Il 21 Aprile 2020 la stampa internazionale riportava con clamore l’intervista al prof. Luc Montagnier secondo la quale
“Il virus del Covid-19 sarebbe stato fabbricato in laboratorio a partire da quello dell’Aids (Vih).”
Subito la stampa sia specializzata che no (specialmente quella “spazzatura”) si misero a denigrarne la tesi.
Tuttavia dopo piu’ di un anno la tesi sembra assumere sempre piu’ credibilita’.
La ragione scientifica?
La probabilita’, del verificarsi simultaneamente di una sequenza di una serie di mutazioni spontanee per ottenere dal virus SARS-CoV-1 [trasmesso dallo zibetto] il virus ora denominato SARS-CoV-2 [e già denominato 2019-nCoV] risulta trascurabile.
La ragione e’ estremamente semplice ed e’ la seguente:
1) Supponiamo che ogni mutazione spontanea [che realizzi un nuovo meccanismo indipendente di aggancio alle cellule umane come pare accertato nel SARS-Cov-2] abbia una probabilita’ statistica assegnata p_1 (per esempio p_1=1/10.000 ovvero una parte su 10.000);
2) Ne segue che la probabilita’ che si verifichino 4 o 5 mutazioni spontanee del tipo sopraindicato [pare accertato che nel SARS-Cov-2 ve ne siano appunto 4 o 5] e’ quindi data dal loro prodotto:
p=(p_1)^5=1/(10.000)^n
con n=4 o 5!
QUESTA CONCLUSIONE IMPLICA NECESSARIAMENTE CHE IL VIRUS E’ ARTIFICIALE E QUINDI PRODOTTO IN LABORATORIO. OGNI ALTRA TESI RESTA MANIFESTAMENTE ESCLUSA.