbe ipso facto il pontificato”. Altro elemento riguarda la dichiarazione autorevole dello stesso Paul Kramer che afferma nel suo libro di aver dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che “Benedict XVI is still the only legitimate claimant to the papal throne at this time”. Afferma infatti che “This is very easy to prove, and the arguments are so cut and dry that they are easily grasped and readily seen to be conclusive, correct and irrefutable”.Riguardo ai due casi, Paul Kramer cita cinque possibili alternative “in linea di principio” considerate dai canonisti autorevoli Wentz e Vidal (3).

Alternativa #1: La prima esclude la possibilita di eresia dopo l’elezione a Romano Pontefice. Questa possibilita’ consistente con la promessa di Cristo (ved.(1)) va considerata.(SECONDO CASO).

Alternativa #2: La seconda e’ il caso di eresia occulta. E’ basata sull’ipotesi che in tal caso l’elezione a Romano Pontefice sia invalida. Questa e’ l’opinione di Bellarmino, basata sulla ipotesi che gli eretici occulti siano completamente separati dal corpo della Chiesa. Questa possibilita’ va considerata (PRIMO CASO).

Alternativa #3: La terza eventualita’ e’ che il Romano Pontefice non decada automaticamente dalla sua carica ne’ possa essere privato del suo potere anche in caso di manifesta eresia. Questa possibilita’ sempre secondo Bellarmino e’ ritenuta “estremamente improbabile” (PRIMO e SECONDO CASO).

Alternativa #4: La quarta, secondo Suarez, Cajetan e altri, e’ che il Romano Pontefice non sia automaticamente deposto anche in caso di eresia, ma debba essere deposto mediante sentenza declaratoria del crimine (di eresia). Questa possibilita’ e’ esclusa recisamente da Bellarmino (SECONDO CASO). Alternativa #5: Infine c’e’ una quinta possibilita, favorita da Bellarmino e difesa fortemente da Tanner e altri, che la ritengono anche razionalmente dimostrabile. E’ il caso di pubblica eresia da parte del Romano Pontefice, che come tale cesserebbe di essere membro della Chiesa e pertanto decadrebbe immediatamente dalla sua carica e dalle sue funzioni di capo della Chiesa (SECONDO CASO).

CONCLUSIONE: LA PROFEZIA DI SAN FRANCESCO

Paul Kramer cita una profezia di San Francesco, molto ben circonstanziata sulla questione della legittimita dell’elezione papale e la cristi della Chiesa. Afferma infatti (4):“Il tempo si sta rapidamente avvicinando in cui abbonderanno (per i cristiani) grandi prove e sofferenza, dubbi e dissenso, sia spirituali che temporali…”“Al tempo di questa tribolazione un uomo non canonicamente eletto sara’ elevato al pontificato, che, con (ogni) astuzia tentera’ di portare molti all’errore e dannazione. [….] Se quei giorni non fossero abbreviati, secondo la parole del Vangelo, anche gli eletti sarebbero indotti in errore”.Secondo questa profezia si tratta dunque del realizzarsi di entrambi i casi, ovvero:

1) PRIMO CASO: Elezione di falso papa, in violazione delle norme canoniche previste, e quindi di per se’ eretico. In tal caso, in quanto eretico, non sarebbe papa.

2) SECONDO CASO: Un falso papa che sia di fatto eretico occulto gia’ prima della sua elezione e diventasse anche pubblicamente eretico dopo la sua elezione, e che come tale cesserebbe quindi immediatamente dalle sue cariche.

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(1) L’ESTREMA (E INUTILE) DIFESA DEI PRO-BERGOGLIANI SUL PRINCIPIO DECADENZA AUTOMATICA DI UN PAPA ERETICO

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(2) Kramer, Paul. To deceive the elect: The catholic doctrine on the question of a heretical Pope, Edizione Kindle (Gondolin press, USA, 2019).

(3) Jus Canonicum by Franz Xavier Wernz S.J. and Pedro Vidal S.J. (1938) Chapter VII; and, Jus Canonicum, Roma, Gregoriana, 1943, vol. II, p. 517.(4) Works of the Seraphic Father St. Francis of Assisi; R. Washbourne, 18 Patterson Row, London, 1882.

