Il nostro fratello della Catena di Preghiera, Domenico Belisario, esperto conoscitore dei testi Maria Valtorta, mi ha gentilmente fornito la bibliografia della veggente riguardo all’argomento “pastore idolo”. Ecco la lista dei riferimenti. Vi faccio osservare che i testi sono molto interessanti, infatti alcuni si riferiscono chiaramente a noi dei piccolo resto (Gesu’ parla di chiese nelle case!), individuando le precise responsabilita’ di ciascuno di noi!
Riferimento n.1 – Come esser rigorosi con gli agnelli quando si è pastori idoli? Valtorta – Evangelo 629.9
(…) MA QUANDO POI, COME VENDEMMIATORI AD UN TINO, VOI TUFFATE LE MANI NEL MARE DEL MIO SANGUE E NE ATTINGETE DI CHE MONDARE LE STOLE CORROTTE DEI MISERI CHE PECCARONO, SIATE, OLTRE CHE PURI, PERFETTI PER NON MACCHIARVI DI UN PECCATO MAGGIORE, ANZI, DI PIÙ PECCATI, SPARGENDO E TOCCANDO CON SACRILEGIO IL SANGUE DI UN DIO O MANCANDO A CARITÀ E GIUSTIZIA, NEGANDOLO O DANDOLO CON UN RIGORE CHE NON È DEL CRISTO – che fu buono coi malvagi per attirarli al suo cuore e tre volte buono coi deboli per confortarli alla fiducia – USANDO QUESTO RIGORE TRE VOLTE INDEGNAMENTE, PERCHÉ CONTRO LA MIA VOLONTÀ, LA MIA DOTTRINA E LA GIUSTIZIA.
COME ESSER RIGOROSI CON GLI AGNELLI QUANDO SI È PASTORI IDOLI?
Riferimento n. 2 – Falsi pastori non hanno avuto parole sincere né atti di conforto … Valtorta – Evangelo 518.7
I farisei, come sempre, si inveleniscono per le approvazioni della folla e divengono ancor più mordenti nel tono con cui si rivolgono al Cristo. «Rispondi senza tante parole e dimostra che sei il Messia».
«In verità, in verità Io vi dico che lo sono. Io, Io soltanto sono la Porta dell’ovile dei Cieli. Chi non passa da Me non può entrare.
È vero. Ci sono stati altri falsi Messia, e altri ancora ce ne saranno. Ma l’unico e vero Messia sono Io.
Quanti sin qui sono venuti, dicendosi tali, non lo erano, ma erano soltanto ladri e briganti.
E non solo quelli che si facevano chiamare Messia da pochi del loro stesso animo, ma anche altri ancora che, senza darsi quel nome, esigono però un’adorazione che neppure al vero Messia viene data. Chi ha orecchie per intendere intenda. Però osservate.
Né ai falsi Messia né ai falsi pastori e maestri le pecore hanno dato ascolto, perché il loro spirito sentiva la falsità della loro voce che voleva mostrarsi dolce ed era crudele.
Soltanto dei caproni li hanno seguiti per essere loro compagni nelle ribalderie. Caproni selvatici, indomiti, che non vogliono entrare nell’Ovile di Dio, sotto lo scettro del vero Re e Pastore. Perché questo, ora, si ha in Israele.
Che Colui che è il Re dei re diviene il Pastore del gregge, mentre un tempo colui che era pastore di greggi divenne re, e l’Uno e l’altro vengono da un’unica radice, da quella di Isai, come è detto (Isaia 11,1.10; Geremia 23,5-6) nelle promesse e profezie.
I falsi pastori non hanno avuto parole sincere né atti di conforto.
Riferimento n.3 – Guai ai pastori che ripudiano la Sapienza per saturarsi di scienza – Valtorta – Evangelo 169.9
(…) GUAI, TRE VOLTE GUAI AI PASTORI CHE RIPUDIANO LA SAPIENZA PER SATURARSI DI SCIENZA SOVENTE CONTRARIA, SEMPRE SUPERBA, TALORA SATANICA, PERCHÉ LI FA UOMINI MENTRE – UDITE E RITENETE – MENTRE SE OGNI UOMO HA DESTINO DI DIVENIRE SIMILE A DIO, CON LA SANTIFICAZIONE CHE FA DELL’UOMO UN FIGLIO DI DIO, IL MAESTRO, IL SACERDOTE NE DOVREBBE AVERE GIÀ L’ASPETTO DALLA TERRA, E QUESTO SOLO, DI FIGLIO DI DIO.
DI CREATURA TUTT’ANIMA E PERFEZIONE DOVREBBE AVERE ASPETTO.
