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LA RICERCA DELLA VERA FEDE - THE SEARCH OF TRUE FAITH

APPUNTAMENTI RADIO DOMINA NOSTRA DI OGGI (6 marzo)

Radio Domina Nostra

OGGI 6 MARZO

ORE 15:00 : PREGHIERA DI RIPARAZIONE DALLA CAPPELLA DOMINA NOSTRA

ORE 17:30 SANTA MESSA CELEBRATA DA DON MINUTELLA DALLA CAPPELLA DOMINA NOSTRA

ORE 19:00 III SANTO ROSARIO MISTERI DELLA GLORIA E CANTO DELLE LITANIE DI SAN GIUSEPPE.

ORE 21:15 LA PASSIONE DI GESÙ. CICLO DI CATECHESI DAL LIBRO “LI AMÒ SINO ALLA FINE ” DI DON MINUTELLA, IV PUNTATA SUL CANALE YOUTUBE DI RADIO DOMINA NOSTRA:

https://m.youtube.com/channel/UCzu-HxEny_ACGiCMJJcVc1A#menu

ORE 23:00 ROSARIO DELLO SPIRITO SANTO DALLA CAPPELLA DOMINA NOSTRA

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LA RICERCA DELLA VERA FEDE - THE SEARCH OF TRUE FAITH

SULLE RAGIONI DELLA VALIDITA’ DELLA NOMINA DI JORGE MARIO BERGOGLIO A PAPA (DIFESA)

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«C’è un solo Papa. Benedetto XVI è l’emerito». Lo scorso giugno, durante il volo di ritorno dall’Armenia, Francesco aveva risposto in modo chiaro e preciso a una domanda sulle teorie riguardanti la possibilità di un ministero papale «condiviso». La clamorosa e storica decisione della rinuncia di Papa Ratzinger, il primo Pontefice a dimettersi per vecchiaia, e l’interpretazione di alcune parole sue e dei suoi collaboratori, hanno alimentato negli ultimi tre anni una ridda di ipotesi. Ci sono stati studiosi che hanno proposto temerarie chiavi di lettura: Benedetto XVI non avrebbe affatto rinunciato al munus petrino ma soltanto al suo «esercizio attivo». Teorie che di fatto avvallano l’idea dell’esistenza di due Papi, e di un ministero di Pietro «allargato», cavalcate dalla fronda più agitata e sedevacantista degli avversari di Francesco. Vatican Insider ha chiesto un commento su questo al vescovo Giuseppe Sciacca, segretario della Segnatura apostolica e uditore generale della Camera Apostolica, cioè l’esperto giuridico dell’ufficio che gestisce la Sede vacante.Che cosa pensa del papato «allargato» e della distinzione tra munus petrino ed esercizio del ministero, che prefigura l’esistenza di due Papi, uno che esercita il ministero e l’altro, l’emerito, che non l’esercita più conservando però ancora il «munus»?«Vorrei cominciare col dire che la distinzione tra munus e ministerium è impossibile nel caso del Papa».C’è però chi fa notare che se ne può trovare eco nella costituzione conciliare Lumen gentium, là dove si distingue tra il munus episcopale e il suo esercizio…«La distinzione che si trova in Lumen gentium distingue tra munus ed esercizio della potestas in materia di ufficio episcopale. Questa distinzione nell’ufficio episcopale si fonda sulla duplicità della trasmissione del potere: sacramentale, quanto all’ordine sacro e alla consacrazione episcopale che su quello si incardina (munus); giuridica, quanto alla conferimento della missione canonica e la conseguente libertà nel suo esercizio (potestas). Grazie a questa distinzione – che corrisponde, in sostanza, a quella classica, tra potestas derivante dall’ordine sacro e potestas di giurisdizione – si concepisce anche la figura del vescovo titolare che, in forza della consacrazione episcopale, riceve integra la pienezza dei poteri, e non solo quello di santificare, bensì anche gli uffici di insegnare e di governare, attivati, epperò, questi ultimi dalla missio canonica, se e quando conferita dal Pontefice. Ancora, in forza della suddetta distinzione tra potestas ordinis e potestas iurisdictionis, si ammette la figura del vescovo emerito, il quale, perduta la potestas iurisdictionis conserva il munus episcopale che era stato trasmesso per via sacramentale, non più libero tuttavia nell’esercizio dopo l’avvenuta rinuncia. In verità, la ratio che ha motivato la previsione legale del canone 185 del vigente Codice, che istituisce la figura dell’emeritato per chiunque abbia ricoperto nella Chiesa un ufficio, e poi “per raggiunti limiti d’età o per rinuncia accettata lo lascia”, la definirei “personalistica” o “affettiva”, poiché non si vuol “cancellare” o dimenticare quella parte di vita consumata in quel determinato servizio e in qualche maniera vi si rimane legati seppur nominalmente, anche se privi del munus regiminis a quell’ufficio connesso. E comunque il titolo e l’istituto dell’emeritato non mancano di dar vita a una qualche duplicazione o moltiplicazione d’immagine. Il parroco emerito si aggiunge a quello effettivo, e così il vescovo emerito, il professore emerito a quello ordinario, etc. Infatti non è senza significato, parlando del vescovo emerito, che il Codice di diritto canonico preveda la possibilità per lui di conservare l’abitazione nella diocesi, la facoltà di partecipare, con voto deliberativo, ai concili particolari e il diritto ad essere sepolto nella chiesa cattedrale».Questa stessa distinzione può essere applicata al Vescovo di Roma?«No, a mio avviso, tutto ciò non può essere riferito all’ufficio del Pontefice».E perché non si applica, secondo lei?«Anzitutto perché la successione petrina, in ragione del potere singolarmente concesso a Pietro da Cristo, è assolutamente e irrinunciabilmente singolare, per divina costituzione della Chiesa. Recita il canone 331: “Il Vescovo della Chiesa di Roma, in cui permane l’ufficio concesso dal Signore singolarmente a Pietro, primo degli Apostoli, e che deve essere trasmesso ai suoi successori…”. Il Pontefice è dunque “successore di Pietro” e non solo, in modo organico, assieme ai vescovi, “successore degli apostoli”. Ciò comporta l’unicità della successione petrina, che non ammette al suo interno alcuna ulteriore distinzione o duplicazione di uffici, seppure non più liberi nell’esercizio. O una denominazione di natura meramente “onorifica” o nominalistica, anche se vien fatto, legittimamente, di dover ricordare come, nell’ordinamento canonico, numquam fit qaestio de meris nominibus, mai si fa questione di meri nomi, corrispondendo infatti sempre il nome a qualcosa (nomen est omen)».Che cosa pensa allora della tesi secondo la quale Benedetto XVI avrebbe rinunciato al ministerium petrino ma non al munus?«L’impossibilità di applicare al Papa la distinzione prevista nel caso del vescovo emerito risulta evidente dalla diversa modalità di trasmissione della successione apostolica per i vescovi, e della successione petrina per il Pontefice. Si legge infatti nel canone 332: “Il Sommo Pontefice ottiene la potestà piena e suprema sulla Chiesa con l’elezione legittima, da lui accettata, insieme con la consacrazione episcopale. Di conseguenza l’eletto al sommo pontificato che sia già insignito del carattere episcopale ottiene tale potestà dal momento dell’accettazione. Che se l’eletto fosse privo del carattere episcopale, sia immediatamente ordinato vescovo”. Ciò significa che la modalità della trasmissione della successione petrina è esclusivamente giuridica e conferisce la pienezza della suprema giurisdizione. La norma è di diritto divino, e dunque non soggiace a nessun’altra ermeneutica. All’interno della pienezza della giurisdizione (potestas) non si dà più alcuna ulteriore sottodistinzione tra munus e exercitium muneris, tra il munus e il suo esercizio. Il Vescovo di Roma è individuato nel suo ufficio in ragione della sola elezione in conclave e il suo ufficio non è un “ottavo sacramento” – nel senso di un episcopato speciale, come accennato a suo tempo da Karl Rahner, che comunque lasciò immediatamente cadere siffatta originalissima idea – né è in alcun modo trasmesso per via sacramentale. L’ufficio del romano Pontefice si incardina sul munus episcopale precedentemente e indipendentemente conferito. Nel caso l’eletto non fosse ancora vescovo, è richiesta immediatamente la sua consacrazione».Dunque la doppia modalità di trasmissione per i vescovi del munus episcopale da un lato, della potestas dall’altro, non si applica al Papa?«Il munus petrino è solo ed esclusivamente un primato di giurisdizione. Non si può rinunciare al solo esercizio di questo primato, conservando “qualcosa” di residuale, quasi che la potestà pontificia conferisca all’eletto in conclave un qualche carattere sacramentale speciale e permanente anche dopo la rinuncia».Al Papa che decide di rinunciare, allora, che cosa resta?«Gli rimane il munus episcopale, che aveva a suo tempo ricevuto sacramentalmente quando è stato ordinato vescovo. La rinuncia all’ufficio petrino è lo strumento giuridico che porta alla perdita della giurisdizione pontificia, la quale, come abbiamo visto, per via giuridica era stata conferita. Nessuna distinzione interna a questa rinuncia può essere individuata o argomentata. La rinuncia, se viene posta in essere, riguarda tutta e sola la giurisdizione, e non il munus episcopale, che ovviamente, permane. Si tratta del sacro carattere di cui parlano i concili Tridentino e Vaticano II, indelebilmente impresso con l’ordinazione episcopale».Eppure il Codice di diritto canonico, al canone 332, parla anche di munus petrinum…«Ma questo non può in alcun modo essere interpretato come una volontà del legislatore di introdurre, in materia di diritto divino, una distinzione tra munus e ministerium petrino. Distinzione che peraltro è impossibile».Che ne pensa allora della denominazione di «Papa emerito»?«L’espressione di “Papa emerito” o “Pontefice emerito” sembrerebbe configurare una sorta di potestà pontificia distinta da un suo ulteriore tipo di esercizio. Un esercizio non individuato, mai definito in alcun documento dottrinale, e di impossibile comprensione, che sarebbe stato oggetto di rinuncia. Argomentando in questo modo, parte della potestà pontificia rimarrebbe all’emerito, anche se, si dice, interdetta nell’esercizio. Ma l’interdizione dall’esercizio di ciò che per sua natura è essenzialmente libero nell’esercizio (potestas) è un nonsenso. Appare perciò evidente l’irrazionalità di questa tesi e i possibili errori interpretativi che ne derivano».Lei avrebbe preferito il titolo di «Vescovo emerito di Roma» per il Papa che rinuncia?«No, ritengo che questa soluzione sarebbe altrettanto problematica, seppure qualche autorevole canonista l’abbia sostenuta: Papa, Pontefice o Vescovo di Roma sono infatti sostanzialmente sinonimi. Il problema non è il sostantivo, “Papa” o “Vescovo di Roma”, ma l’aggettivo “emerito”, che porta a una sorta di duplicazione dell’immagine papale».Quale ipotesi avrebbe preferito o vorrebbe suggerire?«Innanzitutto vorrei premettere: non sono tra quelli che si augurano che la rinuncia al papato diventi una consuetudine. Anzi! Come pura ipotesi di lavoro, se volessimo prefigurare per il Pontefice rinunciante una possibile previsione legislativa per il futuro, la soluzione più congrua mi sembrerebbe quella del conferimento del titolo di “Già Sommo Pontefice”. Oppure quella di prevedere il reinserimento del rinunciante nel collegio cardinalizio, nell’ordine dei vescovi, da parte del nuovo Papa. E per sottolineare la “singolarità” del nuovo titolare, nell’ipotesi in cui tutte le sedi suburbicarie fossero occupate, inserirlo – ad personam – tra i patriarchi orientali che sono membri del collegio cardinalizio. Salvo meliori iudicio, come sempre siamo soliti concludere i pareri che noi consultori diamo ai dicasteri»

