Mese: Agosto 2021
Fonte: ECCLESIA, 07-08-2019
Oggi, 7 agosto, è il giorno prescelto da Dio Padre per avere una festa liturgica a Lui dedicata, come l’Onnipotente rivelò nel 1932 a una giovane religiosa italiana di provate virtù, suor Eugenia Ravasio (1). Un culto speciale, dunque, con il fine di essere conosciuto, amato e onorato, di essere chiamato con il «dolce nome di Padre» e di condurre i Suoi figli a salvezza. Grandi le grazie promesse dal Padre celeste a chi diffonderà questa Sua Volontà.
Oggi, 7 agosto, è il giorno prescelto da Dio Padre per avere una festa liturgica a Lui dedicata, come l’Onnipotente rivelò nel 1932 a una giovane religiosa italiana di provate virtù, suor Eugenia Elisabetta Ravasio (1907-1990), a cui chiese di diffondere il Suo messaggio con il fine di essere conosciuto, amato e onorato, esprimendo il grande desiderio di essere chiamato Padre. In alternativa al giorno 7 il Creatore – nella specifica parte del messaggio rivolta al Papa – indicò come altra possibile data la prima domenica di agosto. Comunque, questo giorno di festa (tuttora mancante), per la quale chiese una Messa e un ufficio proprio, dovrà essere «consacrato ad onorarMi in modo tutto particolare sotto il nome di Padre dell’umanità tutta intera».
L’INCHIESTA DELLA DIOCESI
Le rivelazioni ricevute da suor Eugenia sono state riconosciute come autentiche dalla Chiesa nella persona di monsignor Alexandre Caillot, vescovo di Grenoble, diocesi in cui la religiosa operava all’epoca del messaggio consegnatole dal Padre celeste. Il giudizio di monsignor Caillot arrivò al termine di un’inchiesta diocesana, da lui avviata nel 1935 e durata 10 anni, che coinvolse teologi e medici, compreso uno psichiatra.
Oltre ad attestare l’obbedienza, la pazienza e la pietà di suor Eugenia, che affrontò docilmente ogni prova, l’inchiesta ha stabilito che «una festa liturgica in onore del Padre ben si collocherebbe nella linea di tutto il culto cattolico, conforme al movimento tradizionale della preghiera cattolica, che è un’ascensione verso il Padre, mediante il Figlio, nello Spirito […]. È strano che non esista nessuna festa speciale in onore del Padre: la Trinità è onorata come tale, il Verbo e lo Spirito Santo sono onorati nella loro missione e nelle loro manifestazioni esteriori, solo il Padre non ha una festa propria, che attirerebbe l’attenzione del popolo cristiano sulla sua Persona».
Il 13 marzo 1989, il libretto contenente il messaggio di Dio a suor Eugenia ricevette l’imprimatur di monsignor Pietro Canisio van Lierde, allora vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano.
DIO PADRE SI MANIFESTA A SUOR EUGENIA
Il giorno d’inizio di questa straordinaria teofania, preceduta da un lungo periodo di preparazione per suor Eugenia, fu l’1 luglio 1932, festa del Preziosissimo Sangue di Gesù. Il Padre le apparve accompagnato da canti angelici e da un corteo di cherubini e serafini, che poi scomparvero lasciando soli la prima Persona della Santissima Trinità e quella sua figlia prediletta. «Guarda, Io depongo la mia corona e tutta la mia gloria, per prendere l’atteggiamento di un uomo comune!», le disse il Padre eterno, che quindi «prese il globo del mondo sul Suo cuore, sostenendolo con la mano sinistra. Sul Suo arrivo – scrive la suora – sull’atteggiamento che si degnò assumere e sul Suo Amore non posso dire che qualche parola! Nella mia ignoranza non ho parole per esprimere ciò che Egli mi fece capire».
Come primo motivo della Sua venuta, il Padre comunicò di voler «bandire il timore eccessivo che le mie creature hanno di Me e per far loro capire che la mia gioia consiste nell’essere conosciuto ed amato dai miei figli». Lamentando che il suo Amore di Padre è stato dimenticato dagli uomini («eppure vi amo così teneramente!»), l’Onnipotente ripercorse in presenza di suor Eugenia alcune delle principali tappe della storia della salvezza fino all’Incarnazione del Verbo. Spiegando che ci sono due grandi vie attraverso cui Lui viene tra noi: la Croce e l’Eucaristia. «La CROCE è la mia via per scendere tra i miei figli, perché è per mezzo suo che vi ho fatto redimere da mio Figlio. E, per voi, la Croce è la via per salire a mio Figlio e da mio Figlio fino a Me. Senza di essa non potreste mai venire, perché l’uomo, con il peccato, ha attirato su di sé il castigo della separazione da Dio. Nell’EUCARISTIA io dimoro tra voi come un padre nella sua famiglia. Ho voluto che mio Figlio istituisse l’Eucaristia per fare di ogni tabernacolo il serbatoio delle mie Grazie, delle mie Ricchezze e del mio Amore».
Come già aveva spiegato Gesù nella pienezza dei tempi, chi onora il Figlio onora il Padre, «poiché Io dimoro nel Figlio mio! Dunque tutto ciò che è gloria per Lui, lo è anche per Me! Ma Io vorrei vedere l’uomo onorare il Padre suo ed il suo Creatore con un culto speciale. Più onorerete Me, più onorerete mio Figlio». Se questo culto speciale fosse cominciato «fin dalla Chiesa primitiva» si sarebbero salvate moltissime anime in più e «dopo venti secoli sarebbero rimasti pochi uomini viventi nell’idolatria, nel paganesimo e in tante false e cattive sette, nelle quali l’uomo corre ad occhi chiusi a gettarsi negli abissi del fuoco eterno!». In tutto questo tempo il demonio, che ha ostacolato direttamente la stessa suor Eugenia, ha agito per ritardare la diffusione del culto particolare di Dio Padre, seminando confusione. Ma come ha garantito il Creatore, «la mia ora è giunta! Bisogna che io sia conosciuto, amato ed onorato dagli uomini».
«CHIAMATEMI PADRE»
A tal fine Dio ha chiesto di essere chiamato, con filiale confidenza, «con questo dolce nome di Padre», così da conoscere fin dalla vita terrena «l’amore e la fiducia che faranno la vostra felicità nell’eternità». E bisogna che questa confidenza, fatta di «un vero spirito di familiarità e di delicatezza nello stesso tempo», siano innanzitutto i genitori a trasmetterla ai propri bambini insegnando loro a rivolgersi al Padre infinitamente buono e misericordioso, in modo da potersi stabilire «in ogni famiglia come nel Mio dominio», elargirle tutta l’abbondanza delle sue Grazie e tenere lontano il Maligno dalla gioventù.
Una parte consistente del messaggio di Dio Padre è rivolta al clero, che ha il compito di istituire il giorno di festa ed è chiamato a impegnarsi a diffondere ovunque questo culto. «Desidero che il clero Mi faccia entrare in tutte le famiglie, negli ospedali, anche nei laboratori ed officine, nelle caserme, nelle sale ove i ministri delle nazioni prendono decisioni, infine ovunque si trovino le Mie creature, anche se ce ne fosse soltanto una!». A tutti i fedeli ha chiesto esercizi di pietà in Suo onore; e ai sacerdoti, in particolare, ha indicato di andare missionari in tutte le nazioni per annunciare il Suo Amore di Padre e di cercare nelle Sacre Scritture «ciò che ho detto in altri tempi» a proposito del culto che desidera ricevere dai Suoi figli.
UN’IMMAGINE DA DIFFONDERE
Come segno tangibile della Sua presenza invisibile, il Padre celeste ha chiesto che venga diffusa ed esposta un’immagine, che non sia come «quel terribile vecchio che gli uomini rappresentano nelle loro immagini…», ricordando di essere coeterno al Figlio e allo Spirito Santo, «né più giovane, né più vecchio».
Al riguardo, suor Eugenia aveva incaricato un pittore di dipingere il Padre come l’aveva visto lei: capelli neri e lunghi, occhi scuri e senza barba, con lo scettro e la corona ai Suoi piedi. Barba che fu poi costretta ad aggiungere per l’insistenza di ambienti ecclesiastici. Ad ogni modo quel dipinto, esposto in origine in una chiesa di Grenoble, fu fatto scomparire negli anni della persecuzione che suor Eugenia dovette patire, assistendo alla distruzione dei suoi scritti e delle immaginette che intanto aveva fatto diffondere. Una sua vecchia stampa, recuperata grazie al lavoro dell’Armata Bianca della Madonna (un’associazione ecclesiale che ha come fine di consacrare i bambini al Padre, attraverso Maria Santissima), è stata poi tradotta nell’arte delle icone da Lia Galdiolo e quindi diffusa soprattutto nei Paesi dell’Est.
LA PIÙ GRANDE GIOIA DI DIO
Tornando ai messaggi, il Padre ha rivelato che l’amore che nutre per la Sua creatura prediletta è così grande che «Io non provo nessuna gioia pari a quella di essere tra gli uomini» e al tempo stesso l’uomo non potrà mai trovare la felicità vera, né in terra né tantomeno se dovesse perdersi eternamente, se non volgerà il suo cuore al Creatore, cioè il fine per il quale è stato creato. Perciò desidera che tutti i suoi figli, da chi per quanto imperfettamente lo ama già a coloro che si sono allontanati da Lui cadendo nel peccato mortale, guardino a Lui come si guarda insieme a un Padre, a un Amico e a un Confidente, a cui parlare in ogni circostanza e per qualsiasi bisogno. «È il tempo delle grazie, previsto ed atteso da tutta l’eternità».
Insuperabile in generosità, il Padre buono ha promesso grandi grazie a chi si adopererà per diffondere questo tanto desiderato culto. «… a voi che lavorerete per la mia Gloria e che vi impegnerete a farMi conoscere, onorare ed amare, assicuro che la vostra ricompensa sarà grande, poiché conterò tutto, anche il minimo sforzo che farete e vi renderò tutto al centuplo nell’eternità».
Per saperne di più:
Il Padre parla ai suoi figli (Fede&Cultura)
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(1) Madre Eugenia Elisabetta Ravasio (San Gervasio d’Adda, 4 settembre 1907 – Anzio, 10 agosto 1990) è stata una missionaria italiana.