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L’ESTREMA (E INUTILE) DIFESA DEI PRO-BERGOGLIANI SUL PRINCIPIO DECADENZA AUTOMATICA DI UN PAPA ERETICO – PRIMA PARTE

di Max Tex (16 aprile 2020)


C’e’ la convinzione da parte di molti sacerdoti, specialmente da parte dei pro-bergogliani, che l’evento di un papa eretico non potrebbe mai verificarsi nella Chiesa.
Quale ne sarebbe dunque la base razionale?L’argomento e’ cosiddetta “Promessa di Gesu Cristo a Pietro”Si basa sulle notissime parole di Gesu’ Cristo il quale, predicendo a Pietro il suo tradimento, lo informa che ha pregato per la sua salvezza in modo che possa raccogliere attorno a se’ e guidare con certezza gli altri Apostoli. Quindi Pietro e’ per questo Vicario di Cristo e come tale, grazie all’aiuto divino, potra’ seguire con certezza la via tracciata da Cristo stesso, restando esclusa quindi la possibilta’ da parte sua di un suo possibile errore dogmatico, ovvero il compimento da parte sua di un’eresia. Per estensione, cio’ implica che lo stesso criterio debba applicarsi a tutti successori di Pietro.
E’ la cosiddetta “infallibilita” papale.
Tuttavia questo non esclude la possibilita’ di un papa eretico.
Se possibile, la presente situazione di due papi simultaneamente presenti, di cui uno “emerito”, aggrava ancor piu’ la questione. Chi dei due papi sarebbe infallibile? E sotto quali condizioni? E quando, eventualmente, uno dei due o entrambi simultaneamente, potrebbero cessare di esserlo?


CASI DI NULLITA’ E DECADENZA

La possibilita’ che un pontefice (o addirittura due in questo caso) possa decadere per eresia, e quindi per scomunica latae sententiae, non puo’ essere omessa. La pensano cosi teologi e famosi dottori della Chiesa. Infatti, pur accettando l’interpretazione estensiva della frase di Gesu’ Cristo a tutti successori di Pietro, sorgono le seguenti, teoriche ma effettive possibilita’:
1) Elezione di falso papa, in violazione delle norme canoniche previste, e quindi di per se’ eretico. In tal caso, in quanto eretico, non sarebbe papa. 2) Un papa che sia di fatto eretico o lo diventasse tale dopo la sua elezione, e che come tale cesserebbe quindi immediatamente di esserlo.
In entrambi i casi resterebbe vera la regola che tutti i Vicari di Cristo non possano essere eretici.
E’ chiaro, vista la loro importanza cruciale, che e’ necessario verificare scrupolosamente il possibile verificarsi di entrambe o una soltanto delle suddette circostanze. Nessuna delle due può essere scartata a priori né minimizzata. In ogni caso il verificarsi di almeno una di esse e’ ovviamente sufficiente a dichiarerà eretico, e quindi decaduto, il papa.


LE FONTI

Questa tesi e’ confermata da Sant’Antonino che al riguardo si e’ pronunciato molto chiaramente. Ved. Somma teologica, Citato in Atti di Vaticano I [Actes de Vatican I], Pubblicazioni Frond [Frond publications], 1459: “Nel caso in cui il Papa divenisse un eretico egli si ritroverebbe, per quel fatto stesso e senza altra sentenza, separato dalla Chiesa. Una testa separata dal corpo, sintantoché essa rimanga separata, non può e non potrebbe essere la testa dello stesso corpo dal quale essa è e sarebbe stata tagliata. Un Papa separato dalla Chiesa mediante l’eresia, dunque, per quel fatto stesso, cesserebbe di essere la testa della Chiesa. Egli non potrebbe essere un eretico e rimanere Papa, giacché egli sarebbe al di fuori della Chiesa.”


RITI E SACRAMENTI IMPARTITI DAGLI ERETICI

E’ chiaro peraltro che coloro che seguissero un papa o un sacerdote eretico, sia religiosi che fedeli laici, cadrebbero inevitabilmente in peccato mortale. In particolare se fossero consapevoli che il sacerdote che conduce i riti e impartisce i sacramenti e’ eretico potrebbero essere essi stessi considerati eretici.Al riguardo fa fede quanto afferma San Tommaso D’aquino. Nella sua trattazione sulla messa e sull’eucarestia, San Tommaso D’aquino assume una posizione precisa riguardo agli eretici, incluso evidentemente il caso di un papa eretico. Infatti riguardo alla messa e all’eucarestia celebrata in unione con gli eretici il Doctor Angelicus scrive: “ideo peccat quicumque eorum missam audit vel ab eis accipit sacramenta” (S.Th., III, q.82, a.9:), ovvero “quindi pecca chiunque ascolti la loro messa o riceva da essi i sacramenti”.