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LE SEI RAGIONI DELL’INVALIDITA’ DELLA RINUNCIA DI BENEDETTO XVIRIFERIMENTO: TESTO ORIGINALE RINUNCIA DI BENEDETTO XVI (11 FEBBRAIO 2013)

https://www.facebook.com/100000069109306/posts/3163721623640110/?sfnsn=scwspmo&extid=9yeDGXkXsA6T1mNu

LE RAGIONI IN SINTESI (VED. https://www.facebook.com/100000069109306/posts/3163729000306039/?sfnsn=scwspmo&extid=bUUFDTd0j8eGA8jL )

1- Nell’Atto, il Romano Pontefice rinuncia “al ministero affidato a lui attraverso le mani dei Cardinali” il giorno della sua elezione. Ma il canone 332 §2, nel testo ufficiale latino di quel canone, richiede che la rinuncia sia (riferita) al “munus” petrino, cioè al’Ufficio Papale (cfr. canoni 331, 333, 334, 749). Pertanto, l’atto NON è una rinuncia al papato. Così, per quanto riguarda il canone 332 §2, l’atto è un ACTUS NULLUS. E se si dice o si pensa che sia un atto di rinuncia al papato, allora l’affermazione o la stima è falsa in ragione del Canone 188, che dichiara IRRITA qualsiasi rinuncia all’ufficio viziata da errore sostanziale, cioè da un errore che tocca la sostanza dell’atto (che, in questo caso, è costituita dall’essenza dell’atto come atto di rinuncia al munus, non del ministerium).

2 – Nell’Atto, il Romano Pontefice non nomina l’ufficio con alcun termine canonico proprio, e quindi l’atto è anche un ACTUS INVALIDUS in ragione del requisito del canone 332 §2, che l’atto sia debitamente manifestato (rite manifestetur), poiché ciò che non viene nominato non è manifesto.

3 – Nell’Atto, la libertà del Romano Pontefice riguarda ciò che fa, non ciò che non fa, il che, non essendo egli non lo fa, che sia libero di farlo o meno, non è espresso. Pertanto, l’atto è un ACTUS INVALIDUS in ragione del requisito del canone 332 §2, che l’atto di rinuncia al munus sia eseguito liberamente (libere fiat).

4 – Nel fare una dichiarazione di rinuncia, invece di rinunciare, l’atto è anche un ACTUS NULLUS, perché il diritto canonico non considera le dichiarazioni come atti canonici. Sono solo annunci. (cfr. la sezione penale sugli annunci riguardanti persone che hanno subito scomunicazioni latae sententiae ipso iure).

5 – Nel fare quella che sembra essere una rinuncia al papato, senza nominare l’ufficio papale come richiesto dal Canone 332 §2, l’uomo che fa la dichiarazione, in quanto è l’uomo che ha ricevuto l’ufficio e che sta cercando di separarsi dall’ufficio, aveva bisogno di ottenere dall’uomo che è il Papa, una deroga esplicita ai termini del canone 332 §2, in virtù del canone 38, e poiché egli non ha fatto, poiché nell’atto non viene menzionata alcuna concessione di deroga a tale requisito, allora in ragione del canone 38, l’atto, essendo contrario alla legge del canone 332 §2 e gravemente lesivo del diritto dei fedeli di sapere chi sia il vero papa e quando sia canonicamente dimesso, è un ACTUS SINE EFFECTU, cioè un atto che manca di ogni effetto.

6 – Infine, rinunciando al “ministero”, il Romano Pontefice pone un atto giuridico che non è previsto dal Codice di Diritto Canonico, poiché in esso nessun canone parla di rinuncia al ministero. Pertanto, l’atto è un ACTUS NULLUS a norma di legge. Pertanto, secondo il canone 41, nessuno che abbia un ufficio nella Chiesa ha il dovere di riconoscerlo.

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QUALE RUOLO DI BENEDETTO XVI?

