by Max Tex (documento originale 24 febbraio 2020)
Ora sappiamo cosa c’e’ di sbagliato nel processo a Galilei.
E’ la pretesa assurda del Vaticano e della gerarchia ecclesiastica Cattolica dell’epoca di giudicare nel merito la validita’ scientifica di una teoria fisica (o d’altronde di una qualunque altra teoria in un qualsiasi altro campo scientifico).
Il problema e’ infatti che nessuna competenza scientifica puo’ discendere dalla teologia cristiana (ne’ da qualunque altra religione).
Inoltre occorre aggiungere che la vera religione non puo’ essere in conflitto con la vera scienza (qualunque essa sia). La scienza riguarda infatti soltanto l’universo materiale osservabile, restando pertanto precluso ad essa il trascendente e quindi Dio stesso.
Peraltro analogo errore fece lo stesso Galilei presentando la sua teoria come esatta. La sua infatti non e’ da considerarsi scienza esatta in nessun senso.
La teoria di Galileo (e di Newton) oggi nota come cosmologia classica, oggi sappiamo essere soltanto un modello rozzo e inadeguato dell’universo fisico.
Da rimarcare, peraltro, che lo stesso modello cosmologico e’ stato posto da Immanuel Kant a fondamento della famosissima filosofia Illuminista, ovvero della filosofia che ha avuto (ed in parte conserva ancora) una potente influenza sulle vicende storiche. Si vedano al riguardo le rivoluzioni americana e francese, il Risorgimento italiano, la rivoluzione russa. Nonche’ le innegabili conseguenze sul movimento della Massoneria, sulla stessa filosofia (Idealismo, Positivismo, Ateismo filosofico), sulla filosofia politica (Marxismo, Socialismo e Comunismo), sulla teologia cristiana contemporanea (la “teologia dal basso” di Rahner, le concezioni teologiche di Von Balthazar, Schillebeeckx e Ratzinger), sulla teologia eretica del Modernismo teologico, sugli orientamenti del Concilio Vaticano II, sulle discipline sociologiche (Jung), nonche’ sulla psicologia (Freud).
Peraltro l’estrema ingenuita’ e l’evidente inconsistenza razionale della filosofia illuminista emerge in modo lampante ad un qualunque lettore contemporaneo sufficientemente attento che scorra l’opera originale di Kant “Critica della ragion pura” (circa 1775).