But seek first the kingdom of God and His justice, and all these things shall be given you besides.
Evangelium Matt 6:24-33
In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Nemo potest duóbus dóminis servíre: aut enim unum ódio habébit, et álterum díliget: aut unum sustinébit, et alterum contémnet. Non potéstis Deo servíre et mammóna;. Ideo dico vobis, ne sollíciti sitis ánimæ vestræ, quid manducétis, neque córpori vestro, quid induámini. Nonne ánima plus est quam esca: et corpus plus quam vestiméntum? Respícite volatília cœli, quóniam non serunt neque metunt neque cóngregant in hórrea: et Pater vester cœléstis pascit illa. Nonne vos magis pluris estis illis? Quis autem vestrum cógitans potest adiícere ad statúram suam cúbitum unum? Et de vestiménto quid sollíciti estis? Consideráte lília agri, quómodo crescunt: non láborant neque nent. Dico autem vobis, quóniam nec Sálomon in omni glória sua coopértus est sicut unum ex istis. Si autem fœnum agri, quod hódie est et cras in clíbanum míttitur, Deus sic vestit: quanto magis vos módicæ fídei? Nolíte ergo sollíciti esse, dicéntes: Quid manducábimus aut quid bibémus aut quo operiémur? Hæc enim ómnia gentes inquírunt. Scit enim Pater vester, quia his ómnibus indigétis. Quærite ergo primum regnum Dei et iustítiam eius: et hæc ómnia adiiciéntur vobis.
Matt 6:24-33
At that time, Jesus said to His disciples: No man can serve two masters; for either he will hate the one and love the other, or else he will stand by the one and despise the other. You cannot serve God and mammon. Therefore I say to you, do not be anxious for your life, what you shall eat; nor yet for your body, what you shall put on. Is not the life a greater thing than the food, and the body than the clothing? Look at the birds of the air: they do not sow, or reap, or gather into barns; yet your heavenly Father feeds them. Are not you of much more value than they? But which of you by being anxious about it can add to his stature a single cubit? And as for clothing, why are you anxious? Consider how the lilies of the field grow; they neither toil nor spin, yet I say to you that not even Solomon in all his glory was arrayed like one of these. But if God so clothes the grass of the field, which flourishes today but tomorrow is thrown into the oven, how much more you, O you of little faith! Therefore do not be anxious, saying, ‘What shall we eat?’ or, ‘What shall we drink?’ or, ‘What are we to put on?’ -for after all these things the Gentiles seek- for your Father knows that you need all these things. But seek first the kingdom of God and His justice, and all these things shall be given you besides.
OMELIA DI DON ENRICO RONCAGLIA
Oggi festeggiamo Maria Santissima. Dobbiamo credere piu’ che mai nella potente intercessione di Maria. Lei e’ diventata, grazie a Gesu’ Cristo stesso. anche nostra Madre. Quindi non dobbiamo mai disperare: c’e’ sempre Lei che interviene, anche miracolosamente se necessario, in nostro soccorso!
Questa convinzione deve essere sempre presente nella nostra mente e nel nostro cuore (e va nitrita da parte nostra con la preghiera!).
Dal Vangelo della Provvidenza di oggi traiamo un analogo importante insegnamento. Non possiamo servire contemporaneamente Dio e Mammona! Dobbiamo quindi schierarci senza ambiguita’ (*).
Agli occhi di Dio non siamo affatto dimenticati! Dio Padre provvede infatti in ogni istante a tutte le creature e in paricolare per noi uomini per i quali Dio Padre ha creato il Mondo.
Ma dobbiamo amare Dio Padre e rispettare i suoi comandamenti!
Oggi celebriamo il santo della Provvidenza per eccellenza, San Gaetano da Thiene vissuto tra il 1400 e il 1500. Trasferitosi a Roma Gaetano si occupo’ della contro riforma Cattolica e fondo’ la congregazione dei “regolari” o dei teatini. Tra le sue regole, la fiducia estrema nella Provvidenza (non chiedevano mai l’elemosina ma vivevano di questa!).
Gaetano prese una posizione radicale sulla riforma che Chiesa Cattolica doveva intraprendere. Sostenne infatti, che la stessa (riforma) dovesse basarsi innanzitutto sulla conversione e sulla coscienza personale di tutti i cattolici.
Sia lodato Gesu Cristo!
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(*) Nel caso presente non possiamo sostenere allo stesso tempo Benedetto XVI, l’unico vero papa e sostenitore dell’autentico Depositum Fidei, e il suo nemico rappresentato dall’anticristo, ovvero l’anti-papa Bergoglio!
HOMILY BY DON ENRICO RONCAGLIA
Today we celebrate Holy Mary.
We must believe more than ever in the powerful intercession of Mary. She became, thanks to Jesus Christ himself. also our Mother. So we must never despair: there is always you who intervenes, even miraculously if necessary, to help us! This conviction must always be present in our minds and hearts (and it must be neighed on our part with prayer!). From today’s Gospel of Providence we draw an analogous important teaching. We cannot serve God and Mammon at the same time! We must therefore take sides without ambiguity (*). In God’s eyes we are not forgotten at all! God the Father in fact provides at every moment for all creatures and in particular for us men for whom God the Father created the World. But we must love God the Father and respect his commandments! Today we celebrate the saint of Providence par excellence, Saint Cajetan of Thiene who lived between 1400 and 1500. After moving to Rome, Gaetano took care of the Catholic counter-reform and founded the congregation of “regulars” or Theatines. Among its rules, extreme trust in Providence (they never asked for alms but lived on it!). Gaetano took a radical position on the reform that the Catholic Church had to undertake. In fact, he argued that the reform itself should be based above all on the conversion and personal conscience of all Catholics.
Praised be Jesus Christ!
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(*) In the present case we cannot at the same time support Benedict XVI, the only true pope and supporter of the authentic Depositum Fidei, and his enemy represented by the antichrist, or the anti-pope Bergoglio!
Lettera aperta a tutti i Veri Cattolici e a tutti gli uomini di buona volontà (*).
Nello stesso campo nel quale il Signore ha seminato i Figli del Regno, il diavolo ha seminato i figli del maligno. Gesù in persona ci ha spiegato la parabola del grano e della zizzania che aveva annunciato poco prima (Mt 13).
Nel suo testo dell’aprile 2019 sugli abusi nella Chiesa Cattolica, Papa Benedetto XVI ha applicato questa parabola direttamente alla Santa Chiesa. Il riferimento diretto è ai ministri che usano della autorità loro conferita in nome della Santa Chiesa, in nome di Gesù Cristo, in modo contrario alla volontà di Dio. Si chiama appunto abuso: un uso della autorità non conforme alla finalità per cui tale autorità è stata conferita.
Gesù in quella parabola, agli operai impazienti, che chiedono il permesso di intervenire subito per togliere la zizzania, dice che la separazione del grano dalla zizzania avverrà alla fine del mondo.
Non possiamo illuderci che prima della fine del mondo sia possibile una separazione con la quale i figli del diavolo siano gettati fuori dagli operai. Dobbiamo ricordare questa verità se non vogliamo cadere in trappola. È verità rivelata da Dio, nessuno potrà cambiarla. “Il cielo e la terra passeranno, ma le Mie parole non passeranno”, afferma Gesù (Mt 24,35). Papa Benedetto XVI, nel cuore della battaglia interna alla Santa Chiesa circa la sua purificazione dai ministri traditori, scatenata dalla denuncia di S. Ecc. Mons. Carlo Maria Viganò nell’agosto 2018, ha ricordato con forza questa verità, ripetendoci questa immagine di Gesù unitamente con l’altra, della rete con i pesci buoni e cattivi.
Occorre allora imparare a riconoscere il grano dalla zizzania senza la pretesa di sradicarlo prima del tempo, andando contro il piano di Dio. Noi non abbiamo autorità per compiere ciò che il Signore ha deciso che sarà affidato agli angeli. Ci sono delle autorità che hanno la facoltà di espellere i propri sudditi. Ma i sudditi non hanno il potere di espellere i superiori. Per questo ci sono delle situazioni in cui l’unica autorità che potrà effettivamente purificare il campo, espellendo chi non appartiene al Suo raccolto, saranno gli angeli, e lo faranno quando saranno inviati da Dio, il Padrone del campo. E Gesù ci spiega anche il motivo. Quando vediamo la impossibilità di questa espulsione, non dobbiamo ribellarci, o agire tentando di violare l’ordine stabilito da Dio, illudendoci di poter fare ciò che non compete a noi. Andremmo anche a compiere quel danno che il Padrone vuole evitare: sradicare il grano buono prima della maturazione.
Nemmeno possiamo cadere nell’errore opposto: ignorare che non tutto ciò che è in questo campo è grano buono. È Gesù stesso che ci avverte di stare attenti ai falsi profeti. E ci fornisce i criteri per distinguerli.
Ringraziando il Signore, abbiamo ancora quasi dappertutto nel mondo accesso libero al Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) e alla Sacra Scrittura nella versione ufficiale proclamata dalla Santa Chiesa Cattolica. La Parola di Dio, secondo i dettami del Concilio Vaticano I: la Biblia Vulgata, con le sue traduzioni, nonostante tante piccole o grandi deviazioni, ci permette di accedere alla Verità Rivelata che la Santa Tradizione della Chiesa trasmette nei secoli a tutti gli uomini di buona volontà, cioè a coloro che vogliono veramente il bene.
Proprio il Catechismo della Chiesa Cattolica, al paragrafo 675 ci dice con chiarezza che la “apostasia della verità” scuoterà la fede di molti credenti.
Per questo, ricordare la Verità è evidentemente un aiuto che possiamo donarci nella prova, per sostenere la nostra fede e sostenere chi rischierebbe di cadere nella menzogna. È una delle opere di misericordia. “Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi»” (Gv 8, 31-32).