La domanda che ci poniamo e’ quale sia il ruolo che Benedetto XVI ha inteso e intende realmente interpretare nella chiesa. Infatti non c’e’ dubbio che il proposito che aveva dichiarato al momento delle sue dimissioni, ovvero:“Quod ad me attinet etiam in futuro vita orationi dedicata Sanctae Ecclesiae Dei toto ex corde servire velim»”di certo non lo ha affatto rispettato. Visto infatti che e’ intervenuto ripetutamente in prima persona negli affari di JM Bergoglio. Ricordiamo, per lo meno, tre eventi in particolare:1) il documento di benedetto xvi sulla sessualita’, 10 aprile 2019 (1);2) la pubblicazione nel gennaio 2020 del libro “Des profondeurs de coeurs” con il card. Robert Sarah, sul celibato dei sacerdoti in diretta concomitanza con il Sinodo dell’Amazzonia e la questione dei cosiddetti “viri probati” (2);3) la pubblicazione il 5 maggio 2020 del suo libro-biografia “Benedikt XVI – Ein Leben” (autore Peter Seewald)“ con riferimento alla presenza dell’Anticristo nella societa’ contemporanea. Afferma infatti: “Nozze gay e aborto come l’Anticristo”.Pur avendo dichiarato solo ieri (4 maggio) che il «matrimonio omosessuale» e l’ «aborto» nel mondo, senza possibilità di dissenso per paura della disapprovazione da parte della società, sono il «potere spirituale dell’Anticristo», anche questa volta – come dopo l’episodio di gennaio – Benedetto XVI ha voluto oggi (5 maggio) confermare che i suoi rapporti con JM Bergoglio sono buoni.«Non voglio interferire nel pontificato di Francesco. L’amicizia con Francesco ha continuato a crescere. I sospetti sono distorsioni maligne della realtà», L’accusa di Ratzinger e’ contro i teologi tedeschi, infatti soggiunge: «Mi vogliono mettere a tacere, e’ in atto una propaganda psicologica».Queste le dichiarazioni attribuite dal Corriere della Sera a PPBXVI.In realta’ c’e’ da dubitare seriamente della vericidita e completezza di queste informazioni. Non si tratta infatti di notizie di prima mano ma presumibilmente di dichiarazioni di diversi mesi fa (novembre 2019), comunque opportunamente “confezionate” e “filtrate” sia da parte del giornalista Peter Seewald che presumibilmente dei collaboratori stessi di PPBXVI.La realta’ di fatto e’ pero’ fortemente contradditoria. Ratzinger-Benedetto XVI ha ritenuto di intervenire di volta in volta autorevolmente, su argomenti particolarmente scottanti, come appunto ha fatto nei tre casi citati.Il ruolo di “sola preghiera” da lui inizialmente dichiarato e’ pero’ sempre meno credibile. Qual’e’ infatti il motivo dei suoi continui interventi se davvero si considera soltanto “papa emerito”? ________________________________________________

(1) DOCUMENTO DI BENEDETTO XVI SULLA SESSUALITA

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2882829635062645&id=100000069109306&sfnsn=mo

(2) in inglese “From the depths of our hearts”, Ignatius Press (2020)

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REFUTAZIONE DEL MODERNISMO TEOLOGICO

La refutazione e’ elementare ma anche complessa.Il Modernismo teologico e’ in realta’ una forma particolare di ateismo, ed entrambi sono strettamente connessi con la filosofia dell’Illuminismo (ved. al riguardo il capitolo primo del libro di Ratzinger “Introduzione al cristianesimo”, 1968).Ratzinger afferma infatti che se basiamo il nostro ragionamento sull’Illuminismo la ragione ci porta inevitabilmente all’ateismo. Questa sarebbe quindi la causa di crisi spirituali di santi del passato come Santa Caterina di Lesieux.

Tuttavia la refutazione dell’ateismo (e anche dell’Illuminismo) e’ oggi possibile grazie ai progressi fatti dalla logica matematica. Lo schema da seguire e’ puramente razionale. Infatti il Modernismo si puo’ intendere sia come teoria filosofica atea che fisica. In entrambi i casi occorre procedere per passi. Innanzitutto vanno richiamati i principi della logica matematica, tra cui il cosiddetto Teorema di Goedel. Secondo quest’ultimo esistono proposizioni logiche indecidibili. Il secondo punto riguarda l’indecidibilita dell’esistenza di un Dio creatore dell’universo. La dimostrazione e’ basata sul principio della non contraddizione a tre vie secondo il quale le frasi logiche possono essere vere, false o indecidibili, le tre possibilita’ essendo mutualmente incompatibili. Tale principio e’ consistente con il suddetto Teor. di Goedel.

Da cio’ segue la refutazione. Infatti le frasi “Dio esiste” o “Dio non esiste” sono manifestamente indecidibili. La dimostrazione e’ immediata e si basa sulla fisica (*), cioe’ la fonte di conoscenza del reale che noi possiamo effettivamente raggiungere. Infatti, essendo Dio infinito ed eterno, e pertanto inconoscibile (non possiamo misurare l’infinito fisico ne’ nello spazio ne’ nel tempo!), ne segue che lo stato di verita’ o falsita’ delle due frasi precedenti non puo’ essere raggiunto.

Pertanto il Modernismo teologico come teoria filosofica basato sul principio di contraddizione a due vie (di Aristotele), per il quale le frasi logiche possono essere soltanto vere o false, e’ privo di qualunque fondamento logico/razionale. E resta quindi soltanto una fantasia senza fondamento. Da aggiungere che il Modernismo teologico, inteso anche come teoria fisica, e’ del tutto primitivo ed ingenuo (per esempio, secondo le attuali teorie l’universo, al contrario del Modernismo, e’ finito sia nello spazio che nel tempo).

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(*) al contrario di Immanuel Kant (autore della teorizzazione dell’Illuminismo), il quale si basava sulla teoria cosmologica enunciata da Newton nei suoi Principia Mathematica (la cosiddetta cosmologia Newtoniana), la fisica contemporanea e’ basata sulla Meccanica Quantistica e la Gravita’ Quantistica secondo le quali osservabili fisiche i cui valori di aspettazione quantistici o le cui deviazioni standard quantistiche siano infinite sono indeterminate.

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DIFFUSIONE DEL MODERNISMO TEOLOGICO

Il crescente diffondersi del modernismo teologico e’ dovuto:

1) Al dilagare dell’ateismo specialmente tra i cristiani e tra gli ebrei, a sua volta motivato dall’idea errata che i progressi della scienza escluderebbero l’esistenza di Dio.

2) Alla diffusione dei movimenti ambientalisti e dal cosiddetto “cambiamento climatico”. Questi ultimi si basano sull’idea scientificamente non provata, ed anzi infondata ed ingenua, che il cosiddetto “riscaldamento globale” sia dovuto in modo dominante alle attivita’ umane (E’ vero il contrario ovviamente!)

3) Al diretto intervento delle organizzazioni internazionali (ONU, Comunita’ europea, fondi di investimento e gruppi finanziari di pressione) che hanno appoggiato l’introduzione delle categorie Gender, l’ambientalismo, il diritto alle migrazioni, ecc..

4) Lo stesso Vaticano si trasformerà in una fondazione finanziata da gruppi finanziari atei e sarà il centro della religione mondiale. Il vero obbiettivo del supposto deficit del Vaticano Ved. https://www.facebook.com/100000069109306/posts/2907601729252102/?sfnsn=mo

Finanziamenti da gruppi di potere massonici internazionali e ateiVed.

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2907639605914981&id=100000069109306&sfnsn=mo

5) All’effetto delle migrazioni di massa che distruggono le tradizioni culturali e religiose di interi stati (il cosiddetto meticciato), contribuendo con cio al diffondersi crescente dell’ateismo.

6) Alla negazione di dogmi fondamentali della Chiesa Cattolica (esistenza dell’inferno, eternita’ dell’anima, la stessa divinita di Gesu Cristo, ecc.)

7) All’introduzione delle concezioni LGBD sia da parte degli organismi internazionali che nella Chiesa Cattolica.

8) Alla modifica della nozione stessa di peccato e di salvezza nella Chiesa Cattolica (tutti sono salvi indipendentemente dalle religioni di appartenenza e dai peccati commessi). Vengono invece introdotti nuovi peccati, tra cui quelli ecologici (la natura viene implicitamente deificata). Ved.

https://www.facebook.com/100000069109306/posts/2907703462575262/?sfnsn=mo

9) Alla introduzione di riti panteistici nella prassi cristiana, come la venerazione/adorazione di divinita panamazzoniche, l’intronizzazione nella Chiesa Cattolica di pseudo-divinita pagane e animiste (Allah, Budda, ecc.)10) All’introduzione di fatto di un solo Dio (il Dio cristiano, ebraico, musulmano, buddista, ecc.) che in realtà non e’ nemmeno piu’ tale venendo in pratica identificato con Madre Natura (v. il peccato ecologico). Vedi SUI RITI PANAMAZZONICI/MODERNISTI IN VATICANO (4 ottobre 2019)

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LA FALSA RELIGIONE DEL MODERNISMO

(16 ottobre 2019, Padre Livio su utube)

Il Modernismo teologico e’ il movimento filosofico/religioso panteista/ateo iniziato in Francia verso il 1890 ma basato intimamente sulla filosofia dell’Illuminismo (ved. Immanuel Kant, Critica della Ragion Pura, Riga circa 1780). Pur essendo stato condannato da Pio X come eretico il Modernismo ha continuato a incontrare sostenitori anche all’interno della Chiesa Cattolica. In anni recenti ha preso notevolmente vigore. Tuttavia si tratta di una movimento di carattere ingenuo e naif, solo vagamente collegato agli sviluppi delle scienze (fisica, biologia, scienza del clima, ecc.)