Riferimento n. 4 – Vi saranno epoche in cui i pastori idoli e i fedeli idoli saranno più dei veri pastori e dei veri fedeli – Valtorta – Evangelo 551.5
(ai dodici apostoli dopo la risurrezione di Lazzaro)
Gesù li scuote dicendo: «Non mi chiedete dove andiamo? La preoccupazione del domani vi fa muta la lingua, o non vi sembro più il vostro Maestro?».
I dodici alzano il capo. Sono dodici volti afflitti, o almeno sbalorditi, che si volgono verso il volto tranquillo di Gesù, ed è un unico «Oh!» che esce dalle dodici bocche.
E all’esclamazione di tutti fa seguito la risposta di Pietro, che parla per tutti: «Maestro, Tu lo sai che sei per noi sempre quello.
Ma è che da ieri siamo come coloro che hanno ricevuto un grosso colpo sulla testa. E tutto ci sembra che sia un sogno.
E Tu, lo vediamo e sappiamo che sei Tu, ma Tu ci sembri… già come lontano.
Un poco ci è rimasta questa sensazione da quando hai parlato col Padre tuo prima di chiamare Lazzaro, e da quando Tu lo hai tratto di là, così legato, col solo mezzo del tuo volere, e l’hai fatto vivo con la sola forza del tuo potere.
Quasi ci fai paura.
Parlo per me… ma credo che sia così per tutti… Ora poi… Noi… Questa partenza… così pronta e così misteriosa!».
«Avete doppia paura? Sentite più incombente il pericolo? Non avete, sentite di non avere forza di affrontare e superare le ultime prove? Ditelo con la massima libertà. Siamo ancora in Giudea. Siamo prossimi alle strade basse per la Galilea. Ognuno può andare, se vuole, e andare in tempo per non essere in odio al Sinedrio… »
Gli apostoli si agitano a queste parole. Chi, da quasi sdraiato sull’erba tiepida di sole, si siede. Chi da seduto sorge in piedi.
Gesù prosegue: «Perché da oggi Io sono il Perseguitato legale. Sappiatelo.
Riferimento n. 5 – I pastori idoli e mercenari che disonorano Dio calpestando la Legge che conoscono e predicano– Valtorta – Romani – 17 gennaio 1948 lezione 10a
DICE L’AUTORE SANTISSIMO:
(…) COSÌ PER GLI SCANDALI DI COLORO CHE “PORTANO IL NOME DI GIUDEI E SI RIPOSANO NELLA LEGGE E SI GLORIANO DI DIO” … E SOPRATTUTTO DI ESSERE “I MINISTRI DI DIO”, E NON SONO LUCERNA A CHI CERCA LUCE, NON GUIDA A CHI È CIECO, NON MAESTRO VERO AI PICCOLI DEL GREGGE, MA SONO CONFUSIONE, CREPUSCOLO, DISORDINE, NEGAZIONE.
SÌ. NEGAZIONE PERCHÉ “INSEGNANO AGLI ALTRI MA NON A SE STESSI”, PERCHÉ LA LORO VITA È COLMA DELLE COLPE O DEBOLEZZE CHE RIMPROVERANO AI LORO AGNELLI.
ESSI, CON LA LORO VITA DI PASTORIIDOLI (Ezechiele 34), DI PASTORI MERCENARI, DISONORANO DIO CALPESTANDO LA LEGGE CHE CONOSCONO E PREDICANO.
“E PER CAGIONE LORO, IL NOME DI DIO È BESTEMMIATO FRA LE GENTI”.
SÌ. BESTEMMIATO.
PERCHÉ I NEMICI DI DIO ADDITANO ALLO SPREZZO DEI POPOLI I SERVI DI DIO TROPPO PECCATORI O ANCHE TROPPO IMPERFETTI, PIGRI, TIEPIDI, SENZA VERA FEDE.
IN VERITÀ È PIÙ FEDE NEGLI AGNELLI CHE NELLA MAGGIORANZA DEI PASTORI CHE DEL LORO MINISTERO HANNO FATTO UN MESTIERE, NON PIÙ UNA MISSIONE REGALE.
SÌ. BESTEMMIATO PERCHÉ, CAPOVOLGENDO L’OSSERVAZIONE CHE I GENTILI DEI PRIMI SECOLI FACEVANO SUI SACERDOTI CATTOLICI E CHE VALSE A CONVERTIRLI AL CRISTO: “VEDETE COME SI AMANO FRA LORO E COME I LORO SACERDOTI SONO PERFETTI” (Giovani 13,35), ORA I PIÙ, ANCHE FRA I CATTOLICI FERVENTI, DICONO, O SI DICONO NELL’INTERNO DEL CUORE: “VEDI COME SONO I SACERDOTI! PEGGIO DI NOI. SE FOSSERO VERAMENTE MINISTRI DI UN DIO, DIO NON PERMETTEREBBE QUESTI SCANDALI”.