Ultimamente si assiste ad una pericolosa contrapposizione, operata dal diavolo, molto astuto, secondo il suo solito stile: “divide et impera”. Infatti si chiama anche diavolo proprio per l’attività di divisore, secondo una parola di origine greca: diabolon. Egli spinge i Sacri Ministri della Chiesa Cattolica a tradire Gesù, per poi accusarli davanti agli uomini e spingere i fedeli ad abbandonare la Santa Chiesa Cattolica per ribellione a questi cattivi ministri, nuovi Giuda.
A chi cade in questa tentazione, ricordo che Gesù ha detto che Egli è la Via, la Verità e la Vita. Senza di Lui non possiamo fare niente. Egli fondò la Sua Chiesa sulla roccia di Pietro. Il CCC ci ricorda al nr. 816 che: “« L’unica Chiesa di Cristo… » è quella « che il Salvatore nostro, dopo la sua risurrezione, diede da pascere a Pietro, affidandone a lui e agli altri Apostoli la diffusione e la guida […]. Questa Chiesa, in questo mondo costituita e organizzata come una società, sussiste [“subsistit in”] nella Chiesa cattolica, governata dal Successore di Pietro e dai Vescovi in comunione con lui ». Il decreto sull’ecumenismo del Concilio Vaticano II esplicita: « Solo per mezzo della cattolica Chiesa di Cristo, che è lo strumento generale della salvezza, si può ottenere tutta la pienezza dei mezzi di salvezza. In realtà al solo collegio apostolico con a capo Pietro crediamo che il Signore abbia affidato tutti i beni della Nuova Alleanza, per costituire l’unico corpo di Cristo sulla terra, al quale bisogna che siano pienamente incorporati tutti quelli che già in qualche modo appartengono al popolo di Dio »”.
Per quanto gravi i peccati, crimini e tradimenti dei suoi membri, la Chiesa Cattolica è l’unica Santa Chiesa voluta da Dio, e i suoi ministri amministrano validamente e lecitamente i Santi Sacramenti necessari alla salvezza, per istituzione divina. Chiunque rifiuti i Sacramenti amministrati da tali ministri, rifiuta la Grazia Sacramentale secondo la modalità che Dio stesso ha stabilito per riceverli.
Alcuni sedicenti difensori della verità cattolica stanno inducendo i fedeli a non ricevere i Santi Sacramenti nella Chiesa Cattolica dai sacerdoti che nominano “Papa Francesco” nel Canone della Santa Messa. (Qualcuno si è spinto all’eresia di negare la validità di tali Sacramenti. Qualcuno prima affermava tale eresia, e ora si è corretto).
Taluni affermano tuttora che coloro che ricevono i sacramenti dai sacerdoti che nominano “Papa Francesco” nel Canone della Messa, entrerebbero per tale fatto “in comunione con” tutti i peccati ed errori che vengono commessi da Bergoglio e da tutti coloro che per mezzo del suo governo della Chiesa Cattolica sono mantenuti impuniti nei confini visibili della Santa Chiesa nonostante gravi errori, peccati, crimini, eresie ed eventualmente apostasia. Anche questa affermazione è gravemente erronea.
La espressione del Canone che nomina il Pontefice regnante, nonostante le traduzioni e le riformulazioni del nuovo Rito romano promulgato da Paolo VI, indipendentemente dal fatto che si tratti del Pontefice legittimo o di un eventuale impostore, non indica una comunione con gli atti personali della sua persona soggettiva, ma una preghiera per lui in quanto segno visibile della continuità della Successione Apostolica. Tale preghiera indica quindi esclusivamente la comunione di tale Santa Messa con la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, e la preghiera per il Romano Pontefice, ovvero l’obbedienza a Cristo che ha fondato la Sua Unica Santa Chiesa sulla roccia di Pietro. Se il Romano Pontefice tradisce il suo mandato, oppure se ci si trovasse addirittura di fronte ad un impostore, questo non cambia la natura di quella preghiera. Dio infatti interpreta quella preghiera secondo il suo vero significato, che è quello che la tradizione bimillenaria della Chiesa gli ha sempre attribuito, ossia l’atto di essere in comunione con l’Unico vero Dio attraverso i ministri da Lui stesso istituiti, nell’Unica Chiesa da Lui divinamente istituita. Gli abusi eventuali di chi siede sul trono di Pietro saranno imputati a lui personalmente. Anche perché, come la tradizione bimillenaria della santa Chiesa afferma e come ricorda il Concilio Vaticano I, “la Prima Sede non è giudicata da nessuno”. Per sua natura la Sede di Pietro non può essere giudicata dall’inferiore. È quindi impossibile in una situazione come la presente arrivare ad un giudizio positivo che liberi i fedeli dalla confusione generata dai pur legittimi sospetti, dubbi o addirittura fatti che sono davanti agli occhi di tutti. Non avendo nessun uomo sulla terra l’autorità per giudicare chi siede sul Trono di Pietro, il cristiano che vuole aderire alla Santa Chiesa fondata da Gesù deve riporre tutta la Sua fiducia in Lui, il Padrone del Campo, che a tempo debito invierà i Suoi angeli. Fino a quel momento quello che è sufficiente che avvenga, attraverso la presenza di una Sede Apostolica Romana, è che si possano riconoscere i confini visibili di quella “società” che è appunto la Santa Chiesa (CCC 816).
Il cattolico che partecipa alla Santa Messa nella sua parrocchia, o nel luogo dove per le proprie condizioni di vita ha la possibilità di recarsi, e tale Messa è celebrata da un Sacerdote validamente ordinato, con la materia del vero pane e vero vino, e le parole della Consacrazione approvate dalla Santa Chiesa, che nonostante tutte le legittime discussioni sono ancora presenti in tutti i Messali della Chiesa Cattolica attualmente in uso, assiste a una Santa Messa validamente celebrata nella quale Nostro Signore Gesù Cristo si rende realmente presente nelle Sacre Specie.
Dalle mani di tale sacerdote egli può ricevere validamente e lecitamente il Santo Sacramento del Corpo di Cristo per nutrirsene ed essere in Comunione con Lui, per obbedire al Suo divino comando, e non è in pericolo di entrare in comunione con gli eventuali peccati o crimini del sacerdote celebrante o di colui che viene nominato nel Canone come Papa. Ed il fedele può essere validamente assolto dai peccati da tale sacerdote, indipendentemente da quale nome egli pronunci nel Canone. In casi di estrema confusione o addirittura di Sede vacante, ciò che rimane essenziale è la validità dei sacramenti, che appunto, sulla scia della Sacra Tradizione, nemmeno i sedevacantisti negano. In casi di estrema necessità il cattolico può ricevere i Santi Sacramenti perfino da un sacerdote incorso nelle più gravi pene canoniche, come i membri delle chiese scismatiche, o perfino chi fosse ridotto allo stato laicale. Questa è la dottrina di sempre della Santa Chiesa!
È paradossale che taluni, volendosi erigere a paladini della Fede Cattolica, neghino poi questa verità innegoziabile che la Sacra Tradizione della Chiesa ha ininterrottamente tramandato.
Soprattutto in Italia, l’errore di costoro mette in grave pericolo la possibilità dei fedeli di ricevere serenamente i Santi Sacramenti, primo mezzo di santificazione del cristiano, perché genera nelle loro coscienze dubbi e confusione infondati, di fronte alla situazione di evidente grave confusione dottrinale.
Inoltre, costoro generano un clima di diffidenza generalizzato e superficiale, legato solo al fatto che si pronunci quel nome nel Canone. Tale diffidenza impedisce ai fedeli di riconoscere i pastori che, pur in mezzo a mille difficoltà, continuano a testimoniare la Vera Fede della Santa Chiesa, insegnando la sana dottrina, aiutando a non cadere nelle trappole dei falsi pastori, che, come “lupi vestiti da agnelli” si sono infiltrati in essa. “In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante” (Gv 10,1). Costoro entrano attraverso la buona fede dei semplici che, giustamente, vedendo chi è rivestito di autorità gerarchica nella Santa Chiesa, lo rispettano come rappresentante di Cristo, ma poi abusano di questa fiducia e rispetto per predicare “un vangelo diverso” (Gal 1, 6).
Gesù condanna con una forza ineguagliabile lo scandalo: “Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare!” (Mt 18, 6-7) Ma aveva detto anche: “beato colui che non si scandalizza di me” (Mt 11, 6). È infatti Gesù, che per volontà del Padre, ha istituito la Chiesa sul fondamento degli Apostoli. È lui che ha scelto delle persone che avrebbero potuto tradirlo, e di fatto lo hanno tradito. Non solo Giuda. Gli altri si sono pentiti, ma anche Pietro è stato a suo tempo chiamato Satana da Gesù, perché non pensava “secondo Dio, ma secondo gli uomini” (Mc 8, 33). Infatti: proprio Pietro si era scandalizzato dell’annuncio della Croce! Quale analogia con quello che viviamo adesso! Quanto questo rifiuto di partecipare ai Sacramenti, celebrati dai sacerdoti che pronunciano nel Canone “in comunione con Papa Francesco”, nasconde in realtà il rifiuto della croce del momento presente, per come il Signore permette che sia!
Ora, se noi non accettiamo che la Santa Chiesa possa avere come Ministri degli uomini, che eventualmente possono tradire il Signore, e di fatto purtroppo spesso lo hanno tradito e lo tradiscono, in realtà ci scandalizziamo del Signore, che non ha scelto degli angeli, ma degli uomini come Suoi ministri. L’angelo, all’inizio della sua esistenza, decide a favore o contro il Signore, divenendo angelo buono o demonio, come ci insegna San Tommaso. L’uomo ha la propria libertà a disposizione tutta la vita, fino alla morte, e solo quello che persevera fino alla fine si salverà, ovvero conserverà la propria decisione buona per l’eternità. Questo significa che l’uomo, anche se Apostolo, ha sempre la possibilità di tradire il Signore. E questo per volontà di Dio. Dio non vuole che tradisca, ma nemmeno toglie la libertà con cui potrebbe farlo.