CREDO MODERNISTA

Il Credo Modernista si basa su:1) Negazione della divinita di Gesu’ Cristo (Gesu avrebbe solo creduto di essere Dio) e dell’esistenza di Dio Padre e dello Spririto Santo.2) Esistenza di un Dio Modernista: e’ la Madre Terra, la natura, il pianeta Terra, l’universo fisico. La natura e’ benigna (Gaia).3) Affermazione che tutte le religioni sono il prodotto della mente umana e sono quindi false.4) Affermazione che l’universo fisico e’ infinito ed eterno. La sua materia evolve e genera la vita spontaneamente..5) Affermazione che l’uome e’ i prodotto massimo dell’evoluzione eterna della materia. Quindi in realta’ l’uomo stesso e’ parte di Dio. .6) Comandamento: l’uomo deve adorare la Madre Terra e la sua massima espressione, ovvero l’uomo stesso.e pero7) Ambientalismo e diritto alle migrazioni: la natura e’ amica dell’uomo che deve pero’ rispettarla e anzi adorarla. Tutti gli uomini sono uguali ed hanno il diritto di migrare ove desiderino.

Ved. Post AFFERMAZIONI DEL PAPA SUL MODERNISMO TEOLOGICO

https://m.facebook.com/story.php…

DIFFUSIONE DEL MODERNISMO TEOLOGICO

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REFUTAZIONE DEL MODERNISMO TEOLOGICO

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REFUTAZIONE RAZIONALE DEI MODERNISTI: IL CASO DEL CARDINALE MASSONE CARLO MARIA MARTINI

by Max Tex (26 maggio 2020, aggiornamento 5 settembre 2020)

Cardinale Carlo Maria Martini. L'uomo che non ti aspetti - Famiglia  Cristiana

L’AGENDA DEL CARDINALE MARTINI

Analizziamo in dettaglio la posizione dei modernisti nella chiesa cattolica. Cominciamo da Carlo Maria Martini (1), co-fondatore e capo morale del cosiddetto Gruppo (o Mafia) di San Gallo (9) [ved. anche (10)].

IL CARDINALE MASSONE

Arcivescovo di Milano per molti anni e poi cardinale, Martini rappresenta probabilmente una delle figure piu’ controverse della Chiesa Cattolica prima durante il papato di Giovanni Paolo II e poi quello di Benedetto XVI. Risulta che Martini volle essere iniziato Libero Muratore, quindi divenne aderente alla Massoneria, nonostante cio’ sia specificatamente proibito dalla Chiesa. Dato che tale violazione comporta, come noto, l’inibizione permanente ad accedere all’Eucarestia non si comprende come abbia potuto recitare le messe prima come sacerdote e poi come Vescovo, diventando infine cardinale. Che sia rimasto Massone fino alla morte e’ peraltro confermato anche dalla commemorazione pubblica avvenuta dopo la sua morte (31 agosto 2012) da parte del Grande Oriente Democratico con queste parole:”vogliamo salutare il Fratello Carlo Maria Martini nel suo viaggio verso l’Oriente eterno. I Fratelli di Grande Oriente Democratico.”

LE PROVE DI MARTINI MASSONE

Dal libro ‘La Massoneria smascherata’ (11)

‘Nella lista ‘Pecorelli’ compaiono questi prelati Gesuiti massoni: il prete Giovanni Caprile e l’arcivescovo Alessandro Gottardi. Secondo ‘la lista di Mons. Marinelli’ pubblicata in molti scritti, il cardinale gesuita Carlo Maria Martini, arcivescovo emerito di Milano, morto nell’agosto del 2012, era anch’egli un massone (cfr. ‘Lo scandalo del tempio satanico a San Giovanni Rotondo dedicato a San Padre Pio’ a cura di Franco Adessa e Alberto Felici – http://musicasacra.forumfree.it/?t=51100131). La cosa è stata confermata da quelli del Grande Oriente Democratico in occasione della sua morte, infatti affermano del Martini che ‘volle essere iniziato Libero Muratore’ – http://www.grandeoriente-democratico.com/). Questa sua appartenenza alla Massoneria, spiegherebbe dunque le belle parole spese dal Gran Maestro del GOI Gustavo Raffi in occasione della sua morte: ‘Ha creduto nell’ecumenismo e nel dialogo con la società civile e con le altre religioni a cominciare dall’ebraismo e mancherà a credenti e non credenti la sua grande umanità e l’esempio di una riflessione che ha affrontato i grandi temi della vita umana. In ogni occasione ha saputo sempre guardare l’altro negli occhi, cercando insieme la verità’ (http://www.corrispondenzaromana.it/omaggio-del-grandoriente-al-card-martini/)’ (pag. 255-256).

IL CELEBRE DISCORSO DEL 1999

Celebre e’ il suo discorso del 1999 “Verso l’indizione di un Concilio Vaticano III” in cui il card. Martini enuncio’ a grandi linee lo schema della sua nuova teologia, sostanzialmente di carattere luterano-modernista-massonico.

L’AGENDA LUTERANO-MODERNISTA-MASSONICA: L’AGENDA DELLA MAFIA I SAN GALLO

La sua cosiddetta “agenda” (in realta’ una serie di compiti da demandare a quello che lui chiamava il III Concilio Vaticano) prevedeva una serie di titoli mutuati con gli altri esponenti massonici/modernisti della cosiddetta Mafia di San Gallo e largamente ispirati alla “teologia dal basso” di Karl Rahner, e precisamente:

(Punto #1) La madre di tutte le riforme, quella dell’organizzazione del potere della chiesa: una drastica riforma dell’organizzazione del potere della curia romana in chiave collegiale.

(Punto #2) L’obbligo del celibato per il clero da rivedere.

(Punto #3) Più considerazione per le coppie omosessuali stabili.

(Punto #4) Rivisitare la dottrina sui divorziati risposati.

(Punto #5) La comunione per i divorziati risposati.

(Punto #6) Ordini sacri per le donne.

(Punto #7) Partecipazione dei laici ai ministeri.

(Punto #8) Una nuova morale sessuale.

(Punto #9) Rivisitazione del sacramento della penitenza.

(Punto #10) Rivisitazione del concetto di ecumenismo

(Punto #11) Valorizzazione delle religioni non cristiane, tramite la cosiddetta “inculturazione” (o “intronizzazione”) divinita’ pagane di religioni politeistiche primitive.

(Punto #12) Valorizzazione della cultura ambientalista

LA POSIZIONE ERETICA SULL’EUTANASIA (2006)

La posizione del card. Martini sulla bioetica ed eutanasia (2,3) e’ stata definita “come il manifesto di un antipapa” che si pone in manifesto contrasto con Benedetto XVI. E anche contro il predecessore Giovanni Paolo II, che aveva incardinato il suo vibrante “evangelium vitae” proprio sui temi della bioetica, del nascere e del morire, oggetto dell’intervento del cardinale Martini.

L’ESORTAZIONE A BENEDETTO XVI A DIMETTERSI (2012)

Ben noto e’, inoltre, il suo colloquio con il papa Benedetto XVI (Milano Incontro mondiale delle Famiglie, 2 giugno 2012) in cui lo avrebbe esortato a dimettersi in quanto, a suo dire, incapace di realizzare le auspicate riforme per la chiesa, con particolare riferimento al problema della pedofilia tra i preti. Vedasi al riguardo anche l’articolo (4).

