Facendo seguito alle catechesi di Don Alessando Minutella sull’Apocalisse analizziamo brevemente il Capitolo 1.
Premessa
L’Apocalisse di Giovanni, comunemente conosciuta come Apocalisse o Rivelazione o Libro della Rivelazione (da άποκάλυψις, apokálypsis, termine greco che significa “rivelazione”), è l’ultimo libro del Nuovo Testamento (e quindi l’ultimo libro della Bibbia) ed è la sola apocalisse presente nel canone della Bibbia, di cui costituisce uno dei testi più difficili da interpretare. L’attribuzione tradizionale dell’autore e’ quella dell’apostolo Giovanni, ovvero lo stesso autore del Vangelo secondo Giovanni e delle tre Lettere di Giovanni. L’opera e’ scritta in un greco raffinato da un perfetto conoscitore della Bibbia (all’epoca esistente solo in lingua ebraica) e quindi necessariamente ebreo. Tuttavia l’autore esibisce una singolare capacita simbolica e linguistica diversa dal quarto evangelo, frutto necessariamente di un lungo e meditato impegno linguistico ed anche un’attenta esegesi della Bibbia. Infatti di 404 versetti, 278 contengono almeno una citazione veterotestamentaria, includendo tra l’altro numerose citazioni dei Profeti, principalmente Daniele, Ezechiele, Isaia, Zaccaria, ed anche il Libro dei Salmi e l’Esodo. Tuttavia l’autore potrebbe benissimo coincidere con Giovanni evangelista medesimo nel frattempo diventato piu’ esperto e attento anche nel linguaggio greco. Teniamo presente, inoltre, che Giovanni poteva avvalersi almeno inizialmente del magistrale consiglio della Madonna in persona che viveva con lui nella stessa casa a Efeso.Infine riguardo all’epoca della redazione finale del libro (che potrebbe peraltro aver richiesto una lunga gestazione preliminare di studio biblico), questa risale alla fine dell’impero di Domiziano, nella prima metà degli anni 90 del I secolo, oppure una data di poco posteriore (96 d.C.), quando Giovanni doveva avere circa novant’anni. (in parte da wikipedia)
STRUTTURA DEL PRIMO CAPITOLO
(da Ugo Vanni “Apocalisse libro della Rivelazione, Esegesi biblico-teologica e implicazioni pastorali”, Edizioni Dehoniane, Bologna 2019)Il libro dell’Apocalisse nei primi versetti parla di Dio che rivela eventi che dovranno accadere. Non pero’ nel senso che li descrive in significato letterale. Questo sarebbe forse in contrasto con il nostro libero arbitrio (questo particolare aspetto dell’Apocalisse sara’ discusso nel Capitolo 5), cio’ in quanto il nostro futuro in tal modo risulterebbe deterministico. Invece ci aiuta a capirli dandoci una chiave interpretativa degli eventi ed allo stesso tempo additandoci la via per approfondire la nostra fede, chiarendoci aspetti che non riusciamo (ancora) a capire o additandocene altri che restano al di la della soglia della pura razionalita. Ma c’e’ un altro aspetto notevole del primo capitolo. E’ la presentazione del Kyrios (in greco antico: Κύριος).Infatti, a differenza dei 4 Vangeli (con la sola eccezione dell’episodio della trasfigurazione sul Monte Tabor, di cui Cristo chiede dai discepoli di non parlare prima della sua morte e resurrezione), qui il Gesu Cristo appare come, l’Alfa e l’Omega (Ἄλφα καὶ τὸ Ὦ), Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente (o Pantocratore παντοκράτωρ), il Messia Vittorioso, appunto il Kyrios, ovvero il Signore, il Sovrano del Regno di Dio. Ecco la visione splendente del Kyrios (Ap 1,12-16):12Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri d’oro 13e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d’uomo, con un abito lungo fino ai piedi (Dn. 7,13; 10,16; Lc 9,29) e cinto al petto con una fascia d’oro (Dn. 10,15). 14I capelli del suo capo erano candidi, simili a lana candida come neve (Dn. 7,9). I suoi occhi erano come fiamma di fuoco. 15I piedi avevano l’aspetto del bronzo splendente (Dn. 10,6; Ez. 1,7.13), purificato nel crogiuolo. La sua voce era simile al fragore di grandi acque (Ez. 43,2). 16Teneva nella sua destra sette stelle e dalla bocca usciva una spada affilata, a doppio taglio, e il suo volto era come il sole quando splende in tutta la sua forza.Si vede quanto densa di citazioni bibliche, e quindi quanto complessa, sia questa descrizione del Kyrios. I simboli messi in evidenza sono presi direttamente dalla tradizione profetica, per es. gli occhi (1,14) e le bianche vesti che significano il mondo della gloria (1,13). Vi sono numerose analogie sia con il profeta Daniele, che con Ezechiele (Ez. 43,2), nonche’ con la descrizione della Trasfigurazione nei Vangeli (vedi p.es. Lc 9,29).