E CONCLUDONO: “PER CIÒ CREDO (o comincio a credere) CHE IL DIO CHE PREDICANO NON ESISTE, NON ESISTE UNA SECONDA VITA, NON ESISTONO I SACRAMENTI…”.
ED ECCO LA MORTE DELLA FEDE, DELLA GRAZIA, DELLA VITA.
MA DIO È. E PRENDE I GENTILI.
Riferimento n. 6 – Il pastore sta in mezzo al suo gregge e lo sorveglia non cammina alla testa vive in mezzo al suo gregge – Valtorta – quaderni – 27 gennaio 1944.
DICE GESÙ:
«È UNA PAGINA DOLOROSA A DETTARLA, A SCRIVERLA, A LEGGERLA. MA È VERITÀ E VA DETTA.
SCRIVI. È PER I SACERDOTI.
MOLTO SI ACCUSANO I FEDELI D’ESSER POCO FEDELI E TIEPIDI MOLTO.
MOLTO SI ACCUSANO GLI UOMINI D’ESSER SENZA CARITÀ, SENZA PUREZZA, SENZA DISTACCO DALLE RICCHEZZE, SENZA SPIRITO DI FEDE.
MA COME I FIGLI, SALVO RARE ECCEZIONI, SONO COME LI FORMANO I GENITORI, NON TANTO CON LE REPRESSIONI, QUANTO CON L’ESEMPIO, ALTRETTANTO I FEDELI SONO, SALVO LE SEMPRE ESISTENTI ECCEZIONI, QUALI LI FORMANO I SACERDOTI, NON TANTO CON LE PAROLE QUANTO CON L’ESEMPIO.
LE CHIESE SPARSE FRA MEZZO ALLE CASE DELL’UOMO DOVREBBERO ESSERE COME UN FARO ED UN PURIFICATOIO.
DA ESSE DOVREBBE SPRIGIONARSI UNA LUCE DOLCE E POTENTE, PENETRANTE E ATTIRANTE, CHE, COME È DELLA LUCE DEL GIORNO, PENETRASSE, NONOSTANTE TUTTI I SERRAMI, NEL FONDO DEI CUORI.
GUARDATE UNA BELLA GIORNATA D’ESTATE.
UNA GLORIA DI LUCE S’EFFONDE DAL SOLE E ABBRACCIA LA TERRA. COSÌ VITTORIOSA E POTENTE CHE ANCHE NELLA STANZA PIÙ CHIUSA L’OSCURITÀ NON È MAI COMPLETA.
SARÀ UN RAGGIO SOTTILE COME CAPELLO DI BAMBINO, SARÀ UN PUNTO TREMOLANTE SU UNA PARETE, SARÀ UN PULVISCOLO D’ORO DANZANTE NELL’ATMOSFERA, MA UN PICCOLO SEGNO DI LUCE STA IN QUELLA STANZA A TESTIMONIARE CHE FUORI VI È LO SFOLGORANTE SOLE DI DIO.
UGUALMENTE NEI CUORI PIÙ CHIUSI, SE DALLE CHIESE SPARSE FRA LE CASE SI EFFONDESSE UNA “LUCE” QUALE IO VE L’HO INDICATA COME VOSTRO SEGNO, O SACERDOTI CHE IO CHIAMO “LUCE DEL MONDO” (Matteo 5,14-16) – HO CHIAMATO COSÌ QUANDO VI HO CREATI UN FILO, UN PUNTO, UN PULVISCOLO DI LUCE PENETREREBBE, QUEL TANTO DA RICORDARE CHE VI È SUL MONDO “UNA LUCE”, QUEL TANTO DA METTER FAME DI LUCE, DI “QUELLA LUCE”, NEI CUORI.
MA QUANTE SONO LE CHIESE DALLE QUALI EMANA UNA COSÌ VIVA LUCE DA FORZARE LE CHIUSE PORTE DEI CUORI E PENETRARVI E PORTARVI DIO, DIO CHE È LUCE?
MA QUANTE SONO LE ANIME DELLE CHIESE, VOI PARROCI E CURATI, VOI SACERDOTI E MONACI, VOI TUTTI CHE IO HO VOCATI AD ESSER PORTATORI DI ME AI CUORI, CHE SIANO TALMENTE ACCESI DALLA CARITÀ DA RIUSCIRE A VINCERE IL GELO DELLE ANIME ED A PORTARE NEI CUORI DEGLI UOMINI L’AMORE DI DIO E L’AMORE A DIO, A DIO CHE È CARITÀ?
Riferimento n. 7 – Il pastore sta in mezzo al suo gregge e lo sorveglia. Valtorta – quaderni – 27 gennaio 1944
NON SI ISOLA PERCHÉ IL GREGGE SI DISPERDEREBBE.
NON CAMMINA ALLA TESTA PERCHÉ GLI SVAGATI DEL GREGGE RIMARREBBERO SEMINATI PER VIA, PREDA AI LUPI ED AI LADRONI.