L’ULTIMA INTERVISTA “CHIESA INDIETRO DI 200 ANNI”

Celebre e’ anche la sua ultima intervista: “Chiesa indietro di 200 anni” (5). Prima di morire ormai gravemente ammalato riafferma alcuni punti della sua proposta del 1999. Le sue affermazioni all’inizio sono generiche e riguardano:- La necessita di: un “cammino radicale di cambiamento, cominciando dal Papa e dai vescovi”.Ma poi focalizza la sua attenzione su:- (Punto #2) L’obbligo del celibato per il clero da rivedere. “Gli scandali della pedofilia [che] ci spingono a intraprendere un cammino di conversione. Le domande sulla sessualità e su tutti i temi che coinvolgono il corpo ne sono un esempio”- (Punto #4) Rivisitare la dottrina sui divorziati risposati. “L’atteggiamento che teniamo verso le famiglie allargate – ha detto – determinerà l’avvicinamento alla Chiesa della generazione dei figli. Una donna è stata abbandonata dal marito, cita come esempio, e trova un nuovo compagno che si occupa di lei e dei suoi tre figli. Il secondo amore riesce. Se questa famiglia viene discriminata, viene tagliata fuori non solo la madre ma anche i suoi figli. Se i genitori si sentono esterni alla Chiesa o non ne sentono il sostegno, la Chiesa perderà la generazione futura”. – (Punto #5) La comunione per i divorziati risposati. “La domanda se i divorziati possano fare la Comunione dovrebbe essere capovolta – dice -. Come può la Chiesa arrivare in aiuto con la forza dei sacramenti a chi ha situazioni familiari complesse?” – (Punto #7) Una nuova morale sessuale.”Dobbiamo chiederci se la gente ascolta ancora i consigli della Chiesa in materia sessuale”.

REFUTAZIONE RAZIONALE

Poniamoci ora la domanda che ci interessa. L’agenda del card. Martini e’ razionalmente consistente con il Magistero della Chiesa stabilito dal “Depositum fidei”, ovvero il Credo, i dogmi e l’intero complesso dei concili?Ovvero, in dettaglio, i Punti #1-#10 sono tutti consistenti?Esaminiamo in particolare i punti seguenti: (Punto #2) L’obbligo del celibato per il clero da rivedere.(Punto #5) La comunione per i divorziati risposati(Punto #8) Una nuova morale sessuale.Per i primi due (#2 e #5), al contrario del #5 si tratta, a dire il vero, di questioni di marginale interesse per la societa’ in generale, ma cruciali dal punto di vista della teologia morale della Chiesa. Infatti il celibato e’ saldamento fondato sul Vangelo. Si vedano al riguardo i riferimenti riportati in (6). L’insegnamento di Gesu’ Cristo e’ chiarissimo. Infatti riguardo al Sacerdozio, ovvero l’adozione ad apostolo di Gesu’ Cristo, ecco le Sue parole: Il Sacerdozio e’ dono esclusivo di se stessi a Gesu’ Cristo. Entrando invece nel merito dei Punti #5 e #8 e’ sufficiente osservare che entrambi coinvolgono modifiche radicali della dottrina della Giustificazione di Dio. Infatti in entrambi i casi sarebbe necessario considerare moralmente leciti dei peccati mortali (Vedasi anche (7)), cio’ che implicherebbe in pratica essere d’accordo con tutto e con tutti. Questo e’ un connotato tipico del Modernismo portato avanti anche da Carlo Martini, che lungi dallo Spirito Santo mostra di essere pervaso da ben altro spirtito, quello dei Geist Hegeliano. Ovvero lo stesso spirito dell’Illuminato di Kant che erroneamente presume di poter distinguere sempre, come Dio stesso, il vero dal falso (8).Cosi facendo pero’ il Vangelo finirebbe in soffitta. Cio’ che e’, di fatto, il fine ultimo del Modernismo Teologico basato sul metodo storico-critico applicato all’intero corpo delle sacre scritture scritture. Che in tal modo vengono poste in discussione e revisionate a piacere. In tal modo verrebbe tradito l’insegnamento di Gesu’ Cristo che ha insegnato ai discepoli il bene e il male, promettendo la salvezza nel Suo nome ma anche minacciando il terribile giudizio della geenna ai malvagi che lo rifiutano. Lo stesso Gesu’ Cristo che infatti – come dimostrano le scritture – puo’ scatenare l’ira dell’Agnello contro i malvagi. La contraddizione razionale e’ quindi manifesta in tutti e tre i casi suindicati. Non c’e’ alcuna possibile conciliazioni tra due opposti!Tale violazione compiuta da parte di Carlo Maria Martini mentre era in vita ha realizzato al tempo stesso una molteplice eresia, e pertanto la sua simultanea e immediata auto-scomunica “Latae Sententiae”!Questo dimostra che il male della chiesa nasce da dentro.Esattamente come affermava Ticonio (9), il teologo del IV secolo, il quale commentando l’Apocalisse di Giovanni affermava che sia Babilonia che l’Anticristo si nascondono dentro la stessa Gerusalemme.

LA RICERCA DELLA VERITA RAZIONALE

Ma dove sta l’errore cruciale del Modernismo teologico? (8) Sta’ nel metodo razionale mutuato dalla filosofia dell’Illuminismo. Infatti la sua presunzione e’ quella che gli “Illuminati” (ovvero uomini “saggi”) possano giudicare, in accordo con il principio della non contraddizione (PNC) se qualunque frase logica sia vera o falsa. Ma la scienza moderna ha dimostrato (8) che, a causa delle nostre conoscenza limitate, questo principio e’ falso per qualunque uomo “illuminato”. Questo significa che ogni frase logica puo’ essere oltre che vera o falsa anche indecidibile. Da notare che le tre possibilita’ sono mutuamente esclusive. Pertanto, per esempio, due frasi mutuamente esclusive non possono essere entrambe vere.

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(1) (Wikipedia) Torino, 15 febbraio 1927 – Gallarate, 31 agosto 2012. E’ stato un gesuita, cardinale, arcivescovo cattolico, teologo, biblista, docente e rettore italiano.

(2) Io, Welby e la morte, di Carlo Maria Martini, 21 gennaio 2007, https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-08-31/welby-morte-114921.shtml?uuid=AbUZ0HWG

(3) Il “Day after” di Carlo Maria Martini, 28 aprile 2006, Sandor Magister, https://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/53021.html

(2) “La rivelazione sulle dimissioni di Ratzinger: Il Cardinal Martini gli consigliò di lasciare“, Mario Valenza, il Giornale (16 luglio 2015),

https://www.ilgiornale.it/…/rivelazione-sulle….

(4) intervista Sky TV raccolta (inizio agosto2012) dal gesuita Georg Sporschill e da Federica Radice:

 qui l’ultima intervista a SkyTG24.

Vedasi anche: https://tg24.sky.it/cronaca/2012/09/01/carlo_maria_martini_morte_ultima_intervista_corriere_chiesa_indietro_200_anni

(5) IL CELIBATO DEI SACERDOTI NELLE PAROLE DI GESU’ CRISTO (agg. 25/01/2020)

https://www.facebook.com/100000069109306/posts/3123782847633988/?sfnsn=scwspmo&extid=LnD5OHoCqnYgGJAw

(6) L’ESTREMA (E INUTILE) DIFESA DEI PRO-BERGOGLIANI SULLA NUOVA DOTTRINA DELLA GIUSTIFICAZIONE INTRODOTTA DA JM BERGOGLIO

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=3341977365814534&id=100000069109306&sfnsn=scwspmo&extid=GRNy6KcMlKKVkBSK

(7) LA RICERCA DELLA VERA FEDE IN DIO – PARTE PRIMAESISTE UN CRITERIO RAZIONALE PER IDENTIFICARE LA VERA FEDE IN DIO?

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2947086078637000&id=100000069109306&sfnsn=mo

(8) saggio giovanile di J. Ratzinger ripubblicato come primo capitolo di “Il nuovo popolo di Dio” (Queriniana, Brescia,1992).

