COMMENTO ALLA CATECHESI DI DON MINUTELLA
Ieri e’ stato l’anniversario del fatidico 13 marzo 2013.
LA SCOMUNICA LATAE SENTENTIAE
JM Bergoglio e’ scomunicato e sono scomunicati i cardinali complici della congiura/complotto della Mafia di San Gallo al fine di costringere alle dimissioni Benedetto XVI ed eleggere al suo posto lo stesso Bergoglio. Che pertanto e’ diventato un falso papa.
La summenzionata multipla scomunica – si noti – e’ comminata ai membri della congiura/complotto automaticamente, cioe’ Latae Sententiae, per la loro dichiarata appartenenza al modernismo teologico e simultaneamente alla massoneria, nonche’ – separatamente – per la loro partecipazione alla congiura/complotto stessa.
ELEZIONE COMUNQUE INVALIDA
Ed elezione pertanto invalida, anche a prescindere dalla manifestamente invalida dichiarazione di rinuncia di Benedetto XVI, sia a causa della suddetta molteplice scomunica (in parte preesistente al conclave del 2013), che della violazione delle norme dello Statuto Apostolico Universi Dominicis Gregis relative all’elezione del nuovo romano pontefice.
Il famoso “buonasera” di saluto del falso neo-papa e’ stato il “la” per la breve ma imbarazzante cerimonia sul balcone con alcuni dei compiaciuti co-protagonisti del conclave.
IL CARDINALE PENTITO
Tra di essi il Card. Godfried Danneels, Arcivescovo emerito di Mechelen-Brussel (Malines-Bruxelles), che solo due anni dopo (2015), avendo appreso della sua malattia terminale, con la pubblicazione delle sue memorie (1) si sarebbe “scaricato la coscienza”, confessando la sua appartenenza alla congiura della Sankt Gallen Mafia (o Mafia di San Gallo). Si tratta, come oramai noto a tutti, della congiura ordita da cardinali massoni, sostenitori della lobby gay e della radicale riforma in senso modernista-massonico-luterano della chiesa (2,3).
Riforma che JM Bergoglio ha provveduto ad attuare puntualmente dal 2013 ad oggi e che ha segnato la sventura della chiesa cattolica portando all’avvento dell’apostasia generalizzata e dell’abominazione della desolazione, ormai di fatto attuata (dalla Pasqua 2020 i riti solenni sono di fatto aboliti, con il miserabile spettacolo fornito da Bergoglio solo sotto la pioggia di P.za S. Pietro!).
ERMENEUTICA DELLA CONTINUITA’?
Non c’e’ (e non ci puo’ essere) quindi alcun”continuum” con il magistero dei precedenti papi, Benedetto XVI e Giovanni Paolo II.
Il tentativo di attribuire una sorta di “continuita” (la cosiddetta “ermeneutica della continuita’”) tra Bergoglio e i suoi predecessori e’ pertanto destinato al fallimento. In particolare, sebbene Benedetto XVI sia stato e sia tuttora seguace della filosofia Illuminista (4), questo non significa affatto che il suo pensiero abbia nulla a che fare con il Modernismo Teologico (tesi di Mons. Vigano’).
Il papa regnante e’ e resta quindi soltanto Benedetto XVI.
LA QUESTIONE DELLA PRIORITA
Sebbene sia sempre la Provvidenza ad agire nella storia (come l’Apocalisse di San Giovanni docet), a chi dovrebbe andare realmente riconosciuta la priorita’ di avere per primo individuato e segnalato il problema della illegittimita’ nell’elezione di Bergoglio?
Secondo il giornalista vaticanista Antonio Socci (6) il primo a sollevare la questione, pochi giorni dopo la nomina di Bergoglio (e ancor prima del suo insediamento), sarebbe stato don Stefano Violi (5).
Successivamente, nel 2014 il tema e’ stato ripreso e approfondito dallo stesso Socci (6) (ved. anche il successivo libro (7)). Da notare che Socci si appella esplicitamente allo studio precedente di Stefano Violi (5).
Al riguardo e’ da notare che lo stesso Socci, citando l’articolo 69 della Costituzione apostolica Universi Dominici gregis, aveva rilevato due distinte violazioni avvenute per la scelta del papa dopo la rinuncia di Benedetto XVI. La prima violazione delle norme riguarda l’annullamento di una votazione che doveva essere ritenuta valida e scrutinata. Il giornalista si riferiva al fatto che, nello spoglio delle schede, ne fu conteggiata una in più (considerata bianca) che era attaccata a un’altra scheda contenente un voto espresso. La seconda violazione riguarda le votazioni del 13 marzo 2013. Quel giorno si procedette in conclave con una votazione in più, ossia per un totale di cinque votazioni, mentre la Costituzione apostolica Universi Dominici gregis ne prevede solo quattro. Bergoglio fu eletto alla quinta elezione che non è prevista dalla Costituzione. Per Socci, se è vero che il conclave non ha assolutamente il potere di modificare le regole, nemmeno votando all’unanimità, l’elezione al papato di Bergoglio (cf. pp. 110-111) semplicemente non è mai esistita. (p. 111).
Ma lo stesso Socci aveva posto anche il problema del Munus nella sua Declaratio (8) e rilevato il mistero della rinuncia di Benedetto XVI.
Socci al riguardo s’appella alla regolarità canonica sancita dall’articolo 87 della Costituzione Universi Dominici gregis. L’invalidità dell’elezione di Bergoglio è legata anche a un altro cavillo canonico: l’11 febbraio 2013, papa Benedetto, così come si è espresso nel testo latino della sua dichiarazione, ha lasciato solo il potere di governo e di comando sulla Chiesa cattolica (il ministero petrino), ma non ha rinunciato al munus, ossia all’ufficio papale che ha ricevuto in quanto non è revocabile. Ratzinger avrebbe rinunciato soltanto all’esecuzione concreta del ministero petrino ma non all’ufficio in sé di papa (cf. p. 96). È così, infatti, per Socci, che si giustifica il modo di vestire di papa Benedetto: indossando l’abito bianco, egli resta papa!
Da notare che Socci insiste nel ritenere che Benedetto XVI – nella sua Declaratio (8) – dichiari di rinunciare al ministerium e non al munus del papato secondo il dettato del can. 332 paragrafo secondo.
Infatti, nella dichiarazione, Benedetto XVI rende pubblico di rinunciare all’esercizio del ministero (ministerium) petrino e non all’incarico (munus) petrino (cf. pp. 93-96). In altri termini, Ratzinger avrebbe rinunciato all’esercizio attivo del munus ma non al munus petrino in sé.
Da menzionare anche da parte dello stesso Socci:
1. la citazione della profezia dell’allora Mons. Ratzinger riguardo al Piccolo Resto.
2. l’identificazione/associazione di Bergoglio con l’anticristo.
3. il totalismo soft di Bergoglio
4. Il suo programma globalista, ecologico e ambientalista.
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(*) 13 MARZO, ORE 21:15 CANALE YOUTUBE DI RADIO DOMINA NOSTRA: https://m.youtube.com/channel/UCzu-HxEny_ACGiCMJJcVc1A#menu
(1) Godfried Danneels Biographie (Nederlandse taal), Jürgen Mettepenningen e Karim Schelkens | (1 ott. 2015)