IL PASTORE, SE NON È UN PAZZO, VIVE IN MEZZO AL SUO GREGGE, LO CHIAMA, LO RADUNA, INSTANCABILE VA SU E GIÙ LUNGO DI ESSO, LO PRECEDE NELLE COSE DIFFICILI, SAGGIA LUI PER IL PRIMO LE DIFFICOLTÀ, LE APPIANA PIÙ CHE PUÒ, RENDE SICURI I PASSI MALAGEVOLI CON LA SUA FATICA, POI RESTA NEL PUNTO DIFFICILE PER SORVEGLIARE IL PASSAGGIO DELLE SUE PECORELLE E, SE NE VEDE QUALCUNA PAUROSA O DEBOLE, SE LA PRENDE SULLE SPALLE E LA PORTA OLTRE IL PUNTO PERICOLOSO, E SE VIENE IL LUPO NON FUGGE MA SI BUTTA CONTRO ESSO, AVANTI ALLE SUE PECORE, E LE DIFENDE, ANCHE A COSTO DI MORIRNE PUR DI SALVARLE.
SI IMMOLA PER ESSE, PER SAZIARE LA FAME DELLA BELVA, DI MODO CHE QUESTA NON SENTA PIÙ BISOGNO DI SBRANARE.
QUANTE BELVE CI SONO CONTRO LE ANIME!
IL PASTORE NON SI PERDE IN INUTILI DISCORSI COI PASSANTI, NON SI DIVAGA DIETRO A COSE CHE NON SONO DI SUA COMPETENZA. SI OCCUPA DEL SUO GREGGE E BASTA. (…)
Riferimento n. 8 – Là dove è un pastore idolo, periscono per veleno le pecore o per assalto di lupi –Valtorta – Evangelo 169.6
(…) Or dunque ascoltate, e voi e voi, apostoli e discepoli.
Voi apostoli avete già sentito questo concetti. Ma ora li capirete con più profondità.
Voi discepoli non li avete ancora uditi o ne avete udito frammenti.
E vi necessita di scolpirveli nel cuore.
Perché Io sempre più vi userò, dato che sempre più cresce il gregge di Cristo.
Perché il mondo sempre più vi assalirà, crescendo in esso i lupi contro Me pastore e contro il mio gregge, ed Io voglio mettervi in mano le armi di difesa della Dottrina e del gregge mio.
Quanto basta al gregge non basta a voi, piccolo pastori.
Se è lecito alle pecore di commettere errori, brucando erbe che fanno amaro il sangue o folle il desiderio, non è lecito che voi commettiate gli stessi errori, portando molto gregge in rovina.
Perché pensate che là dove è un pastore idolo periscono per veleno le pecore o per assalto di lupi.
Riferimento n. 9 – Là dove è un pastore idolo, periscono per veleno le pecore o per assalto di lupi – Valtorta – Evangelo 169.6
(…) Or dunque ascoltate, e voi e voi, apostoli e discepoli.
Voi apostoli avete già sentito questo concetti. Ma ora li capirete con più profondità.
Voi discepoli non li avete ancora uditi o ne avete udito frammenti.
E vi necessita di scolpirveli nel cuore.
Perché Io sempre più vi userò, dato che sempre più cresce il gregge di Cristo.
Perché il mondo sempre più vi assalirà, crescendo in esso i lupi contro Me pastore e contro il mio gregge, ed Io voglio mettervi in mano le armi di difesa della Dottrina e del gregge mio.
Quanto basta al gregge non basta a voi, piccolo pastori.
Se è lecito alle pecore di commettere errori, brucando erbe che fanno amaro il sangue o folle il desiderio, non è lecito che voi commettiate gli stessi errori, portando molto gregge in rovina.
Perché pensate che là dove è un pastore idolo periscono per veleno le pecore o per assalto di lupi.
Riferimento n. 10 – Pastori boriosi sprezzano gli agnelli voci di Dio – Valtorta – Romani 17 gennaio 1948 lezione 10a pag. 63.
Ma Dio è. E prende i Gentili. Quelli che i boriosi ministri di Dio boriosi e peccatori, male esempio ai piccoli agnelli – sprezzano, combattono, perseguitano, perché non pare giusto, a loro, ai boriosi e imperfetti pastoriidoli, che debba un agnello sapere ciò che essi non sanno, saperlo direttamente da Dio, dei quali essi pastoriidoli non meritano di udire la Voce Ss., perché non pare giusto a loro che un agnello possa essere “voce di Dio” e continuare perciò la rivelazione (Giovanni 14,25-26; 16, 13-15).