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LIVING REVIEW: L’ESTREMA (E INUTILE) DIFESA DEI PRO-BERGOGLIANI SULLA PACHAMAMA

Quali sono i tentativi di giustificazione, o “spiegazioni interne”, dei pro-Bergogliani a difesa dei riti idolatri di «Pachamama», o «Madre Natura» (come viene indicata anche da JM Bergoglio nella Querida Amazonia) Madre Natura dell’Amazzonia, avvenuti in Vaticano? La successione degli eventi:

4 ottobre 2019 JM BERGOGLIO ha partecipato ad un atto di adorazione della dea pagana Pachamama nei Giardini Vaticani (“Pago à la tierra” o “Tributo alla Terra”) .

5 ottobre 2019. La sera successiva, sabato 5 ottobre, il gruppo di “indigeni” dell’Amazzonia – che indossavano piume, magliette e scarpe sportive alla moda – si sono recati assieme ai loro amici presso la chiesa di Santa Maria in Traspontina, nel mezzo di Via della Conciliazione, per una veglia di preghiera per il Sinodo che si sarebbe aperto l’indomani.

7 ottobre 2019 in presenza di JM BERGOGLIO l’idolo è stato, posto di fronte all’altare maggiore di San Pietro e poi portato in processione nella Sala del Sinodo.

24 dicembre 2019 vigilia di Natale in Vaticano, omaggi alla pachamama in mondovisione. Una donna india insegnava a tutti, prelati, vescovi e pubblico come incrociare le braccia sul petto, in una specie di rituale pagano amazzonico: “Sentirete una forte vibrazione. È il cuore. Il vostro cuore, ma anche il cuore della Madre Terra”.

C’e’ la convinzione di questi sacerdoti (pro-bergogliani) che l’evento della intronizzazione della «Pachamama», non sarebbe nulla di nuovo e che anzi rientrerebbe in una vera e propria tradizione di lunga data della Chiesa cattolica.

Quali sarebbero dunque le giustificazioni “interne”? L’argomento sarebbe il seguente: la Chiesa avrebbe sempre fatto cosi, cioe’ “intronizzato” molte credenze/divinita’ pagane precedenti!

Gli esempi che vengono da loro proposti sono due e precisamente:

Esempio # 1 – San Michele Arcangelo (Mi-ka-El della Bibbia, che significa “chi è come Dio?”): sarebbe nient’altro che il dio della t#1 – ransumanza Ercole, Mercurio, Mitra ecc. (1)

Esempio # 2 – La Madonna di Guadalupe (Messico): ha il volto di una ragazza Atzeca. (2)

E’ evidente. ed anzi al di la’ di ogni dubbio, che entrambe le tesi sono totalmente infondate! Ed anche senza precedenti. Infatti, non risulta che nessuno sano di mente abbia finora mai tentato l’intronizzazione di Giove, Marte, Minerva o altre divinita’ del Pan-teon Greco e Romano! Al contrario, come ben sappiamo, papa Francesco ha tentato qualcosa di simile con Allah, divinita’ confrontabile a Giove nel Panteon arabico pre-Islam. L’intronizzazione della Pachamama e lo stesso successivo Sinodo Panamazzonico (terminato il 27 ottobre 2019), con la successiva esortazione apostolica postsinodale “Querida Amazonia” sono in-vece precisi obbiettivi della cosiddetta Teologia della Liberazione Indigena, ispirata a Mons Leonidas Proano (1910-1988) (3). Secondo la quale ai “popoli dell’America Latina …. l’unica via ‘ quella che ha come protagonisti gli indios amazzonici”. In pratica si tenta di reintrodurre il mito del “buon selvaggio” caratteristico della cultura del Primitivismo del XVIII secolo. E’ l’idea che il “buon selvaggio”, in questo caso rappresentato dagli indios amazzonici, sia un uomo naturalmente buono e pacifico in quanto vicino alla natura. Con cio’ colpevolmente ignorando gli infanticidi rituali (di fatto utilizzati per il controllo demografico) ancora frequenti in Amazzonia. In cio’ rientra la stessa preghiera indirizzata a «Pachamama» (la «Madre Natura»): introdotta dallo stesso JM Bergoglio nell’esortazione apostolica Querida Amazonia.Il culto di «Pachamama» cosi introdotto da JM Bergoglio e’ stato fortemente criticato dall’Arcivescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi, il quale il 19 marzo scorso ha definito una assurdità l’introduzione del «concetto di “Madre Terra” («Pachamama»). Crepaldi dichiara di sperare «che il coronavirus “spazzi via” quest’idea che JM Bergoglio esprime letteralmente nella Querida Amazonia». Lo stesso Crepaldi ha infine concluso che «La natura deve essere governata dall’uomo» e chiamando «le ideologie panteistiche postmoderne disumane» (4).