Perciò il Signore, consapevole del fatto che molti, anche Suoi ministri, esattamente come i ministri dell’Antica Alleanza avevano fatto, avrebbero purtroppo tradito la loro missione, avverte i Suoi. E le parabole del Regno sono molto chiare in proposito. La parabola dei vignaioli omicidi è una di queste (Mt 21). Ma la parabola dell’uomo che parte per ricevere il titolo regale non lascia dubbi: si riferisce evidentemente a Gesù e i suoi ministri, non più all’antico Israele. Solo Gesù infatti può essere identificato con questo uomo di nobile stirpe che va a ricevere il titolo regale allontanandosi lungo tempo dalla presenza sensibile e regnante in mezzo ai Suoi sudditi (Lc 19,12). È poi proprio San Giovanni Apostolo che applica direttamente gli avvertimenti di Gesù ai membri della stessa Santa Chiesa: “Figlioli, questa è l’ultima ora. Come avete udito che deve venire l’anticristo, di fatto ora molti anticristi sono apparsi. Da questo conosciamo che è l’ultima ora. Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma doveva rendersi manifesto che non tutti sono dei nostri” (1 Gv 2, 18-19).
Ecco che risulta evidente che la presenza di falsi profeti all’interno della Santa Chiesa Cattolica non è una contraddizione della promessa di Gesù, “le porte degli inferi non prevarranno” (Mt 16, 18). D’altronde, se questa promessa avesse significato che nessuno degli apostoli chiamati da Gesù avrebbe potuto tradirlo, Gesù stesso, nel medesimo Vangelo, si sarebbe contraddetto: “In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà” (Mt 26, 21). E questa affermazione è fatta addirittura con la formula di giuramento!
Risulta dunque evidente che l’inganno sta in chi identifica che la promessa di Gesù, “non praevalebunt”, con una promessa di assenza di tradimenti. Gesù invece promette che la Chiesa non sarà sopraffatta dalle potenze degli inferi, nemmeno se i tradimenti sono da Lui stesso annunciati. Anzi, Gesù annuncia ai Suoi che saranno perseguitati proprio dentro la loro casa: “i nemici dell’uomo sono quelli di casa sua” (Mt 10, 36). “Anzi, verrà l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato” (Gv 16, 2-4).
Quindi, chi veramente ha fede nelle parole di Gesù, non ha paura dei tradimenti dei successori degli Apostoli, e non se ne scandalizza, perché ricorda la Parola di Gesù, e sa che essi non prevarranno sulla potenza di Gesù né sulla Sua Santa Chiesa. Proprio il Catechismo della Chiesa Cattolica, nel brano già citato, prosegue: “La Chiesa non entrerà nella gloria del Regno che attraverso quest’ultima Pasqua, nella quale seguirà il suo Signore nella sua morte e risurrezione. Il Regno non si compirà dunque attraverso un trionfo storico della Chiesa, secondo un progresso ascendente, ma attraverso una vittoria di Dio sullo scatenarsi ultimo del male” (CCC 677). Se dunque osserviamo che taluni successori degli Apostoli, come Giuda, consegnano i veri credenti nelle mani dei loro nemici, perché vengano annientati, se questo ci appare come un processo che porta alla morte della Chiesa visibile, non possiamo temere che questo contraddica la promessa di Gesù Cristo, né che questa sia la vittoria del maligno sul Regno di Dio. La Fede proclamata ufficialmente e solennemente dalla Santa Chiesa attraverso il Catechismo ci annuncia proprio questo fatto.
Chi ha questa fede non ha nemmeno paura di guardare in faccia tali tradimenti, e denunciarli, per evitare che i fedeli più deboli possano cadere in trappola. Il vero pericolo non è infatti che i veri cristiani siano consegnati nelle mani dei nemici di Dio. Il pericolo più grande è che possano non distinguere il Bene dal male, la Verità dalla menzogna, la Luce dalle tenebre. Se cadessero nel cammino della menzogna, perché erroneamente convinti di seguire dei veri ministri di Dio, potrebbero correre il pericolo di dannarsi. “Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione” (Mt 26, 41).
I veri pastori sono quindi chiamati ad aiutare i fedeli a discernere i falsi profeti, affinché non affidino ad essi la propria fede. Quando infatti un ministro di Dio insegna una dottrina diversa da quella di Gesù, i fedeli che la ascoltassero rischierebbero di cadere in errore. Costui non deve essere accettato da chi vuol essere di Gesù. “Se anche noi stessi, o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!” (Gal 6, 1-9). L’Apostolo è molto chiaro, e parla di “noi stessi”, gli Apostoli!
Perciò è dovere di qualunque pastore della Chiesa avvertire i fedeli circa i falsi pastori. Anche nel giuramento previsto dalla Santa Chiesa per chi riceve un ufficio si giura di combattere l’errore. Gesù dice: “Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore.” (Gv 10, 10-13) Chi ama le pecore le protegge dal lupo, che è il seminatore della menzogna. Il vero pastore annuncia la Verità, che libera le pecore dal lupo, anche se dovesse pagare per questo con la sua stessa vita, a imitazione di Cristo, l’unico Vero Buon Pastore del gregge.
Dopo il mio testo dell’anno scorso (https://www.marcotosatti.com/2020/04/02/rinnovata-professione-di-fede-di-francesco-derasmo/) , vedendo che era stato troppo frettolosamente manipolato da coloro i quali esortano i fedeli cattolici a disertare i Santi Sacramenti celebrati da chi nomina “Papa Francesco” nella Santa Messa, avevo deciso di affidare al silenzio e alla preghiera le numerose nuove riflessioni che mi sorgono di fronte ai numerosi nuovi attacchi alla Fede Cattolica provenienti proprio da chi siede sulla Cattedra che dovrebbe essere dell’Apostolo Pietro e dei Suoi Successori. In tutto questo tempo ho offerto al Signore le innumerevoli sofferenze che tale silenzio mi provocava, e ho pregato ricordando sempre le parole del Santo Pontefice Gregorio Magno, nella «Regola pastorale» (Lib. 2, 4; PL 77, 30-31): “Il pastore sia accorto nel tacere e tempestivo nel parlare, per non dire ciò ch’è doveroso tacere e non passare sotto silenzio ciò che deve essere svelato. Un discorso imprudente trascina nell’errore, così un silenzio inopportuno lascia in una condizione falsa coloro che potevano evitarla. Spesso i pastori malaccorti, per paura di perdere il favore degli uomini, non osano dire liberamente ciò ch’è giusto e, al dire di Cristo ch’è la Verità, non attendono più alla custodia del gregge con amore di pastori, ma come mercenari. Fuggono all’arrivo del lupo, nascondendosi nel silenzio”. Io non ho taciuto per paura, ma per evitare di aumentare il pericolo di collaborare involontariamente con coloro che inducono i fedeli a disertare i Santi Sacramenti.
Ma ora, di fronte a ripetuti nuovi attacchi contro la Verità della Fede Cattolica, di una portata sempre più violenta e grave, perché condotti con menzogne sottili e subdole, approfittando della debolezza delle pecore (i fedeli), spesso incolpevolmente impreparati a tali attacchi, per non avere ricevuto una adeguata formazione nella fede, sento nuovamente la responsabilità di svolgere il mio servizio alla Verità che è Gesù Cristo, anche attraverso questo mezzo. Non è mio merito ciò che il Signore mi dona di riconoscere, ed è perciò un dono che gratuitamente ho ricevuto e gratuitamente metto a disposizione di chi cerca la Verità.
Continua infatti San Gregorio: “Cos’è infatti per un pastore la paura di dire la verità, se non un voltar le spalle al nemico con il suo silenzio? Se invece si batte per la difesa del gregge, costruisce contro i nemici un baluardo per la casa d’Israele. Per questo al popolo che ricadeva nuovamente nell’infedeltà fu detto: «I tuoi profeti hanno avuto per te visioni di cose vane e insulse, non hanno svelato le tue iniquità, per cambiare la tua sorte» (Lam 2, 14). Nella Sacra Scrittura col nome di profeti son chiamati talvolta quei maestri che, mentre fanno vedere la caducità delle cose presenti, manifestano quelle future. La parola di Dio li rimprovera di vedere cose false, perché, per timore di riprendere le colpe, lusingano invano i colpevoli con le promesse di sicurezza, e non svelano l’iniquità dei peccatori, ai quali mai rivolgono una parola di riprensione. Il rimprovero è una chiave. Apre infatti la coscienza a vedere la colpa, che spesso è ignorata anche da quello che l’ha commessa. Per questo Paolo dice: «Perché sia in grado di esortare con la sua sana dottrina e di confutare coloro che contraddicono» (Tt 1, 9). E anche il profeta Malachia asserisce: «Le labbra del sacerdote devono custodire la scienza e dalla sua bocca si ricerca l’istruzione, perché egli è messaggero del Signore degli eserciti» (Ml 2, 7). Per questo il Signore ammonisce per bocca di Isaia: «Grida a squarciagola, non aver riguardo; come una tromba alza la voce» (Is 58, 1). Chiunque accede al sacerdozio si assume l’incarico di araldo, e avanza gridando prima dell’arrivo del giudice, che lo seguirà con aspetto terribile.
Ma se il sacerdote non sa compiere il ministero della predicazione, egli, araldo muto qual è, come farà sentire la sua voce?”
Anzitutto devo ricordare alcuni aspetti che riguardano i farmaci prodotti e somministrati in questi mesi, quale presunta protezione dalla malattia che ha determinato in qualche modo le vicende della vita di tutto il mondo in questi ultimi due anni. Questi farmaci sperimentali sono prodotti anche attraverso l’uso di quello che comunemente viene chiamato “linee cellulari”. La CdF ha pubblicato una nota il 21 dicembre 2020 in cui cita la medesima Congregazione per la Dottrina della Fede, Istruz. Dignitas personae, n. 35: “Quando l’illecito è avallato dalle leggi che regolano il sistema sanitario e scientifico, occorre prendere le distanze dagli aspetti iniqui di tale sistema, per non dare l’impressione di una certa tolleranza o accettazione tacita di azioni gravemente ingiuste. Ciò infatti contribuirebbe a aumentare l’indifferenza, se non il favore con cui queste azioni sono viste in alcuni ambienti medici e politici”. Il testo che pone questa citazione in nota, però afferma nel corpo del testo: “l’uso lecito di tali vaccini non comporta e non deve comportare in alcun modo un’approvazione morale dell’utilizzo di linee cellulari procedenti da feti abortiti”. La contraddizione in termini è palese a chi ha un po’ di dimestichezza con il linguaggio giuridico o filosofico, ed è minimamente formato all’uso della logica. Il fedele semplice e ingenuo ritiene invece che il corpo del testo attuale stia affermando la stessa cosa che è riportata in nota, e perciò “inghiottisce” il veleno della menzogna insieme allo “zucchero” della verità. La menzogna velenosa è la parolina “lecito” accostata all’uso di tali prodotti, mentre la verità che la addolcisce è la denuncia del male.