(9) REFUTAZIONE DEL MODERNISMO (forma di ateismo)

https://www.facebook.com/100000069109306/posts/2906911329321142/?sfnsn=moeffettuata

(10) THE ST. GALLEN MAFIA by Julia Meloni https://www.proselitismodellascienza.it/2021/10/26/the-st-gallen-mafia-by-julia-meloni/

(11) REFUTAZIONE RAZIONALE DEI MODERNISTI:IL CASO DI GODFRIED DANNEELS

https://www.proselitismodellascienza.it/2021/03/04/refutazione-razionale-dei-modernistiil-caso-di-godfried-danneels/

(12) Giacinto Butindaro, La massoneria Smascherata, http://imieiscritti.lanuovavia.org/libro-la-massoneria-smascherata.pdf

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LA RICERCA DELLA VERA FEDE - THE SEARCH OF TRUE FAITH

REFUTAZIONE RAZIONALE DEI MODERNISTI:IL CASO DI GODFRIED DANNEELS

di Max Tex (14 maggio 2020, revisione 15 maggio 2020)

Godfried Danneels e’ stato un cardinale Belga (1). E’ noto (2) per aver fatto parte del cosiddetto Gruppo di Saint-Gall (o San Gallo), gruppo di personaggi di spicco della chiesa cattolica di orientamento modernista tra cui Carlo Maria Martini, Ivo Fueher (San Gallo), Walter Kasper (Rottenburg-Stoccarda) e Karl Lehmann (Mainz).

1 – L’AGENDA MODERNISTA DEL GRUPPO DI SAINT-GALL

La sua ideologia modernista, quale emerge anche dalla biografia (2), coincide praticamente con il programma di Carlo Maria Martini (3). Si tratta dunque di fatto del programma dello stesso Gruppo di Saint-Gall di cui Danneels medesimo e Carlo Maria Martini furono i principali esponenti. I suoi elementi principali sono costituiti da un’agenda di riforme da attuarsi nella chiesa e precisamente:(Punto #1) Riorganizzazione del potere della chiesa, ruolo delle conferenze episcopali in chiave autonoma.(Punto #2) L’obbligo del celibato per il clero da rivedere.(Punto #3) Più considerazione per le coppie omosessuali stabili.(Punto #4) Rivisitare la dottrina sui divorziati risposati.(Punto #5) La comunione per i divorziati risposati(Punto #6) Ordini sacri per le donne(Punto #7) Una nuova morale sessuale.(Punto #8) Rivisitazione del concetto di ecumenismo e dei rapporti con l’Islam.

2 – L’ATTIVITA’ DEL GRUPPO DI SAINT-GALL

L’attivita del gruppo di San Gallo emerge chiaramente dalla biografia di Danneels (2) il quale spiega dettagliatamente gli eventi a due giornalisti Belgi Jürgen Mettepenningen e Karim Schelkens.. Si tratta di fatto di una vera e propria ammissione di responsabilita’ con l’intento probabile di scaricarsi la coscienza. Il tono alla fine del libro e’ infatti quello di una persona serena che si e’ messa in pace con la propria coscenza. Veniamo dunque al racconto dettagliato di Danneels.Gli incontri del gruppo organizzati dal C.M. Martini e I. Fueher si tennero, a partire dal 1995, a San Gallo in Svizzera dove Fueher era vescovo. Fu durante questi incontri, cui partecipo’ anche Danneels a partire dal 1996, che lui stesso sviluppo i principali elementi della sua ideologia. Furono importanti soprattutto perché il cardinale ne sarà il membro con la maggiore anzianità. “Fin dall’inizio, i partecipanti seguivano una semplice regola: tutto può essere detto, non viene prodotto alcun rapporto scritto e la discrezione viene rispettata”.I nuovi arrivati, sempre solo su invito, avevano tutti un profilo molto specifico e chiaramente modernista. Per quanto riguarda in particolare Walter Kasper e Karl Lehmann erano entrambi teologi avversari di J. Ratzinger, al tempo prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Ciò suggerisce anche il tipo di argomenti trattati: “centralismo ecclesiale, ruolo delle conferenze episcopali, sviluppo del ministero sacerdotale, etica sessuale, politica di nomina dei vescovi, attuazione della collegialità”.Nel gennaio 1999, la dichiarazione annuale venne fatta da Martini, con la proposta di convocazione di unnuovo Concilio con un’agenda simile a quella di Danneels (3). La proposta venne accolta con simpatia da Danneels che peraltro obbietto’ sui problemi logistici dovuti alla presenza simultanea di 5000 vescovi. Le discussioni del gruppo su questo argomento non rimasero peraltro senza risposta perché, dopo aver lanciato le sue idee nell’intimità di San Gallo, Martini presento la sua proposta anche al Secondo sinodo dei vescovi sul ‘Europa alla fine del 1999, dove ricevette un’accoglienza mista. Questo modus operandi – una discussione interna approfondita e aperta, seguita dall’azione individuale dei membri sulla scena pubblica – illustra il ruolo e il funzionamento del gruppo di San Gallo. Anche Danneels procedette in questo modo e tenne un discorso analogo durante lo stesso sinodo affermando che “l’Europa non e’ un continente di apostati” ripetendo come un mantra “È davvero tutto così negativo?”. Il suo intervento attiro’ l’attenzione di Giovanni Paolo II, il quale segnalo che, eccezionalmente, il cardinale belga poteva superare il tempo di parola di otto minuti assegnatogli.Negli anni successivi prima della scomparsa di Giovanni Paolo II i membri del gruppo furono unanimi nel dire che la scelta del prossimo papa sarebbe stata decisiva per il futuro della Chiesa. I giorni di gennaio 2003, 2004 e 2005 furono sono quindi incentrati su un programma simile: valutazione della situazione della Chiesa mondiale, primato del papa, legame tra primato e collegialità dei vescovi e successione petrina. Il gruppo acquisisce così una chiara importanza strategica in vista di un possibile conclave. L’entrata nel gennaio 2004 di José da Cruz Policarpo, patriarca di Lisbona e presidente della conferenza episcopale portoghese, non fu banale. Il gruppo ora conta tra i suoi membri ed ex membri una serie di rinomati cardinali che sarebbero stati sulla stessa lunghezza d’onda durante un possibile conclave: Martini, Danneels, Murphy-O’Connor, Silvestrini, Policarpo, Husar, Kasper e Lehmann. Se ciascuno di loro riesce a sfruttare la propria rete, il gruppo rischia di avere un peso considerevole.Alla morte di Giovanni Paolo II il Gruppo e’ pronto. I cardinali del gruppo di San Gallo presenti a Roma inviano a Ivo Fürer una cartolina con il messaggio: “Siamo qui nello spirito di San Gallo”.Il dato più evidente che li univa, oltre all’agenda modernista, era il loro antagonismo all’allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il Cardinal Joseph Ratzinger. Tuttavia è il cardinale Ratzinger che il conclave sceglierà come successore, sebbene durante il pre-conclave il cardinale gesuita Jorge Mario Bergoglio rappresentasse un’alternativa realistica.Per illustrare i rapporti tra i superstiti del gruppo e Benedetto XVI basta citare l’episodio dell’incontro di Danneels (7 luglio 2005) con lo stesso Benedetto XVI per la prima volta dal conclave. Dopo l’incontro Georg Ratzinger, il fratello del papa in un’intervista per il settimanale berlinese Junge Freiheit descrisse Danneels come un cardinale le cui dichiarazioni “non sono più compatibili con la fede cattolica”, senze peraltro specificare a quali dichiarazioni stesse pensando.Occorre aggiungere che negli ultimi anni del suo episcopato, Danneels si espresse più spesso e più chiaramente sull’argomento dell’omosessualità e le coppie divorziate e risposate. In particolare ripete’ la sua convinzione che le coppie risposate devono esse stesse decidere nell’anima e nella coscienza se possono ricevere la comunione. In questa zona, prende le distanze apertamente dal punto di vista del principio formulato da papa Benedetto XVI nell’esortazione apostolica Sacramentum caritatis, ovvero che i cristiani che si sposano per la seconda volta non hanno il diritto di comunicarsi.Il conclave sembro pero’ rappresentare l’inizio della fine del gruppo di San Gallo. L’obiettivo apparve improvvisamente meno chiaro. Infatti lo stesso anno “Ivo Fürer si ritirò e pertanto non fu più possibile tenere le riunioni annuali nello stesso posto”. Gli incontri peraltro furono tenuti ancora fino al 2007 nelle vicinanze di San Gallo.Tuttavia l’antagonismo del Gruppo di San Gallo proseguira’ strenuamente negli anni del pontificato di Benedetto XVI ed anzi si attuera’ concretamente in una serie di iniziative volte ad ostacolare e poi a far dimettere lo stesso Benedetto XVI.E’ noto per esempio il vero e’ proprio boicottaggio attuato dai vescovi tedeschi nei confronti di Benedetto XVI sia nelle sue iniziative pastorali che in atti concreti. Per esempio in occasione della sua visita in Germania nel 2011 al suo arrivo all’aeroporto molti di essi si rifiutarono addirittura di stringergli la mano. Altre iniziative riguardarono:- il processo per pedofilia intentato dagli stessi vescovi tedeschi al fratello del papa Georg, successivamente finito nel nulla;- il cosiddetto caso Vatileaks, con la probabile collaborazione dei servizi segreti USA, consistenti nella diffusione di presunti documenti interni del Vaticano;- la diffusione di calunnie attraverso vere e proprie campagne di stampa di giornali della sinistra sempre piene di pretese indiscrezioni e vere e proprie fake news sul papa, sul clero e sull’amministrazione interna del Vaticano;- pressioni e contatti personali volti a indurre Benedetto XVI alle dimissioni. Tra questi noto e’ l’episodio del cardinale Carlo Maria Martini is quale esorto Benedetto XVI a dimettersi al piu’ presto vista la situazione di crisi del Vaticano.Sono comunque gli eventi romani che, inaspettatamente, aiuteranno Danneels a risalire il pendio. L’11 febbraio 2013, un lunedì apparentemente come un altro, Benedetto XVI ha annunciato le sue dimissioni per la fine del mese. Nel fare ciò, sta facendo un gesto storico. Quando sente la notizia (dal) collaboratore dell’arcidiocesi, Danneels è sbalordito. Fu di nuovo ricevuto dal papa il 6 settembre. Sembrava sfinito, ma non parlava di dimissioni. L’incontro si è svolto su iniziativa del Papa. Apparentemente, l’idea gli era stata proposta dal cardinale Martini, morto una settimana prima dell’incontro con il cardinale belga (4,5). All’inizio, Danneels rimase incredulo. La tradizione vuole che il ministero di un papa duri fino alla sua morte. I dubbi presto lasciarono il posto all’ammirazione per il coraggio mostrato da Ratzinger.Le dimissioni di Benedetto XVI, il 28 febbraio alle 20, aprirono un periodo vacante di sede. ll periodo dal 4 all’11 marzo fu’ dedicato alle congregazioni, alle assemblee generali in cui facciamo il punto dei problemi e dei bisogni della Chiesa. Anche in presenza dell’ovvia discrezione, le informazioni sul contenuto dei dibattiti filtravano. All’esterno, fu subito chiaro che questo pre-conclave contrastava con quello che aveva avuto luogo otto anni prima. Anche Danneels se ne rese conto. Più tardi dirà “di aver partecipato agli incontri più interessanti della sua vita da cardinale”. Infatti affermo’ di aver constatato negli incontri pre-conclave proprio “..l’apertura e tono di libertà la cui assenza il gruppo di San Gallo aveva dovuto deplorare, a porte chiuse”. Il suo riferimento al Gruppo di San Gallo e’ quindi esplicito.Sappiamo come e’ finita.