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(1) Le origini del culto di San Michele Arcangelo https://www.facebook.com/100000069109306/posts/2900660229946252/?sfnsn=mo

(2) Le Vergine di Guadalupe, “La Morenita”

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(3) Julio Loredo “Teologia della Liberazione”, pagg 372 e segg, Catagalli (2014).

(4) CRITICA DELLA «PACHAMAMA» DA PARTE DELL’ARCIVESCOVO CREPALDI https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=3274057165939888&id=100000069109306&sfnsn=scwspmo&extid=nFJFZy8LaYdljopu

(5) I cinque inganni della #Pachamama, 14 novembre 2019 Amato, Avv. Gianfranco https://www.culturacattolica.it/attualit%C3%A0/in-rilievo/ultime-news/2019/11/14/i-cinque-inganni-della-pachamama

(6) S. Francesco e la tutela del creato. La preghiera del Papa nei giardini vaticani (gli incredibili riti idolatri di pachamama, 4 ottobre 2019) https://www.youtube.com/watch?v=eWFQggOP2Gc

(7) Riti pagani di pachamama nei giardini vaticani, 4 ottobre 2019 (Commento sul rito pagano in Vaticano per il sinodo dell’Amazzonia – Matteo D’Amico) https://www.youtube.com/watch?v=aNAVo0HwxVE

(8) Vaticano, rito pagano con omaggio alla Pachamama in mondovisione, 24 Dicembre 2019  https://www.imolaoggi.it/2019/12/26/vaticano-rito-pagano-con-omaggio-alla-pachamama-in-mondovisione/

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L’ESTREMA (E INUTILE) DIFESA DEI PRO-BERGOGLIANI SULLA PACHAMAMA

Quali sono i tentativi di giustificazione, o “spiegazioni interne”, dei pro-Bergogliani a difesa dei riti idolatri di «Pachamama», o «Madre Natura» (come viene indicata anche da JM Bergoglio nella Querida Amazonia) Madre Natura dell’Amazzonia, avvenuti in Vaticano? La successione degli eventi:

4 ottobre 2019 JM BERGOGLIO ha partecipato ad un atto di adorazione della dea pagana Pachamama nei Giardini Vaticani (“Pago à la tierra” o “Tributo alla Terra”) .

5 ottobre 2019. La sera successiva, sabato 5 ottobre, il gruppo di “indigeni” dell’Amazzonia – che indossavano piume, magliette e scarpe sportive alla moda – si sono recati assieme ai loro amici presso la chiesa di Santa Maria in Traspontina, nel mezzo di Via della Conciliazione, per una veglia di preghiera per il Sinodo che si sarebbe aperto l’indomani.

7 ottobre 2019 in presenza di JM BERGOGLIO l’idolo è stato, posto di fronte all’altare maggiore di San Pietro e poi portato in processione nella Sala del Sinodo.

24 dicembre 2019 vigilia di Natale in Vaticano, omaggi alla pachamama in mondovisione. Una donna india insegnava a tutti, prelati, vescovi e pubblico come incrociare le braccia sul petto, in una specie di rituale pagano amazzonico: “Sentirete una forte vibrazione. È il cuore. Il vostro cuore, ma anche il cuore della Madre Terra”.

C’e’ la convinzione di questi sacerdoti (pro-bergogliani) che l’evento della intronizzazione della «Pachamama», non sarebbe nulla di nuovo e che anzi rientrerebbe in una vera e propria tradizione di lunga data della Chiesa cattolica.

Quali sarebbero dunque le giustificazioni “interne”? L’argomento sarebbe il seguente: la Chiesa avrebbe sempre fatto cosi, cioe’ “intronizzato” molte credenze/divinita’ pagane precedenti!

