Nella rivelazione del 17 giugno 1943 a Maria Valtorta, Gesu’ critica la prudenza umana e nega che sia una virtu’. Porta come esempio la “prudenza” di Pietro che nel cortile della casa di Caifa (dove si svolge la prima fase del processo a Gesu’) nega tre volte di conoscere e di essere discepolo di Gesu’.
E’ lo stesso tipo di “prudenza” umana che spinge oggigiorno molti fedeli, specialmente sacerdoti, a tradire Cristo per restare con l’anti-papa Bergoglio, palesemente eretico e anticristo.
Ma cosa dice il catechismo?
La prudenza è la virtù che dispone la ragione pratica a discernere in ogni circostanza il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per compierlo. L’uomo « accorto controlla i suoi passi » (Prv 14,15). « Siate moderati e sobri per dedicarvi alla preghiera » (1 Pt 4,7). La prudenza è la « retta norma dell’azione », scrive san Tommaso82 sulla scia di Aristotele. Essa non si confonde con la timidezza o la paura, né con la doppiezza o la dissimulazione. È detta « auriga virtutum – cocchiere delle virtù »: essa dirige le altre virtù indicando loro regola e misura. È la prudenza che guida immediatamente il giudizio di coscienza. L’uomo prudente decide e ordina la propria condotta seguendo questo giudizio. Grazie alla virtù della prudenza applichiamo i principi morali ai casi particolari senza sbagliare e superiamo i dubbi sul bene da compiere e sul male da evitare.