Prende i Gentili. Chiamiamo così quelli che non sono i ministri di Dio, che non sono i “depositari della Rivelazione, della Sapienza”, che non sono quelli che “chiudono la porta del Regno in faccia ai piccoli, e non c’entrano essi e non ci lasciano entrare” (Matteo 23,13). Li prende, questi che i dotti sprezzano, perseguitano e condannano, e li mette in mezzo alle turbe che non vedono, non sanno, non credono più chiaramente, e li fa suoi “nunzi”. Così come è detto nel profetico salmo sul quale s’affaticano inutilmente i dottori: “Tieni la parola il Signor mio. Fausti annunziatori (i profeti e gli angeli) gridano: ‘milizia molta’” (Salmo 68,12-13).
Questa “milizia molta”, da Dio promessa attraverso i profeti e gli spiriti agli assediati dai nemici di Dio e dei suoi figli, simile “a pioggia benefica all’eredità del Signore” pioggia che ristora, voce che dà forza, parola di buona novella che consola è quella delle “voci”. Delle “voci” che sempre parleranno in nome di Dio, di quel Dio che lo ha promesso e non vien meno alla sua parola darà la sua Parola, la sua sempre Buona Novella, ai continuatori del Cristo, Verbo e Maestro eterno.
Riferimento n. 11 – Pastori idoli conseguenza degli errori di tutti – Valtorta – quaderni – 11 dicembre 1943
Dice Gesù:
(…) MA NON TEMETE. LA PROFEZIA DI ZACCARIA SI SALDA COME ANELLO AD ANELLO CON QUELLA DI GIOVANNI. DOPO QUESTO PERIODO DI TRAVAGLIO DOLOROSO IN CUI, PERSEGUITATA DA FORZE INFERNALI, LA CHIESA, COME LA MISTICA DONNA DI CUI PARLA (Apocalisse 12) GIOVANNI, DOPO ESSER FUGGITA PER SALVARSI RIFUGIANDOSI NEI MIGLIORI E PERDENDO NELLA MISTICA (dico: mistica) FUGA I MEMBRI INDEGNI, PARTORIRÀ I SANTI DESTINATI A CONDURLA NELL’ORA CHE PRECEDE I TEMPI ULTIMI.
MANO DI PADRE E DI RE AVRANNO COLORO CHE DOVRANNO RADUNARE LE STIRPI INTORNO ALLA CROCE PER PREPARARE L’ADUNATA DEL CRISTO. NÉ UNA STIRPE MANCHERÀ ALL’APPELLO, COI SUOI FIGLI MIGLIORI.
ALLORA VERRÒ IO E CONTRO TUTTE LE INSIDIE A LE ASTUZIE, GLI ATTENTATI E I DELITTI DI SATANA VERSO LA MIA TERRENA GERUSALEMME – LA CHIESA MILITANTE METTERÒ IL MIO POTERE A DIFESA.
SPANDERÒ IL MIO SPIRITO SU TUTTI I REDENTI DELLA TERRA. E ANCHE COLORO CHE ORA SOFFRONO, ESPIANDO LE COLPE DEI PADRI, E CHE NON SANNO TROVARE SALVEZZA PERCHÉ NON OSANO VOLGERSI A ME, TROVERANNO LA PACE PERCHÉ, BATTENDOSI IL PETTO, INVOCHERANNO IN BEN ALTRA MANIERA DEI PADRI LORO (Matteo 27,25) SU LORO QUEL SANGUE GIÀ SPARSO, E CHE GOCCIA INESAUSTO DALLE MEMBRA CHE I PADRI LORO HANNO TRAFITTO. COME FONTANA IO STARÒ IN MEZZO AL MIO GREGGE TUTTO RICOMPOSTO, E LAVERÒ IN ME TUTTE LE BRUTTURE PASSATE CHE GIÀ IL PENTIMENTO AVRÀ INIZIATO A CANCELLARE.
ALLORA, RE DI GIUSTIZIA E SAPIENZA, SPERDERÒ GLI IDOLI DELLE FALSE DOTTRINE, PURGHERÒ LA TERRA DAI FALSI PROFETI CHE IN TANTI ERRORI VI HANNO TRATTO.
MI SOSTITUIRÒ IO A TUTTI I DOTTORI, A TUTTI I PROFETI, PIÙ O MENO SANTI O PIÙ O MENO MALVAGI, PERCHÉ L’ULTIMO AMMAESTRAMENTO DEVE ESSERE MONDO DI IMPERFEZIONE, DOVENDO PREPARARE AL GIUDIZIO FINALE COLORO CHE NON AVRANNO TEMPO DI PURGAZIONE ESSENDO TOSTO CHIAMATI ALLA TREMENDA RASSEGNA.
IL CRISTO REDENTORE, LA CUI MÈTA È REDIMERVI E CHE NON LASCIA NULLA DI INTENTATO PER FARLO, E GIÀ VA INIZIANDO E ACCELERANDO IL SUO SECONDO AMMAESTRAMENTO PER CONTROBATTERE CON VOCE DI VERITÀ LE ERESIE COLTURALI, SOCIALI E SPIRITUALI, SORTE PER OGNI DOVE, PARLERÀ COI SEGNI DEL SUO TORMENTO.