Gli esempi che vengono da loro proposti sono due e precisamente:

Esempio # 1 – San Michele Arcangelo (Mi-ka-El della Bibbia, che significa “chi è come Dio?”): sarebbe nient’altro che il dio della t#1 – ransumanza Ercole, Mercurio, Mitra ecc. (1)

Esempio # 2 – La Madonna di Guadalupe (Messico): ha il volto di una ragazza Atzeca. (2)

E’ evidente. ed anzi al di la’ di ogni dubbio, che entrambe le tesi sono totalmente infondate! Ed anche senza precedenti. Infatti, non risulta che nessuno sano di mente abbia finora mai tentato l’intronizzazione di Giove, Marte, Minerva o altre divinita’ del Panteon Greco e Romano!

Al contrario, come ben sappiamo, papa Francesco ha tentato qualcosa di simile con Allah, divinita’ confrontabile a Giove nel Panteon arabico pre-Islam.

L’intronizzazione della Pachamama e lo stesso successivo Sinodo Panamazzonico (terminato il 27 ottobre 2019), con la successiva esortazione apostolica postsinodale “Querida Amazonia” sono invece precisi obbiettivi della cosiddetta Teologia della Liberazione Indigena, ispirata a Mons Leonidas Proano (1910-1988) (3). Secondo la quale ai “popoli dell’America Latina …. l’unica via ‘ quella che ha come protagonisti gli indios amazzonici”.

In pratica si tenta di reintrodurre il mito del “buon selvaggio” caratteristico della cultura del Primitivismo del XVIII secolo. E’ l’idea che il “buon selvaggio”, in questo caso rappresentato dagli indios amazzonici, sia un uomo naturalmente buono e pacifico in quanto vicino alla natura. Con cio’ colpevolmente ignorando gli infanticidi rituali (di fatto utilizzati per il controllo demografico) ancora frequenti in Amazzonia.

In cio’ rientra la stessa preghiera indirizzata a «Pachamama» (la «Madre Natura»): introdotta dallo stesso JM Bergoglio nell’esortazione apostolica Querida Amazonia.

Il culto di «Pachamama» cosi introdotto da JM Bergoglio e’ stato fortemente criticato dall’Arcivescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi, il quale il 19 marzo scorso ha definito una assurdità l’introduzione del «concetto di “Madre Terra” («Pachamama»). Crepaldi dichiara di sperare «che il coronavirus “spazzi via” quest’idea che JM Bergoglio esprime letteralmente nella Querida Amazonia».

Lo stesso Crepaldi ha infine concluso che «La natura deve essere governata dall’uomo» e chiamando «le ideologie panteistiche postmoderne disumane» (4).

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(1) ved.Post https://www.facebook.com/100000069109306/posts/2900660229946252/?sfnsn=mo

(2) ved.Post Post https://www.facebook.com/100000069109306/posts/2900967596582182/?sfnsn=mo

(3) Julio Loredo “Teologia della Liberazione”, pagg 372 e segg, Catagalli (2014).

(4) CRITICA DELLA «PACHAMAMA» DA PARTE DELL’ARCIVESCOVO CREPALDI

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=3274057165939888&id=100000069109306&sfnsn=scwspmo&extid=nFJFZy8LaYdljopu

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L’ESTREMA (E INUTILE) DIFESA DEI PRO-BERGOGLIANI SULLA NEGAZIONE DELL’ILLEGITTIMITA DELL’ELEZIONE A PAPA DI JM BERGOGLIO (*)

C’e’ la convinzione da parte di molti sacerdoti, specialmente da parte dei pro-bergogliani, che l’elezione di JM Bergoglio sia necessariamente legittima. Gli argomenti sono due:

1) Il primo e’ la cosiddetta “Promessa di Gesu Cristo a Pietro” gia’ discussa in (1), secondo la quale tutti i successori di Pietro sarebbero scelti e protetti dallo Spirito Santo per cui restereb-be esclusa la possibilita’ di un errore nella successione pe-trina.

2) Il secondo riguarda i precedenti storici dei conclavi.L’argomento e’ il seguente. Si basa sulle note vicende verificatesi nel corso dei secoli e occasione di numerosi conclavi relative a elezioni politicamente motivate o anche influenzate da poteri esterni.ù

Sono noti alcuni esempi.

Un caso e’ quello della Spagna che nel 1621 oppose il veto all’elezione a Papa di Francesco Maria Del Monte. Dopo la morte di papa Paolo V il 28 gennaio 1621, i cardinali entrarono in conclave l’8 febbraio. Alle votazioni dell’8-9 febbraio parteciparono 50 porporati.