3 – REFUTAZIONE RAZIONALE, SCOMUNICA “LATAE SENTENTIAE” E QUESTIONE DELLA LEGITTIMITA’ DELL’ELEZIONE DI JM BERGOGLIO

Poniamoci ora le domande che ci interessano.La prima, riguarda l’identificazione della natura modernista e quindi eretica dell’agenda di del Gruppo San Gallo. La sua refutazione razionale ne e’ quindi conseguenza immediata.L’agenda rappresentata dai Punti #2-#8 (facendo eccezione solo il punto #1) e’ infatti manifestamente in contrasto con l’insegnamento di Gesu’ Cristo che ha insegnato ai discepoli il bene e il male, promettendo la salvezza nel Suo nome ma anche minacciando il terribile giudizio della geenna ai malvagi che lo rifiutano. La contraddizione razionale con l’intero “Depositum fidei” e’ quindi manifesta in tutti i casi suindicati. Non c’e’ alcuna possibile conciliazioni tra due opposti! Quindi si tratta di un programma eretico! Per la dimostrazione dettagliata di questo punto vedasi anche la discussione riportata in (3).Tale violazione, da parte dei membri del Gruppo di San Gallo e in particolare di Godfried Danneels, ha realizzato al tempo stesso la loro simultanea e immediata auto-scomunica “Latae Sententiae”!Ma le questioni cruciali che rimangono da chiarire sono:- quale ruolo abbia effettivamente svolto il Gruppo di San Gallo nell’esito del Conclave del 2013;e conseguentemente anche la questione cruciale:- della possibile illegittimita’ dell’elezione papale di JM Bergoglio (6).Almeno a prima vista le informazioni fornite dallo stesso cardinale Daneels nella sua biografia sembrano non rispondere in modo chiaro a queste domande.E’ peraltro di tutta evidenza che il Gruppo di San Gallo abbia influenzato in maniera decisiva l’elezione di JM Bergoglio. La prova incontrovertibile e’ fornita dal confronto tra l’agenda modernista del Gruppo San Gallo e il programma politico/teologico attuato dal 2013 a tutt’oggi da parte di Bergoglio.E’ immediato verificare infatti come i punti cruciali indicati dal Gruppo siano gia’ stati in parte realizzati o siano attualmente in discussione! Vedasi al riguardo la discussione sull’apostasia nella chiesa (7) e la dottrina della giustificazione introdotta da JM Bergoglio (8).Non manca proprio nulla! Si tratta proprio del programma del Gruppo di San Gallo!In conclusione si individuano due ragioni distinte che impediscono di poter considerare JM Bergoglio pontefice e Vicario di Cristo:1) il primo, che l’elezione di Bergoglio sia stata manifestamente condizionata da un gruppo di cardinali eretici, il Gruppo di San Gallo;2) il secondo, che lo stesso JM Bergoglio avendo attuato il programma eretico del Gruppo di San Gallo ha commesso eresia. Con cio’ non potrebbe in nessun caso ricoprire tale posizione!

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(1) (Wikipedia) 4 giugno 1933, Kanegem, Tielt, Belgio,14 marzo 2019, Mechelen, Belgio.E’ stato un professore di Teologia,cardinale (dal 1983 fino 2010), arcivescovo e primate del Belgio.(1979),

(2) “Godfried Danneels Biografie”Jürgen Mettepenningen e Karim Schelkens (2014); vedasi Cap. 24 “IL GRUPPO SAINT-GALL”.

(3) REFUTAZIONE RAZIONALE DEI MODERNISTI:IL CASO DI CARLO MARIA MARTINI

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(4) “La rivelazione sulle dimissioni di Ratzinger: Il Cardinal Martini gli consigliò di lasciare”, Mario Valenza, il Giornale (16 luglio 2015),https://www.ilgiornale.it/…/rivelazione-sulle-dimissioni-ra….

(5) L’ESTREMA (E INUTILE) DIFESA DEI PRO-BERGOGLIANI SULLA NUOVA DOTTRINA DELLA GIUSTIFICAZIONE INTRODOTTA DA JM BERGOGLIO

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(6) L’ESTREMA (E INUTILE) DIFESA DEI PRO-BERGOGLIANI SULLA NEGAZIONE DELL’ILLEGITTIMITA DELL’ELEZIONE A PAPA DI JM BERGOGLIO

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(7) ESTREMA (E INUTILE) DIFESA DEI PRO-BERGOGLIANI SULLA PRESENZA DELL’APOSTASIA NELLA CHIESA

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(8) L’ESTREMA (E INUTILE) DIFESA DEI PRO-BERGOGLIANI SULLA NUOVA DOTTRINA DELLA GIUSTIFICAZIONE INTRODOTTA DA JM BERGOGLIO

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=3341977365814534&id=100000069109306&sfnsn=scwspmo&extid=GRNy6KcMlKKVkBSK

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REFUTAZIONE RAZIONALE DEI MODERNISTI:IL CASO DI KARL RAHNER – SECONDA PARTE: LE ERESIE DELLA TEOLOGIA DAL BASSO

Continuiamo l’analisi della “Teologia dal basso”(1) di Karl Rahner, fonte di ispirazione delle ultime generazioni di modernisti, incluso JM Bergoglio. In questa nota intendiamo dimostrare che Karl Rahner era eretico e pertanto scomunicato “Latae Sententiae”.La dimostrazione razionale, come vedremo, e’ immediata. Non intendiamo tuttavia condurre a termine una disamina completa della questione per due motivi. Il primo perche l’opera di Karl Rahner e’ vastissima (circa 4000 volumi!). Il secondo perche’ esperti teologi e filosofi si sono gia’ cimentati e sarebbe probabilmente inutile ripetere le loro valide argomentazioni teologiche e filosofiche. Tra questi cito tra gli altri Mons. Antonio Livi e i filosofi Prof. Stefano Fontana e Prof. Giovanni Zenone.