FIUMI DI LUCE E DI GRAZIA USCIRANNO DALLE MIE PIAGHE, FERITE CHE HANNO UCCISO IL FIGLIO DI DIO MA CHE SANANO I FIGLI DELL’UOMO.
QUESTI VIVI CARBONCHI DELLE MIE PIAGHE SARANNO SPADA AGLI IMPENITENTI, AGLI OSTINATI, AI VENDUTI A SATANA, E SARANNO CAREZZA AI “PICCOLI” CHE MI AMANO COME PADRE AMOROSO.
SULLA LORO DEBOLEZZA SCENDERÀ QUESTA CAREZZA DEL CRISTO A FORTIFICARLI, E LA MIA MANO LI CONVOGLIERÀ VERSO LA PROVA NELLA QUALE SOLO CHI MI AMA DI AMOR VERO RESISTE.
UNA TERZA PARTE.
MA QUESTA SARÀ DEGNA DI POSSEDERE LA CITTÀ DEL CIELO, IL REGNO DI DIO.
ALLORA VERRÒ, NON PIÙ MAESTRO MA RE, A PRENDERE POSSESSO DELLA MIA CHIESA MILITANTE, ORMAI FATTA UNA E UNIVERSALE COME LA MIA VOLONTÀ LA FECE.
CESSATO PER ESSA IL SECOLARE TRAVAGLIO.
VINTO PER SEMPRE IL NEMICO.
MONDATA LA TERRA DAI FIUMI DELLA GRAZIA SCESA PER UN’ULTIMA VOLTA SU DI ESSA A FARLA COME ERA AL PRINCIPIO, QUANDO IL PECCATO NON AVEVA CORROTTO QUESTO ALTARE PLANETARIO DESTINATO A CANTARE CON GLI ALTRI PIANETI LE LODI DI DIO, E PER LA COLPA DELL’UOMO DIVENUTO BASE AL PATIBOLO DEL SUO SIGNORE FATTO CARNE PER SALVARE LA TERRA.
VINTI TUTTI I SEDUTTORI, TUTTI I PERSECUTORI CHE CON RITMO INCALZANTE HANNO TURBATO LA CHIESA MIA SPOSA, ESSA CONOSCERÀ LA TRANQUILLITÀ E LA GLORIA.
INSIEME SALIREMO PER UN’ULTIMA ASCENSIONE, IO ED I MIEI SANTI, A PRENDERE POSSESSO DELLA CITTÀ SENZA CONTAMINAZIONE, DOVE È PREPARATO IL MIO TRONO E DOVE TUTTO SARÀ NUOVO E SENZA DOLORE. IMMERSI NELLA MIA LUCE REGNERETE MECO NEI SECOLI DEI SECOLI.
QUESTO VI OTTIENE COLUI CHE PER VOI SI È INCARNATO NEL SENO DI MARIA ED È NATO A BETLEMME DI GIUDA PER MORIRE SUL GOLGOTA.»
Riferimento n. 12 – Pastori idoli di cui parla Zaccaria – Valtorta – quaderni – 9 dicembre 1943
DICE GESÙ:
«MAI COME IN QUESTO MOMENTO DEVO RIPETERE (Giovanni 21,15-17) A COLUI CHE MI RAPPRESENTA: “PASCI I MIEI AGNELLI”.
MOLTI DI ESSI SONO DIVENUTI INSELVATICHITI.
MA NON È TUTTA LORO LA COLPA E PER QUESTO MI FANNO PIETÀ.
LI AVEVO AFFIDATI AI POTENTI PERCHÉ NE AVESSERO CURA. GIÀ TANTO AVEVO DATO AI POTENTI PERCHÉ NON VOLESSERO PIÙ ANCORA E FOSSERO BUONI COI SUDDITI CHE NON SONO DEI POTENTI ALTRO CHE PER MANDATO DI DIO. IN REALTÀ SONO GREGGE DI DIO, SONO FIGLIOLANZA DI DIO, E ANDREBBERO CURATI CON RISPETTO PENSANDO AL RE VERO: L’ETERNO, DI CUI SONO POPOLO.
INVECE LI HANNO USATI COME MANDRA SENZA PADRONE.
LI HANNO SOSPINTI DOVE GLI È PARSO, LI HANNO CIBATI DEI CIBI CHE A LORO È PARSO, PUR DI OTTENEBRARLI NEL PENSIERO E SMEMORARLI DEL BENE CORROMPENDOLI CON DOTTRINE CHE IO MALEDICO, SE NE SONO FATTI DEGLI SCHIAVI AI QUALI È NEGATA ANCHE LA LIBERTÀ DI PENSIERO E COME PECORE LI HANNO SPINTI AL MACELLO PER I LORO SCOPI DELITTUOSI VERSO TUTTA L’UMANITÀ.