A seguito del veto della Spagna i voti conversero sul cardinale Ludovisi. L’elezione del pontefice avvenne per acclamazione. Fu comunque l’ultima volta: dopo Gregorio XV, infatti, tutti i papi sono stati eletti tramite votazione.

Un altro esempio e’ quello di Pio IX. Nel conclave del 1846 vi fu prima veto di Ferdinando I d’Austria contro il cardinale Tommaso Bernetti. Sebbene lo stesso Ferdinando I d’Austria avesso posto il veto anche contro il cardinale Giovanni Maria Mastai Ferretti, quest’ultimo venne tuttavia eletto papa, diventando Pio IX.

Sempre secondo i pro-bergogliani nel caso dell’elezione di JB Mergoglio non si sarebbe verificato nulla di nuovo. Le critiche non sarebbero quindi altro che “quisquilie frutto della bigotteria di cristiani tradizionalisti”!Ma e’ veramente cosi? O si tratta semplicemente di un tentativo (disperato) di “cover up” da parte dei pro-bergogliani che sentono crollare il pavimento sotto i loro piedi? Esaminiamo lo stato attuale delle prove contrarie.

I TENTATIVI E LE PRESSIONI ESERCITATE SU BENEDETTO XVI PER SPINGERLO ALLE DIMISSIONI

I motivi invalidanti dell’elezione di JB Bergoglio appaiono senza precedenti. Cio’ emerge da numerosi fattori:

  1. le pressioni (alle dimissioni) esercitate nei confronti di Benedetto XVI da parte del Card. Martini (a nome dei cardinali italiani), da parte dei vescovi tedeschi in occasione delle sue visite in Germania, dal ricatto sui trasferimenti elettronici bancari esercitato, trame CIA, dal governo USA di Obama; le continue richieste di molti sinodi a deviare dal Depositum Fidei.
  2. la famigerata “Declaratio” di dimissioni da parte di Benedetto XVI;
  3. le dichiarazioni e l’autobiografia del cardinale belga Godfried Danneels

Esaminiamo in dettaglio quest’ultimo aspetto.

LA CONFESSIONE DEL CARD. GODFRIED DANNEELS (2)

. Nell’ultima settimana di settembre 2015, il Cardinale Danneels ha presentato la sua biografia a Bruxelles (3), e ha riconosciuto l’esistenza di un gruppo di Cardinali che hanno lavorato insieme per controllare la successione di Giovanni Paolo II e impedire il Cardinale Joseph Ratzinger, che allora era Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, di ascendere alla cattedra di Pietro. Nella presentazione, Danneels ha rivelato di aver fatto parte di una “mafia” (con i cardinali Kasper, Silvestrini, Van Luyn, Martini, Murphy O’Connor, Lehman, da Cruz, Husar e Hume)e che hanno lavorato nell’ombra per costringere papa Benedetto XVI a dimettersi e ad abilitare Jorge Mario Bergoglio per diventare Papa.Va sottolineato che questa “mafia”, conosciuta tra loro come “Il gruppo di San Gallo”, a causa del monastero svizzero in cui si sono tenuti i loro incontri, si è auto-scomunicata dalla Chiesa, come promulgata la costituzione apostolica Universi Domenici Gregis di Giovanni Paolo II, che proibisce le trame e gli accordi tra cardinali per influenzare l’elezione di un papa.L’articolo 79 dice: “Confermando le prescrizioni dei miei predecessori, proibisco anche a chiunque, anche se è un cardinale, durante la vita del Papa e senza averlo consultato, di fare piani riguardanti l’elezione del suo successore, o di promettere voti, o prendere decisioni al riguardo in incontri privati ​​”.E nell’articolo 81 si stabilisce che questi accordi sono puniti con la scomunica latae sententiae (cioè automatica, senza la necessità di una dichiarazione da parte di nessuno, ipso facto ed eo ipso).L’informazione rivelata dal cardinale Danneels giorni prima del Sinodo, coincide con quella pubblicata da Austin Ivereigh, nel suo libro “The Great Reformer” in cui rivela come, durante il conclave del 2013, quattro cardinali del gruppo Mafioso Saint Galen (Kasper, Lehman, Danneels e Murphy O’Connor) si sono riuniti per orchestrare illecitamente una campagna a favore dell’elezione di Bergoglio, dopo che quest’ultimo aveva accettato di essere il beneficiario di questa trama.Le dichiarazioni fatte dal cardinale Danneels nella presentazione della sua biografia portano alle seguenti conclusioni:1. Un gruppo di otto cardinali (uno di loro “papa”) sono oggi di fatto automaticamente auto-scomunicati “Latae Sententiae” dalla chiesa: Bergoglio, Danneels, Kasper, Silvestrini, Van Luyn, Husar, Lehman e O’Connor. Tre sono già morti senza alcuna prova che la scomunica sia stata revocata: Hume, da Cruz e Martini.2. La rinuncia a Benedetto XVI era invalida, come risultato della pressione morale, di un complotto contro di lui con il quale lo costrinsero a dimettersi. Il successore è stato eletto in modo invalido per mezzo di intrighi, espressamente vietato dalla Costituzione che regola la successione.3. Sebbene esistano già elementi che dimostrano l’esistenza di questo complotto, questa è la prima volta che uno dei cospiratori lo accetta apertamente e pubblicamente. Come gli avvocati di solito dicono, dove c’è una confessione, la dimostrazione non è necessaria.4. Mi riservo comunque di integrare quanto sopra sulla base della dell’autobiografia del card. Daneels (3) di cui conto di disporre a breve.