Ma io non rendo lecito un atto cattivo perché, mentre lo compio, dichiaro che è da evitare!
Somma di tutte le ipocrisie!
Nemmeno i farisei del tempo di Gesù erano mai arrivati a tanto! Sicuramente dal fondo dell’inferno applaudiranno felici alla abilità diabolica di questi nuovi loro proseliti che superano il maestro nel costruire sepolcri imbiancati! Come è evidente l’ipocrisia di chi firma il suddetto testo contenente la seguente affermazione: “Nello stesso tempo, appare evidente alla ragione pratica che la vaccinazione non è, di norma, un obbligo morale e che, perciò, deve essere volontaria” e poi di fatto mette in atto tutto quanto è in suo potere per obbligare coloro su cui esercita più o meno lecitamente la propria autorità!
Il Catechismo ricorda che si “coopera ai peccati commessi da altri” “comandandoli, consigliandoli, lodandoli o approvandoli”, e inoltre “non denunciandoli o non impedendoli, quando si è tenuti a farlo” (CCC 1868). Al numero 2275 condanna inoltre, nell’ambito della riflessione sull’omicidio volontario in merito al quinto comandamento, la “produzione di embrioni umani destinati a essere sfruttati come “materiale biologico” disponibile”. È impressionante il gioco di parole con cui nel recente testo della CdF si manipola il Sacro Magistero per indurre i semplici, anche rafforzando affermazioni che non hanno alcuna prova scientifica, ad aderire ad un comportamento che, come il testo che pur viene citato sottolinea, risponde a logiche perverse del sistema sanitario e politico.
A questo proposito è bene ricordare che la Santa Chiesa Cattolica, osservando la Parola del Suo divino Fondatore, ha sempre insegnato che mai è lecito fare un bene attraverso il male. La lettera enciclica Veritatis Splendor di S. Giovanni Paolo II sviscera approfonditamente questo tema con magistero solenne e definitivo.
Caifa fu il più appariscente caso della storia che proclamò il principio che pare ora ispirare tutti coloro che hanno potere di governare nel mondo: “Disse loro: «Voi non capite nulla e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera»” (Gv 11, 49-50).
Ora purtroppo si sta portando questo principio alle sue inevitabili conseguenze: non si sacrifica uno solo, ma molti, per ciò che alcuni, ponendosi al di sopra della legge di Dio, affermano che sia il bene del popolo. E questo con la benedizione di coloro che si presentano come ministri della Chiesa di Gesù Cristo!
Ci conforti a questo proposito il commento del Santo Vangelo: “Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi” (Gv 11, 51-52). Il sacrificio di tanti innocenti sia accolto dal Padre in unione all’unico sacrificio salvifico di Gesù per la salvezza di tutti!
Impressiona non poco che Bergoglio abbia firmato un testo che confonde sulla moralità degli atti che pongono fine alla vita di bambini innocenti in modo così terrificante, un testo tutto intriso di contraddizione, menzogna e ipocrisia, proprio nel giorno in cui Dio ha permesso che egli venisse alla luce!
Dio abbia misericordia di lui e lo converta!
“Un albero buono non può fare frutti cattivi, né un albero cattivo fare frutti buoni” (Mt 7,18). Un Figlio di Dio, non può parlare in modo menzognero, né un figlio del maligno dire la verità. “Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio” (Gv 3, 20-21).
Se dunque con la menzogna non si ha pudore nel tentare di far passare come “moralmente accettabile” la cooperazione con ciò che il vero Magistero della Santa Chiesa da sempre condanna come un peccato “che grida vendetta al cielo” (CCC 2268), quale male terribile non si potrà voler raggiungere attraverso tale mezzo? “Non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo” (Lc 6,43) Molti scienziati, cattolici e non, liberi da minacce o compensi di alcun tipo, avvertono della grave pericolosità dei prodotti che vengono proposti con violenza sempre crescente dal mondo politico nel momento presente, presentandoli come unica soluzione alla crisi che stiamo vivendo, affinché tutti si sottopongano alla sperimentazione, scaricando perfino la responsabilità sulle vittime, che spesso nemmeno si rendono conto che con le proprie firme rendono impunibili tutti coloro che li stanno usando come cavie.
Certamente, anche riguardo alla possibile manipolazione del patrimonio genetico umano come mezzo per raggiungere la presunta sicurezza sanitaria, la vera Fede Cattolica ha molto da dire.
Il primo comandamento ci ricorda che nulla è al di sopra di Dio. Lo slogan che viene utilizzato per manipolare le menti delle masse in questo momento è invece l’esatto opposto di questo comandamento. Si afferma continuamente, anche all’interno delle nostre chiese: la salute viene prima di tutto.
NO! Dio solo viene prima di tutto!
E lo stesso CCC ai numeri 2292-2294 ricorda i limiti della ricerca scientifica.
Tutto questo è calpestato dall’ingannevole illusione di risolvere i problemi manipolando il progetto di Dio sulla nostra realtà biologica come se noi ne potessimo disporre a piacimento. Ancora una volta il Catechismo ci ricorda che questo è l’azione dell’anticristo: “una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente dei loro problemi, al prezzo dell’apostasia della verità” (CCC 675). Se la benedizione vaticana sull’uso delle pratiche sperimentali in massa è ciò che rende possibile l’espansione quasi totale del dominio di una scienza che non riconosce più la Signoria di Dio, siamo proprio davanti allo svelamento del “Mistero d’iniquità” di cui parla il Catechismo! Benedetto il Signore, che “svela i segreti dei cuori”! (Lc 2,35)
L’uomo si pone al posto di Dio. Ma Gesù ci ricorda: “non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello” (Mt 5,36-37) Figuriamoci se è lecito all’uomo manipolare il patrimonio genetico della popolazione mondiale! Ed è quanto mai significativo che questo brano Gesù lo proponga proprio in un contesto in cui sta parlando della necessità della schiettezza e sincerità assoluta richiesta a chi Lo vuole seguire: “Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno” (Mt 5,37).
Il testo della CdF parla di cooperazione al male, ma remota, e quindi moralmente accettabile. Il sì mescolato con il no. Il credente chiede: è bene o male? E la risposta è che è un po’ e un po’. Ecco il di più che viene dal maligno. Questo documento non rende lecito proprio nulla, ma scarica anch’esso la responsabilità su chi agisce. Infatti, se lo si legge con serietà, si nota che si elencano numerose condizioni, che poi non si danno nella realtà. Ma se anche uno ritenesse di compiere un atto così grave perché la Congregazione della Dottrina della Fede lo ha dichiarato moralmente accettabile, davvero qualcuno si illude che il Giudice Divino si farà influenzare da quel testo
Tutto questo rivela un peccato molto più grave: la totale mancanza di fede in Dio.
L’umanità è caduta in una trappola causata proprio dalla propria imprudenza nel trattare ciò che non gli appartiene senza rispetto per i limiti imposti da Dio. Solo i faziosi, tra gli scienziati veramente competenti, negano che la situazione attuale sia stata causata da operazioni umane con il patrimonio genetico di vari esseri viventi e dell’uomo.
Ma questa umanità ribelle, invece che fare penitenza di fronte a Dio, ha addirittura l’illusione di poter raggiungere la soluzione attraverso la medesima strada perversa! E i ministri ribelli della Santa Chiesa di Dio, invece che esortare i fedeli a fuggire da queste trappole diaboliche, confidando nella Misericordia di Dio, ed accettando umilmente i Suoi castighi per espiare le nostre colpe, spinge le pecore deboli a cadere proprio nella bocca del lupo, confidando addirittura in coloro che hanno generato quella stessa situazione, da cui ora, mentendo, promettono di volerci liberare.
“Maledetto l’uomo che confida nell’uomo, che pone nella carne il suo sostegno e dal Signore si allontana il suo cuore. Egli sarà come un tamerisco nella steppa, quando viene il bene non lo vede; dimorerà in luoghi aridi nel deserto, in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere. Benedetto l’uomo che confida nel Signore” (Ger 17, 5-7). Il Signore avvertiva già il popolo dell’antica alleanza. Ma ora è Gesù stesso che si rivolge a coloro che operano tale iniquità: “Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? Poiché la bocca parla dalla pienezza del cuore. L’uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone, mentre l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae cose cattive” (Mt 12, 34-35). “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. Ebbene, colmate la misura dei vostri padri! Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna?” (Mt 23, 29-33).
Ecco però che voi siete pronti, prontissimi, dall’alto del vostro potere in Vaticano, e spesso anche nelle Curie diocesane, a castigare coloro che cercano di vivere la fede seguendo la Santa Tradizione della Chiesa, e invece lasciate impuniti coloro che la calpestano. E la vostra ipocrisia è evidente a tutto il mondo!
Condannate a parole la benedizione della vita di peccato di chi pratica la sodomia con un documento della CdF (“Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede ad un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso, 15.03.2021”) e poi non fate nulla di fronte ai pastori che pubblicamente ostentano l’inosservanza di tali indicazioni!
Se però alcuno osa tentare di restare fedele al “Depositum fidei” viene perseguitato con ogni mezzo e deve sentirsi straniero a casa propria.
Ma Gesù vi ha già condannato: “Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l’altare. In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione” (Mt 23, 34-36). E questa è la cosa più triste: che voi non riconoscete che il male che state commettendo attira l’ira di Dio non solo su di voi, ma su tutta questa generazione, e gli innocenti pagheranno un prezzo altissimo per causa vostra!
Non a caso Gesù aveva profetizzato di voi, già rivolgendosi ai vostri antenati: “Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei” (Mt 23, 2-4).