TUTTA.
QUELLA CHE PER LORO È “PATRIA” E QUELLA CHE È “PATRIA ALTRUI”.
SI SONO FATTI RICCHI SFRUTTANDO IL SACRIFICIO DEI SOGGETTI, LADRI DEI BENI DI DIO E DELL’UOMO CHE SONO ANIMA ED ESISTENZA, ASSASSINI DI UNA E DELL’ALTRA.
EBBENE: DALL’ALTO DEI CIELI, PER TUTTO L’ASSENZIO CHE VIEN DATO PER CIBO ALLE FOLLE E CHE LE PORTA A DISPERARE ANCHE DI DIO, PER TUTTA LA FAME DI CUI SOFFRONO I CORPI E LE ANIME DEI FIGLI MIEI, PER COLORO CHE IN QUESTA ROVINA RIMANGONO GLI AGNELLI DEL GREGGE DI DIO E NESSUNA PASSIONE LI MUTA IN RIBELLI A DIO, COME I LORO SEDUTTORI E PADRONI, FIGLI DEL MALE E PRECURSORI DELL’ANTICRISTO, IO VENGO CON LA MIA PAROLA ED IL MIO AMORE PER PASCERE I POVERI DEL MIO GREGGE E RIPETO A TE CHE SEI IL MIO VICARIO: “PASCI I MIEI AGNELLI DANDO LORO L’INSTANCABILE PAROLA E LE BENEDIZIONI DI CUI HO RICOLMA LA TUA MANO INNOCENTE, CHE NON CONOSCE ALTRO SANGUE FUORCHÉ IL SANGUE MIO CHE ELEVI SULL’ALTARE PER RITO DI PROPIZIAZIONE, ED ALTRO GESTO FUORCHÉ QUELLO CHE FU MIO DI BENEDIRE COLORO DI CUI TU, COME IO, HAI PIETÀ”.
HO DATO DUE VERGHE ALLA TUA MANO E CARO MI SEI PERCHÉ USASTI QUELLA DELL’AMORE.
MA L’AMORE, CHE È POTENTE ANCHE SULLA POTENZA DI DIO, CADE COME PIETRUZZA LANCIATA CONTRO LA ROCCIA, QUANDO È VOLTO A CERTI CHE DI UOMINI HANNO PARVENZA, MA SONO DEI DEMONI DAL CUORE DI GRANITO.
COLPISCI DUNQUE CON L’ALTRA VERGA A SAPPIANO I FEDELI CHE TU NON SEI COMPLICE DELLE COLPE DEI GRANDI.
COMPLICI SI DIVIENE ANCHE QUANDO NON SI OSA TUONARE CONTRO LE LORO NEFANDEZZE.
NON AMA IL TUO MAESTRO LE MALEDIZIONI E LE FOLGORI.
MA VI SONO MOMENTI IN CUI OCCORRE SAPERLE USARE PER PERSUADERE NON I POTENTI, IL CUI ANIMO POSSEDUTO DA SATANA È INCAPACE DI PERSUASIONE, MA I POVERI DEL MONDO CHE DIO, E I GIUSTI DI DIO, NON CONDIVIDONO ED APPOGGIANO I METODI E LE PREPOTENZE DI CHI HA SUPERATO OGNI MISURA E SI CREDE UN DIO MENTRE È SOLO UNA BELVA IMMONDA.
PARLA, IN NOME DELLA GIUSTIZIA CHE RAPPRESENTI.
È L’ORA.
E SAPPIANO LE TURBE CHE LA MIA DOTTRINA NON È MUTATA E CHE UNA È LA LEGGE, CHE VI È UN SOL DIO, CHE IL PRIMO SUO COMANDO È L’AMORE, CHE EGLI, ANCORA, COME NEI SECOLI DEI SECOLI ANTECEDENTI ALLA MIA VENUTA, NELLA QUALE HO CONFERMATO LA LEGGE (Matteo 5,17), ORDINA DI NON RUBARE, DI NON FORNICARE, DI NON UCCIDERE, DI NON PRENDERE LA ROBA D’ALTRI.