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(1) L’ESTREMA (E INUTILE) DIFESA DEI PRO-BERGOGLIANI SULLA NEGAZIONE DEL PAPA ERETICO

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=3322232337789037&id=100000069109306&sfnsn=scwspmo&extid=lCuJ7kd3HGXqSp2o

(2) Blog della Tradizione Cattolica Apostolica Romana, https://intuajustitia.blogspot.com/…/il-cardinale…

(3) G.Danneels “Godfried Danneels – Biografie” (in olandese),MettepenningJuergen (29 dicembre 2014)

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IL MITO DEL METICCIATO- SOSTITUZIONE ETNICA DI BERGOGLIO – ANALISI CRITICA DEL DISCORSO DI BARI

Max Tex 29 marzo 2020

Dichiarazione di Bergoglio a Bari (19 febbraio 2020) “Le razze non hanno futuro”, questa la sconcertante e perentoria affermazione recentemente profferita di JM Bergoglio durante l’incontro con i Vescovi del Mediterraneo a Bari (1).

Volutamente provocatoria al punto da metter in preventivo le inevitabili e prevedibili critiche che secondo lui ricorderebbero “i discorsi (che negli) anni Trenta seminavano l’odio” (2).

Di fronte ai vescovi del Mediterraneo ha quindi esposto il suo inossidabile credo politico-ideologico sul cosiddetto “Meticciato”, la mitica futura societa’ mondiale da lui vagheggiata.

Il contesto favorevole sarebbe dato, a suo avviso, dallo “storico” documento da sui sottoscritto ad Abu Dhabi con il Grande Imam di al–Azhar su “fratellanza e uguaglianza dei diritti tra i figli di Abramo”.

Con il suo solito linguaggio allusivo, vago, impreciso e pieno di autocompiacimento, ha quindi enunciato la sua peculiare visione del mito hegeliano della sociata’ mondiale illuminata, promuovendo il Mediterraneo a “ombelico”, “elemento connettivo” e “asse” della storia del mondo” attraverso il quale condurre a termine una massiccia migrazione sud-nord.Evidentemente per soppiantare la popolazione Italiana.

Operazione da lui ritenuta altamente auspicabile.Ma purtroppo attualmente resa problematica, secondo lui, a causa “delle polarizzazioni sempre più forti (che) non aiutano a risolvere i problemi”.

Per passare quindi alla sua usuale tirata di rimprovero: “Quando si rinnega il desiderio di comunione, iscritto nell’uomo e nella storia dei popoli, si contrasta il processo di unificazione della famiglia umana, che già si fa strada tra mille avversità. Il Mediterraneo ha una vocazione peculiare in tale senso: il mare del meticciato. Le purezze delle razze non hanno futuro”.

2 – Il mito svelato del meticciato (o sostituzione etnica) secondo Bergoglio

Le idee di Bergoglio sono sempre da lui esposte in modo volutamente vago ed impreciso. Cio’ riguarda di fatto la precisazione del concetti stessi di:- razza- Meticciato.ma soprattutto anche, come vedremo, la realizzazione pratica, dello stesso Meticciato, ovvero la sostituzione etnica. Per inciso, notiamo qui che ‘adozione di tale metodo espositivo dei concetti stessi (caratterizzato da estrema vaghezza e imprecisione del linguaggio) puo’ di fatto realizzare anche una scelta strategica ben precisa. Cio’ forse per non dare spazio a immediate critiche sferzanti da parte di prevedibili oppositori, ma soprattutto, in questo caso, per non alzare il livello di allarme se non addirittura di opposizione attiva su larga scala dalla grandissima maggioranza degli Italiani. Italiani gia’ chiaramente schieratisi in tutte le recenti elezioni politiche, europee ed amministrative contro l’immigrazione illegale. Quest’ultima favorita e incentivata in ogni modo dai vari governi di sinistra succedutisi dal 2011 al 2018 e ora nuovamente dal governo M5S-PD.