IL PRINCIPIO DELLA NON CONTRADDIZIONE NELL’APOCALISSE

Osserviamo innanzitutto che per il ragionamento logico nel seguito vogliamo utilizzare la forma del Principio della Non-Contraddizione (PNC) valido per noi uomini e che e’ consistente con il Vangelo. Ci riferiamo a questo scopo con il capitolo 5 dell’Apocalisse di San Giovanni (2).

1 E vidi nella mano destra di Colui che era assiso sul trono un libro a forma di rotolo, scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli. 2 Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: “Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?”.

Sappiamo che solo il Kyrios (il leone di Giuda, il Messia trionfante, il Primo e l’Ultimo, l’Alfa e l’Omega e il Cristo-Agnello) puo’ farlo! Esistono dunque proposizioni logiche che per noi sono indecidibili! Percio’ per noi uomini la forma corretta del principio della non con-traddizione e’ necessariamente quella estesa e tre vie, in base al quale “ogni frase logica puo’ essere vera, falsa o indecidibile, le tre alternative essendo mutuamente esclusive” Questa verra’ indicata come forma estesa del Principio di Non-Contraddizione (3 -Way PNC).

Resta con cio’ manifestamente esclusa qualunque altra forma del principio, in particolare quella della Dialettica hegeliana, utilizzata anche da Walter Kasper, in base alla quale le frasi possono essere a volte vere e a volte false (3). Ma piu’ importante ancora e’ il fatto che resta con cio’ esclusa anche la forma usuale del Principio di Non-Contraddizione a due vie utilizzata proprio dallo stesso Karl Rahner nella sua “Teologia dal basso” (1).

COSA INTENDE RAHNER PER “TEOLOGIA”?

Veniamo ora alla questione che ci siamo posti. Come possiamo dimostrare la contraddizione logica della sua concezione filosofica?(ovviamente senza procedere alla disamina dei suoi 4000 libri!)La questione che emerge immediatamente e’ cosa precisamente Karl Rahner intenda con il termine “teologia”.Karl Rahner (4) e’ infatti famoso non solo per l’oscurita’ del suo linguaggio (in confronto Kant appare una lettura infantile) ma anche per la distorsione del significato dei termini usati. Afferma per esempio “La teologia s’e’ di fatto sbriciolata in innumerevoli discipline…” (Pag.24 ibid.).Ma a quale “teologia” si riferisce?E’ subito ovvio che il termine teologia da lui usato non e’ quello Cattolico. Onde evitare equivoci e’ bene fare fin da subito chiarezza al riguardo (5). In filosofia storicamente il termine teologia trae origine dalla metafisica di Aristotele. Precisamente e’ il capitolo dedicato al Dio-demiurgo appunto di Aristotele. Per questo motivo questa disciplina e’ usualmente nota come teologia filosofica. Qual’e’ il suo fine? Si tratta del tentativo di conseguire tutto cio’ che la ragione umana puo’ autonomamente raggiungere in merito allo stesso Dio-De- miurgo.Nel cristianesimo invece e’ la teologia e’ per definizione la Teologia sacra di San Tommaso d’Aquino (6), un punto di riferimento fondamentale per la dottrina cattolica L’oggetto non e’ quanto la ragione possa sapere di Dio, bensi e’ la sua parola stessa, ovvero cio’ che ha detto di se’ stesso in Gesu Cristo. In questo senso la teologia e’ strutturata in una serie di dogmi (Credo, Concili e interventi diretti dei papi) che per il varo cattolico vanno presi necessariamente in blocco come verita’ di fede. Questo costituisce il cosiddetto “Depositum fidei”.La teologia nel cattolicesimo e’ quindi chiaramente definita: riguarda le conseguenze pratiche (nella “prassi”) dei dogmi che non possono essere alterati o addirittura “cancellati” abusivamente da nessuno. Essendo la teologia basata la parola di Dio e’ necessariamente una scienza rigorosa a cui si applicano le regole della logica razionale, per noi basata appunto sul principio della non-contraddizione esteso sopraindicato. La teologia cattolica riguarda quindi Dio stesso, lo stesso “Depositum Fidei”, nonche’ l’analisi razionale e la mutua consistenza di tutti i dogmi per comprenderne tutte le implicazioni nella prassi.

REFUTAZIONE RAZIONALE

La Teologia dal basso di Karl Rahner invece non e’ affatto cattolica. Infatti Karl Rahner rigetta esplicitamente tutti Dogmi cattolici, in quanto non deducibili dal basso. In particolare tra questi esclude tutti i dogmi Mariani, compresi tutti i comandamenti che fanno parte del Decalogo delle Leggi. Questo implica incidentalmente la conseguenza che tutti i peccati degli uomini dovrebbero essere tutti perdonati da Dio anche in assenza di pentimento (7).Inoltre, sempre secondo Karl Rahner, non esisterebbe una verita’ rivelata fissa. Al contrario, la rivelazione di Dio sarebbe in continuo divenire e si realizzerebbe gli eventi personali e collettivi del mondo. Pertanto i dogmi cattolici non sarebbero tali, ovvero secondo lui non sarebbero parte della rivelazione, ma soltanto espressione del misticismo cristiano. Anch’esso in continuo divenire e cambiamento per adattarlo al mutamento dei costumi degli uomini nel corso del tempo.Con cio’ emerge con chiarezza la contraddizione logica della Teologia dal basso con l’intero “Depositum fidei”! Tale violazione compiuta da parte di Karl Rahner mentre era in vita (al momento della pubblicazione del suo libro principale (4)) ha realizzato al tempo stesso una molteplice eresia, e pertanto la sua simultanea e immediata auto-scomunica “Latae Sententiae” (8).Nemmeno il Vicario di Cristo pro-tempore puo’ infatti cambiare o cancellare parte del “Depositum fidei”. Infatti se lo facesse con una qualsivoglia affermazione pubblica ufficiale, anche per esempio in un’omelia radiodiffusa (9), realizzerebbe nello stesso istante un’eresia, nonche l’immediata auto-scomunica “Latae Sententiae”. _________________________________________________

(1) REFUTAZIONE RAZIONALE DEI MODERNISTIIL CASO DI KARL RAHNER – PARTE PRIMA

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(2) MESSAGGIO DELL’APOCALISSE PER LA CHIESA CONTEMPORANEA – CAP.5: IL ROTOLO DEI SETTE SIGILLI, IL CRISTO LEONE DI GIUDA E AGNELLO

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(3) REFUTAZIONE RAZIONALE DEI MODERNISTIIL CASO DI WALTER KASPER

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(4) Karl Rahner “Corso fondamentale sulla fede” San Paolo, sesta edizione (2005).(5) Questa dotta classificazione e’ dovuta alla chiara esposizione di Mons. Antonio Livi (2018).(6) Summa Theologiae, è la più famosa delle opere di Tommaso d’Aquino. Fu scritta negli ultimi anni di vita dell’autore 1265–1274; la terza e ultima parte rimase incompiuta. È il trattato più famoso della teologia medioevale e la sua influenza sulla filosofia e sulla teologia posteriore, soprattutto nel cattolicesimo, è incalcolabile (Wikipedia).(7) Eresia dell’Apocastasi. E’ la teoria di Origene sul ristabilimento finale di tutta la creazione in uno stato di perfetta beatitudine (condannata dal Concilio di Costantinopoli del 553). (8) E’ noto che Rahner non sia stato un frate dai costumi irreprensibili (ebbe un’amante per molti anni). Questo aspetto si riflette’ forse sul suo rifiuto del concetto stesso di peccato mortale?(9) Non a caso le sue messe quotidiane a Santa Marta non vengono piu’ diffuse in streaming a partire dalla seconda settimana di aprile 2020.