DILLO AI LADRI DI ORA, CHE NON SI ACCONTENTANO DI UNA BORSA MA RUBANO ANIME A DIO E TERRE AI POPOLI; DILLO AI FORNICATORI, AI GRANDI FORNICATORI DI ORA, LA CUI FORNICAZIONE NON È QUELLA BESTIALE CON UNA FEMMINA MA QUELLA DEMONIACA COLLA POTENZA POLITICA; DILLO AGLI UCCISORI DI ORA, I QUALI SI ARROGANO IL DIRITTO DI UCCIDERE POPOLI INTERI DOPO AVER UCCISO IN ALTRI POPOLI – I LORO – LA FEDE IN DIO, L’ONESTÀ DI QUALSIASI FORMA, L’AMORE AL BENE; DILLO AGLI INSAZIABILI DI ORA, CHE AVIDI COME SCIACALLI ASSALGONO LÀ DOVE È CIÒ CHE A LORO PIACE E SI FANNO LECITO OGNI DELITTO PUR DI PRENDERE CIÒ CHE NON È LORO.
PARLARE VUOL DIRE ‘DOLORE’ E DELLE VOLTE ‘MORTE’.
MA RICORDATI DI ME.
IO SONO PIÙ PREZIOSO DELLA ‘GIOIA’ E DELLA ‘VITA’, PERCHÉ IO DO A CHI M’È FEDELE UNA GIOIA E UNA VITA CHE NON CONOSCONO TERMINE E MISURA.
RICORDATI DI ME CHE SEPPI PURIFICARE (Matteo 21,12-13 e //) LA MIA CASA DALLE SOZZURE E SEGUIRE RETTILINEO UN SOLO SCOPO: ‘LA GLORIA DEL PADRE MIO’.
CIÒ MI OTTENNE L’ODIO, LA VENDETTA, LA MORTE, PERCHÉ I COLPITI DAL MIO FURORE TROVARONO UN VENDUTO CHE PER TRENTA DENARI MI DETTE IN LORO POTERE.
SEMPRE, E FRA I PIÙ FIDI, ABBIAMO UN NEMICO, UN VENDUTO. MA NON IMPORTA.
IL DISCEPOLO (Matteo 10,24 e //) NON È DA PIÙ DEL MAESTRO E SE IO, SAPENDO CHE LA SFERZA DELLE MIE PAROLE, PIÙ DELLA SFERZA DI CORDE – MEZZO SIMBOLICO PIÙ CHE REALE MI PROCURAVA LA MORTE, HO PARLATO, PARLA.
E SE IO HO SOPPORTATO PER AMORE DEGLI UOMINI, E PER TUO AMORE, UN NEMICO E UN VENDUTO E L’ORRORE DI UN BACIO DI TRADIMENTO, TU, MIO PRIMO FRA I MIEI FIGLI DI ORA, NON DEVI ARRETRARE DAVANTI A QUELLO CHE PRIMA DI TE HA SUBÌTO IL MAESTRO.
CHÉ SE POI, NONOSTANTE OGNI MEZZO, LA GIUSTIZIA AVESSE A PERIRE E, TRASCINATI SEMPRE PIÙ DA SATANA DOMINATORI E DOMINATI, PER MIMETISMO MALEFICO, SI STACCASSERO SEMPRE PIÙ DA DIO, ALLORA LEVERÒ LA LUCE E LA VERITÀ.
E CIÒ AVVERRÀ QUANDO ANCHE NELLA MIA DIMORA LA CHIESA VI SARANNO TROPPI CHE, PER UMANO INTERESSE E PER DEBOLEZZA INDEGNA, SARANNO FRA I DOMINATI DAI SEMINATORI DEL MALE NELLE LORO DIVERSE DOTTRINE.
ALLORA CONOSCERETE IL PASTORE CHE NON SI CURA DELLE PECORE ABBANDONATE, IL PASTORE IDOLO DI CUI PARLA ZACCARIA.
RICORDA L’APOCALISSE DI GIOVANNI.
RICORDA IL DRAGONE: IL MALE GENERATORE DELL’ANTICRISTO FUTURO, IL QUALE NE PREPARA IL REGNO NON SOLO SCONVOLGENDO LE COSCIENZE MA TRAVOLGENDO NELLE SUE SPIRE LA TERZA PARTE DELLE STELLE E FACENDO DEGLI ASTRI FANGO.
QUANDO QUESTA DEMONIACA VENDEMMIA AVVERRÀ NELLA CORTE DI CRISTO, FRA I GRANDI DELLA SUA CHIESA, ALLORA, NELLA LUCE RESA APPENA BAGLIORE E CONSERVATA COME UNICA LAMPADA NEI CUORI DEI FEDELI AL CRISTO PERCHÉ LA LUCE NON PUÒ MORIRE, IO L’HO PROMESSO, E LA CHIESA, ANCHE IN PERIODI DI ORRORE, NE CONSERVERÀ QUEL TANTO ATTO A TORNARE SPLENDORE DOPO LA PROVA ALLORA VERRÀ IL PASTORE IDOLO, IL QUALE SARÀ E STARÀ DOVE VORRANNO I SUOI PADRONI.
CHI HA ORECCHIE DA INTENDERE INTENDA. PER I VIVI DI QUEL TEMPO SARÀ UN BENE LA MORTE”».