Incidentalmente, non si capisce bene qui a quale concetto di razza (Bergoglio) alluda precisamente, ovvero se quello biologico utilizzato negli anni trenta proprio dai nazisti (sarebbe il colmo!) oppure quello moderno su base etnico-religiosa.

In entrambi i casi la nozione di Meticciato rimane peraltro del tutto ovvia. Consiste infatti nel raggiungimento, in un lontano futuro ipotetico della societa’ umana, della mitica Razza Unica caratteristica precipua dell’ideale Illuministico hegeliano!

Nel caso si utilizzi la nozione di razza biologica, si tratterebbe di un’idea ingenua, in totale contrasto con la dinamica e la sana competizione genetica esistente delle razze umane.

Nel caso la nozione di razza sia invece quella su base etnico-religiosa cio’ richiederebbe l’istituzione di un’unica religione mondiale! Peraltro, nel contesto del “progetto” Bergogliano l’attuazione pratica del Meticciato appare chiaramente assumere tutt’altro carattere e compiti ben piu’ modesti.

Dalle sue ripetute allusioni nel discorso di Bari, nonche’ dalle sue esortazioni-rimbrotti quasi quotidiani, emerge che secondo Bergoglio la lealizzazione del Meticciato dovrebbe attuarsi mediante l’immigrazione illegale incontrollata.

Si tratta quindi semplicemente di sostituzione etnica! Attuata con immigrati, in grandissima prevalenza musulmani, provenienti dall’Africa! Vedasi al riguardo il piano di sostituzione etnica di Soros, sostenuto in Italia dal PD e particolarmente da Emma Bonino (4), del resto da anni grande amica di JM Bergoglio (5).

Il concetto e’ ovviamente radicalmente alternativo a quello predicato dalla sinistra marxista, filo-islamica e terzomondista. Precisamente quello della cosiddetta “integrazione” e della “multiculturalita’”.3 – Refutazione razionale del meticciato secondo BergoglioEsaminiamo dal punto di vista puramente razionale il concetto di Meticciato e la sua realizzazione come emerge chiaramente dal discorso di Bergoglio.

Si tratta di capirne il fondamento logico-razionale al fine di esaminarne l’eventuale consistenza o inconsistenza.Se utilizziamo la dottrina sociale della Chiesa (vedi qui (3) e (6)) e’ immediato giungere alla inevitabile conclusione logica.Infatti, ogni popolo, in particolare Europeo e specificatamente quello italiano, ha il diritto naturale di organizzarsi in stato e di preservare la sua identita’ storica, culturale, morale e religiosa, prima ancora che geografica, economica o politica. Tale identita’ include i valori universali del cristianesimo, nonche’ quelli culturali, artistici e storici che hanno contribuito a forgiare l’Europa stessa.Allo stesso tempo e’ evidente che la realizzazione del sopradescritto programma del Meticciato distruggerebbe la stessa identita storica, culturale, morale e religiosa degli italiani.Si conclude quindi che l’ipotesi di Meticciato prospettata da Bergoglio e’ totalmente inconsistente con la dottrina sociale della chiesa!

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(1) recente incontro di Bari dei Vescovi del Mediterraneo 19/02/2020.

(2) P.Schiavazzi,Limes, https://www.limesonline.com/papa-francesco-razze…/116814)

(3) J. Ratzinger Benedetto XVI “Il posto di Dio nel Mondo”, Ed. Cantagalli, Siena (2013)

(4) SOSTITUZIONE ETNICA. LA BONINO CONFERMA IL PIANO SOROS & C. DI SOSTITUZIONE ETNICA DELLA POPOLAZIONE

https://www.controinformazione.info/sostituzione…/…

(5) IL PAPA RIVEDE L’AMICA EMMA BONINO

https://www.miopapa.it/il-papa-rivede-lamica-emma-bonino/

(6) COMPENDIO DELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA

http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/justpeace/documents/rc_pc_justpeace_doc_20060526_compendio-dott-soc_it.html