Ecco però che ultimamente vi siete smascherati da soli. Il perfido documento circa la celebrazione della Santa Messa secondo il Rito Perenne della Chiesa Cattolica Romana, promulgato da San Pio V, e riconosciuto irrevocabile, anche molto recentemente da Benedetto XVI (Lettera Apostolica “MOTU PROPRIO DATA” SUMMORUM PONTIFICUM, 7 luglio 2007), lo avete preparato forse in modo troppo frettoloso.
Ora mi rivolgo nuovamente ai fedeli cui indirizzo questo mio scritto.
La recente Lettera Apostolica “Traditionis custodes”, emanata dal Vaticano in data 16 luglio 2021 afferma: “Art. 1. I libri liturgici promulgati dai santi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, in conformità ai decreti del Concilio Vaticano II, sono l’unica espressione della lex orandi del Rito Romano”.
Il riferimento è a uno dei pilastri della dottrina cristiana, fin dall’epoca patristica. L’espressione usata è “lex orandi”. Questa formula indica la “regola della preghiera”. Ma l’uso di questo termine, nella Santa Dottrina, lo identifica con la “lex credendi”, “la regola della fede”. In parole semplici: la Chiesa afferma che si prega in modo conforme alla fede. Questa profonda identità è stata anche la strada per il riconoscimento dei primissimi dogmi cristologici della Santa Chiesa. Se pertanto questo recente documento identifica la “lex orandi” esclusivamente con il nuovo rito del 1970, e nella pratica delle indicazioni del documento stesso fa intendere che l’uso del rito precedente deve essere considerato come pura concessione in casi eccezionali, sottilmente, senza dirlo esplicitamente, ma realizzandolo attraverso la normativa, si sta frapponendo una distanza e una differenza tra questa “lex orandi” e quella del rito precedente. La “lex orandi” del Rito del 1970 infatti sarebbe l’unica! Ma se la “lex orandi” è la “lex credendi”, significa che si sta insinuando una distanza e una differenza tra la fede espressa dal Rito che si vuole affermare unico, e quello che si vuole relegare nell’ambito delle concessioni. Pertanto, attraverso la normativa, si afferma che l’unica vera fede della Chiesa sarebbe quella di chi può eventualmente concedere una sua espressione conforme a quella di sempre in alcuni casi molto limitati, ma ritiene che si esprima “unicamente” nella forma del Nuovo Messale di Paolo VI. Perciò: chi volesse esprimere la propria fede in un modo conforme a come la espressero tutti i cristiani che ci hanno preceduto, fino al 1970, è da considerarsi uno che compie qualcosa di semplicemente tollerato, non veramente conforme all’unica “lex orandi”, che però è anche l’unica “lex credendi”. Quindi chi desiderasse esprimere la “lex credendi “ di sempre attraverso la “lex orandi” di sempre deve chiedere il permesso, e non è detto che ciò gli sia concesso. Se però la “lex credendi” di prima è diversa, perché la attuale è l’”unica”, come unica è la “lex orandi”, allora chi ha emanato questo documento non ha più una fede “una” con la fede apostolica (Ef 4, 5).
Insomma: la fede di sempre non è più di casa nella chiesa governata da chi ha emesso questo documento!
Signor Jorge Mario Bergoglio, la chiamo così perché, anche se nessuno ha il potere di giudicarLa, Lei non nasconde le sue rinnovate eresie ed apostasie dalla Fede Cattolica quasi quotidiane, perdendo per il diritto stesso il proprio Ufficio (munus); signori tutti che collaborate con questo suo governo della Santa Chiesa: ricordatevi che state firmando la vostra condanna. Siete proprio voi che state dichiarando in modo sempre meno velato che la vostra fede non è la stessa di Pietro, sulla quale Gesù ha fondato la Sua Chiesa. “Ciascuno stia attento come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo” (1 Cor 3, 10-11).
Se la vostra fede ritiene come qualcosa di appena tollerabile, e solo alle vostre condizioni, l’espressione bimillenaria di quella fede che hanno professato tutte le generazioni di Santi che ci hanno preceduto, e che cantano nelle Schiere Celesti la Gloria del Signore, chi è fuori posto nella Santa Chiesa fondata da Gesù Cristo siete voi! Potete ingannare gli uomini, ma non ingannerete il Signore!
Io non ho avuto la grazia di conoscere al tempo della mia formazione l’augusto Rito Tridentino della Santa Messa, ma non lo ritengo un ospite scomodo. Vivo il Rito Romano attuale come una declinazione di quello antico, imperfetta, ma valida: proprio perché, grazie a Dio, ancora non ha perduto la totalità del suo contenuto essenziale. Spero di avere l’occasione di poter celebrare il Rito Tridentino adeguatamente, come ancora non sono riuscito mai a fare, pur avendo iniziato ad imparare. Non è perciò il rito che mi preoccupa.
Ma se voi ritenete che, chi ama tale Rito Tridentino come espressione immortale della “Lex orandi”, che coincide con la “Lex credendi” della Santa Chiesa Cattolica, sia solo un ospite difficilmente tollerabile, che porta divisione, sappiate che siamo noi, che invece crediamo la stessa Fede dei Santi Apostoli, che stiamo tollerando voi, secondo l’esortazione alla carità fattaci dall’Apostolo (1 Cor 13), e ricordate inoltre che siete proprio voi che state portando divisione e distruzione nella Santa Chiesa di Dio, con la vostra insofferenza verso tutto ciò che i Santi Padri ci hanno trasmesso, fedeli al Comando di Gesù Cristo, e non pretendendo di inventare un nuovo vangelo e fondare una nuova chiesa, come costantemente state facendo voi!
Voi potete continuare ad abusare dell’autorità che avete conquistato, con mezzi leciti o molto più verosimilmente illeciti, in modo valido o molto più verosimilmente invalido, ma la Santa Chiesa, l’Unica Apostolica Cattolica Romana, appartiene da sempre e per sempre al Suo unico Pastore, Gesù Cristo, che avrà sempre cura di noi, anche nella valle oscura, e non ci abbandonerà nelle tenebre e nell’ombra della morte, e ci libererà dalle mani dei nemici, anche se tali nemici doveste essere proprio voi (Sal 23 e Lc 1, 79).
“Scio cui credidi – so infatti a chi ho creduto e sono convinto che Egli è capace di conservare il mio deposito fino a quel giorno”, e di Lui solo io “io sono stato costituito araldo, apostolo e maestro” (1 Tim 11-12), come ogni vero sacerdote della Vera Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
Ai fedeli cattolici, che rimangono sconcertati di fronte a quello che sta accadendo, ricordo le parole del nostro Catechismo: “il discepolo di Cristo accetta di vivere nella verità, cioè nella semplicità di una vita conforme all’insegnamento del Signore” (CCC 2470), “Il dovere dei cristiani di prendere parte alla vita della Chiesa li spinge ad agire come testimoni del Vangelo e degli obblighi che ne derivano. Tale testimonianza è trasmissione della fede in parole e opere. La testimonianza è un atto di giustizia che comprova o fa conoscere la verità: « Tutti i cristiani, dovunque vivono, sono tenuti a manifestare con l’esempio della vita e con la testimonianza della parola l’uomo nuovo, che hanno rivestito col Battesimo, e la forza dello Spirito Santo, dal quale sono stati rinvigoriti con la Confermazione ». Il martirio è la suprema testimonianza resa alla verità della fede; il martire è un testimone che arriva fino alla morte. Egli rende testimonianza a Cristo, morto e risorto, al quale è unito dalla carità. Rende testimonianza alla verità della fede e della dottrina cristiana. Affronta la morte con un atto di fortezza. « Lasciate che diventi pasto delle belve. Solo così mi sarà concesso di raggiungere Dio » (CCC 2472-2473).
“L’autorità non trae da se stessa la propria legittimità morale. Non deve comportarsi dispoticamente, ma operare per il bene comune come « forza morale che si appoggia sulla libertà e sulla coscienza del dovere e del compito assunto »:« La legislazione umana non riveste il carattere di legge se non nella misura in cui si conforma alla retta ragione; da ciò è evidente che essa trae la sua forza dalla Legge eterna. Nella misura in cui si allontana dalla ragione, la si deve dichiarare ingiusta, perché non realizza il concetto di legge: è piuttosto una forma di violenza ». L’autorità è esercitata legittimamente soltanto se ricerca il bene comune del gruppo considerato e se, per conseguirlo, usa mezzi moralmente leciti. Se accade che i governanti emanino leggi ingiuste o prendano misure contrarie all’ordine morale, tali disposizioni non sono obbliganti per le coscienze. « In tal caso, anzi, chiaramente l’autorità cessa di essere tale e degenera in sopruso »” (CCC 1902-1903).
Anche nel caso della Santa Chiesa l’autorità non è assoluta. “La coscienza morale è un giudizio della ragione mediante il quale la persona umana riconosce la qualità morale di un atto concreto che sta per porre, sta compiendo o ha compiuto. In tutto quello che dice e fa, l’uomo ha il dovere di seguire fedelmente ciò che sa essere giusto e retto. È attraverso il giudizio della propria coscienza che l’uomo percepisce e riconosce i precetti della Legge divina: La coscienza « è una legge del nostro spirito, ma che lo supera, che ci dà degli ordini, che indica responsabilità e dovere, timore e speranza. […] Essa è la messaggera di Colui che, nel mondo della natura come in quello della grazia, ci parla velatamente, ci istruisce e ci guida. La coscienza è il primo di tutti i vicari di Cristo »” (CCC 1778). Mai un ordine o una indicazione dell’autorità ecclesiastica supera in autorità la coscienza. Questa è la fede proclamata dal Magistero Solenne della Santa Chiesa.
Restiamo dunque in pace, fermi nel compiere il bene ed evitare il male, nell’obbedire al Signore Gesù Cristo attraverso la fedeltà all’Insegnamento Autentico della Chiesa da Lui stesso fondata come mediatrice della Sua Grazia di Salvezza. Attingiamo ai Santi Sacramenti fino a quando il Signore ce ne farà dono, senza frapporre ostacoli ingannevoli.
Preghiamo per l’intercessione dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, di San Giuseppe, patrono della Chiesa universale, per i meriti e la mediazione della Madre di Dio Maria Santissima, che Gesù ci ha donato come nostra Madre dalla Santa Croce, certi della protezione dei Santi Angeli, che il Signore ha promesso ai Suoi piccoli, che contemplano il Suo Volto notte e giorno.
