Nel 381 chiese poi al’imperatore Graziano di indire il concilio di Aquileia (settembre del 381) per condannare due vescovi eretici, secondo i dettami dei vari concili ecumenici ed anche secondo l’opinione del Papa e dei vescovi ortodossi. In questo concilio Ambrogio si pronunciò fortemente contro l’arianesimo.
RIFIUTO A CONCEDERE I LUOGHI SANTI
Ambrogio influì anche sulla politica religiosa di Teodosio I, successore di Graziano (385).Il momento di massima tensione si ebbe dopo la morte di Graziano quanto gli ariani chiesero insistentemente con l’appoggio della corte imperiale una basilica per praticare il loro culto.
L’opposizione di Ambrogio fu energica tanto che rimase famoso l’episodio in cui, assieme ai fedeli cattolici, “occupò” la basilica destinata agli ariani finché l’altra parte fu costretta a cedere. Fu in questa occasione, si racconta, che Ambrogio introdusse l’usanza del canto antifonalee della preghiera cantata in forma di inno, con lo scopo di non fare addormentare i fedeli che occupavano la basilica. Fu inoltre determinante per la vittoria di Ambrogio nella controversia con gli ariani il ritrovamento dei corpi dei santi Gervasio e Protaso, che avvenne proprio nel 386 sotto la guida del vescovo di Milano, il quale guadagnò in questo modo il consenso di gran parte dei fedeli della città.
DIFESA IDENTITA’ CRISTIANA
Nel 388, dopo che un gruppo di cristiani aveva incendiato la sinagoga della città di Callinico, l’imperatore decise di punire i responsabili e di obbligare il vescovo, accusato di aver istigato i distruttori, a ricostruire il tempio a suo spese. Ambrogio, informato della vicenda, si scagliò contro questo provvedimento, minacciando di sospendere l’attività religiosa, tanto da indurre l’imperatore a revocare le misure.