Secondo Andrea Cionci (1):
I cattolici dovevano vedere l’idolo pagano intronizzato in San Pietro, la “Madonna meticcia sollievo dei migranti”, gli stravolgimenti dottrinali, i cambiamenti politically correct nel messale, la rugiada esoterico-massonica e mille altri inauditi stravolgimenti e inversioni rispetto alla sana dottrina.
I fedeli dovevano vedere la Chiesa schiava del “mondo”, dialogante con abortisti ed omosessualisti, doveva toccare il fondo, “sbatterci il muso” come il figliol prodigo. Dovevano arrivare “a fare i guardiani dei porci” prima di consapevolizzarsi e tornare alla casa del papa.
Nel 2013 – se ricordiamo – nessuno, fra intellettuali, teologi, vaticanisti e semplici fedeli era così esasperato, né animato da eroico spirito cattolico. Nessuno avrebbe rischiato la propria carriera, né sacerdoti si sarebbero fatti scomunicare, né si sarebbero coagulati gruppi di resistenza come in una “nuova Crociata dei poveri”. Nessuno avrebbe capito la realtà e la verità della fede se non fosse stato esasperato, scandalizzato, sdegnato, estenuato da Bergoglio e dai suoi sodali.
La questione delle dimissioni invalide
E’ ormai da considerarsi acquisita la la consapevolezza e la convinzione tra i cattolici che le dimissioni di Ratzinger non siano valide dal punto di vista canonico in quanto ha conservato il Munus Petrinus (2). Questo aspetto e’ stato confermato anche dall’affermazione del cosiddetto “papato allargato” (3).
Ne consegue che JM Bergoglio non e’ papa e non lo e’ mai stato.
L’errore non e’ suo, semmai della massoneria vaticana che ha deciso di trarne illegittimamente profitto per conquistare il potere assoluto del Vaticano. Infatti, l’elezione di JM Bergoglio a papa e’ nulla (e non si puo’ correggere un atto nullo!).
Pertanto, non essendo JM Bergoglio papa, tutti i suoi provvedimenti, encicliche, lettere apostoliche, nonche’ tutte le sue nomine, sono anch’essi nulli! (4)
La questione e’ quindi se Benedetto XVI decidera’ o meno di intervenire (anche nel caso concordi con la nullita’ del suo atto di dimissioni, cosa non ovvia a priori, avendo lui stesso evidentemente programmato con ogni cura le sue decisioni!).
Quali sarebbero dunque, secondo A. Cionci, le possibili opzioni di Benedetto XVI? (1)
1. PRIMA OPZIONE – Se, come da Declaratio del 2013, conferma che intende rinunciare al ministerium (esercizio pratico del potere), allora deve nominare un cardinale o un vescovo vicario che eserciti per lui il potere pratico. Ma lui resta comunque il papa detentore del munus. Avremo così un papa eremita – e non emerito – perché il titolo non esiste. Il cardinal Tizio, suo vicario, andrà in giro per il mondo ad annunciare il Vangelo ed eserciterà le funzioni amministrative.
2. SECONDA OPZIONE – Benedetto decide di tornare papa in piena operatività e di riprendersi fattualmente l’esercizio del ministerium. Ipotesi un po’ difficile, vista la sua età e le sue forze, ma non bisogna dimenticare che Giovanni Paolo II rimase sul trono fino all’ultimo, con tanto di munus e ministerium.
3. TERZA OPZIONE – Oppure, Benedetto stavolta SI DIMETTE DAVVERO, ratifica una RINUNCIA AL MUNUS PETRINO, e TORNA CARDINALE, perdendo ogni prerogativa papale, come ha sottolineato giustamente il card. Pell. Via il nome pontificale, via la sigla P.P. (Pontifex Pontificum), né benedizione apostolica, né residenza in Vaticano, né veste bianca. Il card. Ratzinger torna in talare nera bordata di rosso.
CONCLUSIONE
Ne consegue che la palla sembra tornare a Benedetto XVI il quale dovrebbe decidere ora il da farsi. Ma lo fara’ davvero? Potrebbe questo interferire con i piani di Dio? Teniamo conto che non possiamo conoscerli ne’ interferire con essi in alcun modo.
Cosa possiamo dunque fare noi cristiani combattenti per la BVM? Sembra che, almeno per il momento, l’unica via che ci resta sia la preghiera (e la BVM ci dice appunto di combattere in questo modo!).
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