E con fiducia nella Promessa del Signore perseveriamo fino alla fine, perché così saremo salvi (Mt 24, 13). Amen
Nota Bene:
Le suesposte riflessioni esprimono convinzioni di fede e riguardano la
religione dell’autore, Si tratta di convinzioni personali che sono
esposte appunto con la finalità esclusiva di testimoniare la propria
fede e le proprie convinzioni, Qualunque interpretazione che le
volesse leggere in chiave offensiva o lesiva della dignità delle
persone citate o di qualunque altra persona o realtà, cui si ritenesse
che il testo faccia allusione, è totalmente esclusa dalla volontà
dello scrivente.
Se nonostante le intenzioni qualcuno si sentisse offeso, fin da subito
chiedo umilmente perdono, Non è mai stato nelle mie intenzioni.
Per il cristiano la testimonianza della verità è il più alto atto di
amore verso il prossimo e così è la mia intenzione.
Quanto detto riguarda anche la mia predicazione e qualsiasi altra
parola da me proferita o scritta.
Ribadisco la totale buona volontà nello scrivere, Il mio desiderio è
solo di testimoniare la verità.
In particolare ribadisco la mia totale e incondizionata volontà di adesione alla
Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana e di umile sottomissione alla
autorità del Romano Pontefice Vicario di Cristo, secondo la fede e la
legge della Santa Chiesa, e che né il presente scritto né quello
citato significano alcuna cosa in contrario, ma proprio questo!
In fede
Francesco d’Erasmo, sacerdote cattolico
Tarquinia, 29 luglio 2021, Santa Marta.
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(*) 30 Luglio 2021, Stylum Curiae, Pubblicato da Marco Tosatti https://www.marcotosatti.com/2021/07/30/il-grano-e-la-zizzania-lettera-aperta-di-don-francesco-derasmo/
And Jesus came near and touched them, and said to them, Arise, and do not be afraid.
Evangelium Matt 17:1-9
In illo témpore: Assúmpsit Iesus Petrum, et Iacóbum, et Ioánnem fratrem eius, et duxit illos in montem excélsum seórsum: et transfigurátus est ante eos. Et resplénduit fácies eius sicut sol: vestiménta autem eius facta sunt alba sicut nix. Et ecce, apparuérunt illis Moyses et Elías cum eo loquéntes. Respóndens autem Petrus, dixit ad Iesum: Dómine, bonum est nos hic esse: si vis, faciámus hic tria tabernácula, tibi unum, Móysi unum et Elíæ unum. Adhuc eo loquénte, ecce, nubes lúcida obumbrávit eos. Et ecce vox de nube, dicens: Hic est Fílius meus diléctus, in quo mihi bene complácui: ipsum audíte. Et audiéntes discípuli, cecidérunt in fáciem suam, et timuérunt valde. Et accéssit Iesus, et tétigit eos, dixítque eis: Surgite, et nolíte timére. Levántes autem óculos suos, néminem vidérunt nisi solum Iesum. Et descendéntibus illis de monte, præcépit eis Iesus, dicens: Némini dixéritis visiónem, donec Fílius hóminis a mórtuis resúrgat.
Gospel Matt 17:1-9
At that time, Jesus took Peter, James and his brother John, and led them up a high mountain by themselves, and was transfigured before them. And His face shone as the sun, and His garments became white as snow. And behold, there appeared to them Moses and Elias talking together with Him. Then Peter addressed Jesus, saying, Lord, it is good for us to be here. If You will, let us set up three tents here, one for You, one for Moses, and one for Elias. As he was still speaking, behold, a bright cloud overshadowed them, and behold, a voice out of the cloud said, This is My beloved Son, in Whom I am well pleased; hear Him. And on hearing it the disciples fell on their faces and were exceedingly afraid. And Jesus came near and touched them, and said to them, Arise, and do not be afraid. But lifting up their eyes, they saw no one but Jesus only. And as they were coming down from the mountain, Jesus cautioned them, saying, Tell the vision to no one, till the Son of Man has risen from the dead.
OMELIA DI DON ENRICO RONCAGLIA
Il 6 agosto e’ dedicato alla festa della Trasfigurazione. La festivita’ divenne universale dopo la vittoriosa battaglia di Belgrado contro i musulmani (1456).
La trasfigurazione e’ un anticipo della gloria di Cristo in Paradiso, il suo volto splendente come il sole, le sue vesti candide come la neve.
Questo evento e’ anche specialmente per noi.
Dio Padre in persona interviene ed afferma che Gesu’ e’ suo figlio prediletto. Noi siamo quindi i suoi figli adottivi!
Gli apostoli sono sconvolti dall’evento. Ma subito Gesu’ li tranquillizza: rialzatevi e camminate!
Anche noi dobbiamo essere consapevoli che sulla terra abbiamo una vita per un tempo finito. Non dobbiamo pero’ temere anche nei momenti difficili. Il ricordo dei momenti gioiosi e festosi spesi con Gesu’ ci deve confortare! Dopo la vita ci aspetta la resurrezione di Gesu’ Cristo!
Sia lodato Gesu’ Cristo!
HOMILY BY DON ENRICO RONCAGLIA
August 6 is dedicated to the feast of the Transfiguration.
The festivity became universal after the victorious battle of Belgrade against the Muslims (1456).
The transfiguration is an anticipation of the glory of Christ in Paradise, his face shining like the sun, his clothes as white as snow.
This event is also especially for us. God the Father himself intervenes and affirms that Jesus is his favorite son. We are therefore his adopted children!
The apostles are shocked by the event. But Jesus immediately calms them down: get up and walk! We too must be aware that on earth we have a life for a finite time.
However, we must not fear even in difficult moments.
The memory of the joyful and festive moments spent with Jesus must comfort us! After life, the resurrection of Jesus Christ awaits us!
Praised be Jesus Christ!
By Dr. Massimo Tessarotto, date August 5, 2021
THE NEW CONDEMNATION OF PROSELYTISM BY JM BERGOGLIO
Very recently (on 3 August 2021 (1)) JM Bergoglio has once again reiterated his condemnation of proselytism. The new condemnation, however, has seemingly been received once again in general silence and indifference, even by traditionalist sites or those who profess (in words) such!
This is to take the stand against what appears nothing less than as a blatant attack to Christianity!
THE ATTACK TO THE CHURCH’S FOUNDATIONS
It is in fact the pretext – implemented by Bergoglio – to attack once again the very foundations of the Church! Pretext with which he is carrying out none other than his main heresy, that of new Gospel and the multi-religion that Bergoglio has been implementing since 2013!
So what does this heresy consist of and what is its connection with his repeated (two days ago) condemnation of proselytism?
A well-known claim of Bergoglio, which emerged from the beginning of his pseudo-pontificate, is that of distinguishing between evangelization and proselytism, terms to which he himself gives peculiar meanings, the second in a morally negative sense and therefore – always according to the peculiar Bergoglio’s opinion – condemnable. The difference, again according to Bergoglio, would be that while evangelization would consist in the mission of simple “proclamation” of the Catholic faith without demonizing other religions and without trying to convert non-Christians “at all costs”, proselytism, again according his claim, would have the aim of reaching conversion “by attacking the faith of others and liquidating it as a simple heresy or lie, if not as the work of the Devil”.
CONNECTION WITH THE HERESY OF THE MULTI-RELIGION OF ABU DHABI
But the two sentences in italics mentioned above (text taken from Bergoglio’s own statements) are in reality ambiguous and imply much more. In fact, Bergoglio’s position clearly emerges in his declaration of Posillipo (2), where Bergoglio even went far beyond what was declared in the Constitution “Veritatis gaudium “(3). Indeed, he defined proselytism not only an error but a “plague”, that is, the worst of diseases. He strongly claimed the document signed with Muslims in Abu Dhabi (4), which states that the presence of many different religions on Earth would even be “willed by God” (sic!).
PROSELYTISM: A FALSE PROBLEM
From this it emerges clearly that proselytism is not, in reality, the real problem. Rather, that of the implementation of the conversion to Christianity. In fact, according to Bergoglio, this would even be an act contrary to God’s will! This is clearly a radical falsification that blatantly violates the Depositum Fidei, that is, the Catholic faith represented by the Gospel and by the Church’s two-thousand-year tradition. In fact it contradicts and openly precisely the fundamental commandment of Our Lord Jesus Christ: “Go therefore and make disciples of all nations, baptizing them in the name of the Father and of the Son and of the Holy Spirit, teaching them to observe all that I have commanded you.” (Mt. XXVIII, 19-20); “Go into all the world and preach the gospel to every creature. Whoever believes and is baptized will be saved, but whoever does not believe will be condemned ». (Mk. XVI, 15-16). The obvious conclusion is that Bergoglio wants to replace the Depositum Fidei itself with a radically new and totally unfounded gospel. But above all in contrast with the teaching of Jesus Christ and therefore not only heretic but antichrist!
CONCLUSION: THE DOUBLE HERESY
It is therefore on the part of Bergoglio his attempt:
– to rewrite none other than the Gospel itself, altering and even overturning the commandments of Jesus Christ! (HERESY OF THE NEW FALSE ANTICHRISTIC GOSPEL)
– to set up a new false church based on its multi-religion claim, actually atheist, Masonic and therefore satanic! (ABU DHABI’S MULTI-RELIGION HERESY)
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(1) Francesco: la luce del Vangelo per riformare la Chiesa (Francis: the light of the Gospel to reform the Church) https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2021-08/papa-francesco-video-intenzioni-preghiera-agosto-chiesa-riforma.html
(2) Speech of 21 June 2019 by JM Bergoglio at the Faculty of Theology of Posillipo (NA), https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/19_giugno_21/lectio-papa-francesco-napoli-sia-avamposto-mediterraneo -laboratory-theology-ffcb1e46-940a-11e9-bbab-6778bdcd7550.shtml.
(3) Apostolic Constitution “Veritatis gaudium” of Pope Francis on Ecclesiastical Universities and Faculties, 29.01.2018 https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2018/01/29/0083/00155.html
(4) DOCUMENT ON HUMAN BROTHERHOOD FOR WORLD PEACE AND COMMON COHABITATION (3-5 FEBRUARY 2019), https://www.vatican.va/content/francesco/it/travels/2019/outside/documents/papa-francesco_20190204_documento -human-brotherhood.html
MOTIVAZIONE: LA NUOVA CONDANNA DEL PROSELITISMO DA PARTE DI JM BERGOGLIO
Nei giorni scorsi (3 agosto 2021 (1)) Bergoglio ha ribadito nuovamente la sua condanna al proselitismo. Condanna che peraltro e’ stata accolta nel silenzio e nell’indifferenza generali, anche da parte dei siti tradizionalisti o che si professano (a parole) tali!
Ma e’ invece un’infamia troppo grande di fronte alla quale la Madonna ci chiede di agire immediatamente e di combattere con tutte le nostre forze!
Si tratta infatti del pretesto – attuato da parte dell’impostore – per attaccare nuovamente le fondamenta stesse della Chiesa!
Pretesto con il quale egli sta realizzando nientemeno che la sua eresia principale, quella del
nuovo Vangelo e della multi-religione che Bergoglio sta’ attuando sin dal 2013!
In cosa consiste dunque questa eresia e qual’e’ la sua connessione con la sua reiterata (due giorni or sono) condanna del proselitismo?
Una ben nota pretesa di Bergoglio, emersa sin dall’inizio del suo pseudo-pontificato, e’ quella di distinguere tra evangelizzazione e proselitismo, termini a cui egli stesso da significati peculiari, il secondo in senso moralmente negativo e quindi – sempre secondo la peculiare opinione di Bergoglio – condannabile.
La differenza, sempre secondo Bergoglio, sarebbe che mentre l’evangelizzazione consisterebbe nella missione di semplice “annuncio” della fede cattolica senza demonizzare le altre religioni e senza cercare di convertire “a tutti i costi” i non cristiani, il proselitismo, sempre secondo il desso, pretenderebbe di convertire “aggredendo la fede altrui e liquidandola come semplice eresia o menzogna, se non come opera del Demonio“.
CONNESSIONE CON L’ERESIA DELLA MULTI-RELIGIONE DI ABU DHABI
Ma le due frasi in corsivo sopracitate (testuali di Bergoglio) sono in realta’ ambigue e implicano ben di piu’. La posizione di Bergoglio emerge infatti chiaramente nella sua dichiarazione di Posillipo (2), dove Bergoglio e’ andato anche ben oltre anche quanto dichiarato nella Costituzione Veritatis gaudium» (3). Ha definito infatti il proselitismo non solo un errore ma una “peste”, cioè la peggiore delle malattie. Ha rivendicato con forza il documento firmato con i musulmani ad Abu Dhabi (4), dove si afferma che la presenza di tante diverse religioni sulla Terra sarebbe addirittura “voluta da Dio” (sic!).
IL PROSELITISMO: UN FALSO PROBLEMA
Da cio’ emerge quindi con chiarezza che non e’, in realta’, il proselitismo il vero problema. Bensi’ quello dell’attuazione della conversione al cristianesimo. Questo sarebbe infatti – secondo Bergoglio – addirittura un atto contrario alla volonta di Dio!
Si tratta con ogni evidenza di una falsificazione radicale che viola platealmente il Depositum Fidei, cioe’ la fede cattolica rappresentata dal Vangelo e dalla tradizione bimillenaria della Chiesa. Infatti contraddice e apertamente proprio il comandamento fondamentale di Nostro Signore Gesu’ Cristo:
«Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato». (Mt. XXVIII, 19-20); «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato». (Mc. XVI, 15-16).
L’ovvia conclusione e’ che Bergoglio voglia sostituire lo stesso Depositum Fidei con un vangelo totalmente nuovo ed inedito. Ma soprattutto in contrasto con l’insegnamento di Gesu’ Cristo e quindi non soltanto eretico ma anticristico!
CONCLUSIONE: LA DUPLICE ERESIA
Si tratta pertanto da parte di Bergoglio del suo tentativo di:
– riscrivere nientemeno che lo stesso Vangelo, alterando e addirittura rovesciando i comandamenti di Gesu’ Cristo! (ERESIA DEL NUOVO FALSO VANGELO ANTICRISTICO)
– costituire una nuova falsa chiesa basata sulla sua pretesa multi-religione, in realta’ atea, massonica e quindi satanica! (ERESIA DELLA MULTI-RELIGIONE DI ABU DHABI)
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(1) Francesco: la luce del Vangelo per riformare la Chiesa https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2021-08/papa-francesco-video-intenzioni-preghiera-agosto-chiesa-riforma.html
(2) Speech of 21 June 2019 by JM Bergoglio at the Faculty of Theology of Posillipo (NA), https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/19_giugno_21/lectio-papa-francesco-napoli-sia-avamposto-mediterraneo -laboratory-theology-ffcb1e46-940a-11e9-bbab-6778bdcd7550.shtml.
(3) Apostolic Constitution “Veritatis gaudium” of Pope Francis on Ecclesiastical Universities and Faculties, 29.01.2018
https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2018/01/29/0083/00155.html
(4) DOCUMENT ON HUMAN BROTHERHOOD FOR WORLD PEACE AND COMMON COHABITATION (3-5 FEBRUARY 2019),
https://www.vatican.va/content/francesco/it/travels/2019/outside/documents/papa-francesco_20190204_documento -human-brotherhood.html
Giovedì 5 agosto, dalle ore 5.48 alle 6.40: Rosario del Dolore, Adorazione del Preziosissimo Sangue, Consacrazione al Sacro Capo di Gesu’ e Litaniae Lauretanae.
Per la Catena di Preghiera del Piccolo Resto, la Crociata di Preghiera della Vergine della Rivelazione e l’invocazione quotidiana alla BVM presso la basilica di S. M. M. a Roma.
O Gesu’ Nostro Signore, o Dio Padre vi preghiamo affinché il proselitismo, basato sulla ragione, e l’evangelizzazione, basata sul vangelo, riprendano vigore nella Chiesa, e affinché i missionari possano convertire tutti i senza fede e gli atei, nonche’ i seguaci delle false religioni (1,2,3) cominciando dai seguaci dell’ebraismo rabbinico, della falsa religione dell’islam, gli induisti e scintoisti e i seguaci delle religioni animiste e politeiste.
Nell’attesa della vittoria del tuo Cuore Immacolato, ti preghiamo o Madre di Dio e Nostra Madre. Guidaci, proteggici ed ispiraci nella battaglia quotidiana in difesa del Depositum Fidei della Chiesa Cattolica!
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(1) LA RICERCA DELLA VERA FEDE – PARTE PRIMA ESISTE UN CRITERIO RAZIONALE PER IDENTIFICARE LA VERA FEDE IN DIO? https://www.proselitismodellascienza.it/2020/10/09/la-ricerca-della-vera-fede-parte-prima-esiste-un-criterio-razionale-per-identificare-la-vera-fede-in-dio/
(2) LA RICERCA DELLA VERA FEDE – PARTE SECONDA ESISTE UN CRITERIO RAZIONALE PER STABILIRE SE IL CRISTIANESIMO E’ LA VERA FEDE IN DIO?https://www.proselitismodellascienza.it/2020/10/09/la-ricerca-della-vera-fede-parte-seconda-esiste-un-criterio-razionale-per-stabilire-se-il-cristianesimo-e-la-vera-fede-in-dio/
(3) LA RICERCA DELLA VERA FEDE – PARTE TERZA ESISTE UN CRITERIO RAZIONALE PER STABILIRE SE L’EBRAISMO RABBINICO PUO’ ESSERE LA VERA FEDE IN DIO?https://www.proselitismodellascienza.it/2020/10/09/la-ricerca-della-vera-fede-parte-terza-esiste-un-criterio-razionale-per-stabilire-se-lebraismo-rabbinico-puo-essere-la-vera-fede-in-dio/
But He said, Rather, blessed are they who hear the word of God and keep it.
Evangelium Luc 11:27-28
In illo témpore: Loquénte Iesu ad turbas, extóllens vocem quædam múlier de turba, dixit illi: Beátus venter, qui te portávit, et úbera, quæ suxísti. At ille dixit: Quinímmo beáti, qui áudiunt verbum Dei, et custódiunt illud.
Gospel Luke 11:27-28
At that time, as Jesus was speaking to the multitudes, a certain woman from the crowd lifted up her voice and said to Him, Blessed is the womb that bore You, and the breasts that nursed You. But He said, Rather, blessed are they who hear the word of God and keep it.
OMELIA DI DON ENRICO RONCAGLIA
Oggi celebriamo la festa della Madonna della Neve. In qualche modo la festa di oggi ricorda un prodigio, una nevicata miracolosa in agosto per indicare a Roma il luogo dove doveva essere poi editifata la basilica di Santa Maria Maggiore.
L’evento ci indica che nulla e’ impossibile a Dio. La societa’ umana che prima ci tentava e ci allettava e ora ci minaccia. Significa che il potere di questo mondo sta per crollare!
Non e’ infatti possibile che Dio possa sopportare a lungo la pèrsecuzione? Dio ci ha dato sua Madre. Non dobbiamo avere paura delle minacce! Il Signore accorrera’ in aiuto a coloro che hanno perseverato nella fede attendendo in fede il Suo aiuto.
Abbiamo vicino la Madonna che ci aiuta, ci guida e ci protegge!
Sia lodato Gesu’ Cristo!
HOMILY BY DON ENRICO RONCAGLIA
Today we celebrate the feast of the Madonna della Neve. Somehow today’s feast recalls a miracle, a miraculous snowfall in August to indicate to Rome the place where the basilica of Santa Maria Maggiore was to be later edited.
The event shows us that nothing is impossible for God. The human society that previously tempted and allured us and now threatens us. It means that the power of this world is about to collapse!
Is it not in fact possible that God can endure persecution for a long time?
God gave us his Mother. We must not be afraid of threats!
The Lord will come to the aid of those who have persevered in the faith, waiting for His help in faith.
We have Our Lady near us who helps us, guides us and protects us!
Praised be Jesus Christ!